No, non segui molti manga e ti affidi ad una regola molto semplice: quando te ne capita uno per le mani, lo leggi. Chiamiamola curiosità. Ed ecco che accade che un tuo amico ti fa gentilmente dono di alcuni manga e allora ti ci butti.
Uno di essi è Wish- Soltanto un Desiderio pubblicato nel lontano 2005 da Kodansha per il disegno di Mia Ikumi. Non hai la pallida idea di chi sia la mangaka - e vedi poi che la sua opera più importante è Tokio Mew Mew di cui ha sentito il nome e nulla più ma che un minimo deve essere valida visto che ne ottiene anche una trasposizione anime a metà degli anni 2000 - nè di cosa ti dovresti aspettare.
E allora cominci guardando la copertina e inizi a pensare che la bella puccia porti ad una sorta di slice of life scolastico adolescenziale con qualche spunto magico. E ci azzecchi di brutto.
Non sei un forte sostenitore di questo genere ma ormai il dado è tratto. Quello che leggi in 4 capitoli autoconclusivi per un unico volume di circa 150 pagine tutto sommato non è tragico. Affatto.
Se il background è dato dalla classica cotta adolescenziale verso il compagno di classe - perchè le protagoniste sono tutte ragazze - quel tocco di magia, quella idea della strega - o quello che è - che concede un unico desiderio ti piace. Ovviamente siamo nella metà del 2000 e quindi il desiderio mica lo esprimi per lettera o a voce: no, mediante sms o e-mail ad un numero di cellulare che si recupera in maniera del tutto casuale. Cade improvvisamente davanti alla protagonista intenta in ben altro; si trova segnato negli specchi dei bagni della scuola; viene infine diffuso un minimo con passaparola.
E sembra tutto melenso e definitivamente positivo: quale migliore sogno che esprimere il desiderio - e vederlo realizzato - che permette di coronare la propria storia di amore? Beh..un attimo chè la strega non è mica il Dr. Stranamore.
Si, lei esaudisce un desiderio e uno soltanto: non considerare le conseguenze dello stesso in anticipo potrebbe però provocare problemi. Lo sa bene la protagonista del primo episodio che si, si mette assieme al suo amato - che invece aveva occhi per una sua amica -, ma si inimica le amiche per sempre; lo sa anche la protagonista del terzo episodio che, per il suo egoismo, decide di rimpicciolire il suo amato e trattarlo come una bambolina viziata salvo poi scoprire che la sua fidanzata lo cerca disperatamente.
Questo l'insegnamento di fondo: quello che a prima vista può sembrare un sogno avveratosi, potrebbe in realtà essere piuttosto pericoloso. Ovviamente, trattandosi di giovincelli, le scelte sono dirette e mai valutate a fondo. Altro insegnamento.
Se la stessa Ikumi dice che voleva disegnare qualcosa di vagamente horror - lo si legge nella specie di editoriale alla fine del volume - beh, non ci riesce nemmeno di striscio. E' pur sempre l'autrice di Tokio Mew Mew, un mondo in cui la via dell'happy ending si trova sempre. E cosi accade anche in Wish.
In qualche maniera le situazioni vengono sempre fissate e i rapporti recuperati - salvo forse nel primo episodio che si chiude con l'affermazione della reale ragazza che sembrava la più "buona" e premurosa del gruppo - ; se cosi non è, la rinuncia si accompagna sempre a qualche altro motivo di gioia - la protagonista del quarto episodio deve rinunciare all'amato ma ci scrive su un romanzo che ha un successo inaspettato. Poco horror quando il finale è sempre happy: diciamo che si potrebbe invece parlare di una storia un attimo inquietante e che la sola presenza della strega - totalmente insensibile alle conseguenze del suo avverare i desideri e noncurante delle situazioni che si possono venire a creare: esecutrice, non consulente - e del suo gatto - che è poi lo stesso di Tokio Mew Mew, una macchia nera stilizzata in sostanza - conferiscono una tonalità un attimo gotica e cupa. Certamente non la conferisce il riferimento a The Ring contenuto a pag.142 anche se si tratta sicuramente di un bel tocco; senza'altro il prevedere dei momenti ilari non aiuta.
Un'ultima parola la spendi per il disegno: ti piace. Lineare, pulito e con qualche spunto caricaturale che va a connotare i momenti ilari/demenziali. Ma con un'unica critica: talvolta parole in carattere davvero troppo piccolo nei balloons anche laddove di spazio ce ne sia. Ok che si tratta dei pensieri dei protagonisti e quindi si deve il senso che siano nascosti: ma all'orecchio, mica alla vista di chi legge.
In definitiva una discreta lettura e adesso mi scusassero ma hai un numero cui mandare un sms.
Mangascoop: Wish, un desiderio ma...attenti a quello che si esprime
Reviewed by radish7
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07:00
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