Indie Rpg Ep.36: famiglie problematiche



Il tema dei trattamenti rivedibili nei confronti dei bambini è purtroppo piuttosto ricorrente nel mondo Japponico; non fanno eccezione gli RPG Games che da quella terra provengono. Bullismo, abusi - anche sessuali - famiglie con più di qualche problemuccio: ecco il tema - e hai aspettato molto prima di fare questo post perchè davvero ne sei alquanto disgustato - dell'appuntamento odierno. 

Senza andare nei dettagli: Toraware No Shoujo - Caged Girl e Cardiophobia



Toraware No Shoujo - Caged Girl è un gioco molto veloce - circa una ventina di minuti - che ti fa impersonare la povera Yui, piccola bambina rinchiusa in una attico da un padre insano. Sviluppato da Kya 90 e scaricabile qui, l'unico scopo è quello di fuggire. 

La velocità è abbastanza un tema portante del gioco e lo si vede sia nel gameplay che nelle durata. 

Non vi è alcun inventario; il personaggio troverà degli oggetti che verranno poi automaticamente usati all'interazione con la porzione di schermo rilevante. Bisognerà stare però molto attenti a quello con cui si interagirà: andare ad utilizzare gli oggetti sbagliati finirà per causare dei rumori che faranno arrivare l'insano padre per il GAME OVER che non sarà certo dei più piacevoli per la povera Yui. Molti gli oggetti con cui poter interagire e molto sviluppata la parte documentale: recuperare delle note sparse un po' ovunque contribuirà infatti ad arricchire un diario - che fungerà anche come punto di salvataggio - e a ricostruire la storia della povera ragazza che, causa il suo isolamento nell'attico, non ha pressochè idea dell'accaduto e addirittura non conosce alcuni normalissimi elettrodomestici quali televisioni o frighi. Si potrà correre con pressione del tasto SHIFT anche se il tutto non sarà assolutamente rilevante dato che non vi sono scene di fuga. Pochi saranno gli oggetti veramente influenti da recuperare in quanto determineranno il finale - dei 4, uno solo felice - che si andrà ad ottenere. 



Se non vi è nulla di particolarmente interessante nel gioco in sè, molto belle sono invece le grafiche - almeno per quanto riguarda alcuni disegni che, specialmente nei finali, impreziosiranno notevolmente il gioco, e ottime addirittura le colonne sonore, diversificate a seconda del finale ottenuto; molto bella pure la sigla di apertura. Pochi invece i rumori in game, prevalentemente nei momenti decisivi. 

Nulla di più e nulla di meno di quanto si è detto: veloce ma nel complesso ben fatto


Cardiophobia tocca solo di sfuggita il tema dei trattamenti rivedibili sui minori, creando più che altro un'atmosfera di ansia dovuta al tentativo di trovare una via di fuga. Nei panni di un adolescente, ospite assieme ad altri coetanei di una casa dove vengono condotti degli esperimenti psicologici, si dovranno girare le varie stanze, scoprire locazioni sconosciute e stare attenti ai tranelli fino all'agognata via di fuga. Sviluppato da Pikasprey e scaricabile qui, il gioco ha una durata di circa un paio d'ore che viene allungata decisamente dalla elevata rigiocabilità che rende necessarie più run per poter trovare tutti i - numerosi - finali.

Parli subito della grafica per dire che non è il punto forte: si tratta della consueta grafica pixellosa e deformed degli strumenti da RPG games solo parzialmente abbellita dalla presenza delle animazioni dei vari finali, sempre tuttavia con la stessa impostazione. Aggiungi che il sonoro invece è da brividi con la presenza sia di un motivo ripetuto che reitera una sorta di climax in tono e frequenza sia di numerosi rumori che vanno a caratterizzare gli screamers - per lo più improvvise cadute di oggetti come vasi o quadri e sbattere di porte - e a rendere l'esperienza decisamente ansiogena. 

Chè questo sia uno dei punti fortissimi del gioco lo si può facilmente arguire dalla componente horror che si sostanzia in una delle idee più interessanti che stanno alla sua base: la condizione del protagonista - da sempre con problemi di tachicardia come testimonia il titolo - determina il cambiamento degli scenari che divengono intrisi di sangue con scritte raccapriccianti e non certo bene auguranti sui muri, con la presenza di pupazzi paurosi e di figure non meglio identificate nel buio che contorna la poca luce emanata da una torcia. 

Il secondo punto fortissimo è il gameplay che raccoglie ed usa al meglio i particolari più usati in giochi di questo tipo. A cominciare dalla semplice gestione delle statistiche, ridotte a due soltanto ma decisamente ansiogene: la stamina con una barra in alto a destra che determina la capacità di correre del personaggio e che può essere ripristinata o fermandosi - meglio nelle stanze sicure dove sono possibili i salvataggi perchè in questo caso la ricarica è più veloce - o utilizzando le bevande energetiche che si possono trovare abbastanza facilmente nelle varie locazioni; il battito cardiaco, indice della malattia del protagonista e determinante lo scenario, che può essere calmato solo attraverso l'assunzione di una non meglio precisata medicina contenuta in cofanetti che si devono aprire con chiavi davvero molto scarse e difficili da trovare. Non c'è nemmeno bisogno di dirlo, un ritmo cardiaco troppo elevato determina il GAME OVER. Gli oggetti vanno trovati interagendo con tutto ciò che esiste nelle varie locazioni: non vi sono scintillii o altre forme di indicazione; vanno poi selezionati dall'inventario al momento opportuno senza che il gioco li utilizzi in automatico. Si usa il cervello se si vuole andare avanti, sempre con un occhio al battito cardiaco, ovviamente. 



La parte documentale viene semplicemente determinata col ritrovamento di note e pagine dei diari dei vari altri abitanti della stanza; proprio attraverso la loro lettura attenta si potrà ricostruire una trama avvincente, scoprire il destino dei ragazzi e risolvere qualche enigma. Altro punto forte, questi ultimi sono molto vari - da combinazioni numeriche da trovarsi mediante la risoluzione di indovinelli scritti a spostamenti di oggetti per raggiungere il punto voluto - e talvolta non costituiscono comunque necessari passaggi, potendosi sbloccare uno dei finali anche senza la loro risoluzione. 

Se questo non bastasse, il gioco include pure delle scene di fuga anche se molto semplici: basterà infatti uscire dalla stanza dove il cattivo entra - e, almeno la prima volta, la sua apparizione mette i brividi per le musiche utilizzate - per porre termine all'inseguimento.

Bel tocco pure la presenza di un cellulare attraverso il quale il protagonista riceverà dei messaggi da parte suo coinquilino; nel momento in cui essi si stoppano, beh, a quel punto qualcosa sarà successo. 

In conclusione davvero un piccolo capolavoro quanto alla componente RPG, a quella horror e al gameplay; la grafica, sia pure semplice e apparentemente non curata, non inficia la validità del gioco contribuendo anzi a incutere quel senso di smarrimento che è preludio all'ansia dei buoni horror. Da giocare in una stanza scura e con il volume sparato al massimo in cuffia. 


Si conclude qui questa edizione; se per caso vedete qualche losco figuro in una parete...beh accendete la luce. 

Indie Rpg Ep.36: famiglie problematiche Indie Rpg Ep.36: famiglie problematiche Reviewed by radish7 on 06:30 Rating: 5

Nessun commento:

DomKaneki2015 . Powered by Blogger.