Flashgames Ep. 35: 3 al prezzo di 2



No, non siamo a Natale ma nel caldo Agosto della bella Italia ma siccome non sei genovese - ok, qui scatta il luogo comune dei più beceri - vai di offerta speciale: in questo appuntamento non 2 ma ben 3 flashgames. 

Che il viaggio inizi. 



La prima proposta odierna - chè oh, se piace ok, altrimenti mica stai vendendo niente eh e quindi non si accettano reclami - è Freak Show, gioco per il quale hai passato almeno i primi 10 minuti a chiederti per quale motivo ti ricordi cosi' tanto questa cosetta qui. Ad ogni modo il gioco è stato sviluppato da Running Zombie Game e si può giocare qui: una mezz'ora di autentico macabro horror alla ricerca di quel dannato maghetto che ci ha avvelenati e che potrebbe salvarci con l'antidoto. 

A parte un caricamento iniziale piuttosto lunghetto - che potrebbe facilmente comunque dipendere dalla tua connessione che non è esattamente in fibra ottica - , il gioco ti è piaciuto tanto ma proprio tanto. 

A cominciare dalla stupenda e grottesca grafica che ne fa un punta e clicca con bellissimi disegni per le varie ambientazioni e con l'impreziosimento di finestre che appaiono a tutto schermo sui fondali quando si interagisca con elemento rilevante, possa esso essere un documento o un enigma. Non mancano poi anche delle strane animazioni: no, vedere dentiere a carica che saltano qui e li' proprio ancora ti mancava. Persino le colorazioni e i font utilizzati contribuiscono a creare un atmosfera che va a metà tra l'illusione - oh, di un mago si parla, eh - inquieta e il circo di Moira Orfei, solo più truzzo. 

Il gameplay è semplice ma dannatamente efficace: varie stanze, da percorrere in maniera tutto sommato piuttosto lineare - non vi sono forti backtracking da fare, al massimo un paio di stanze - ciascuna delle quali con enigmi oppure con indicazioni visive per gli stessi. E a proposito di enigmi il gioco sfoggia uno dei suoi punti migliori: davvero molto vari, potendo passare da codici da reperire con attenta osservazione, pesca la doppia - tradizionale gioco di carte che prevede di trovare le due carte uguali, il che sarà pure semplice ma funziona da quando Ravensburger lo inventò negli anni '70-80 -, scopri la differenza e varie altre amenità che decisamente tengono in tiro la mente del giocatore. Piace poi che non vi sia cambiamento nel cursore il che implica una maggiore difficoltà che talvolta può diventare una pena: trovare un oggetto necessario per proseguire può divenire praticamente il risultato di un rastrellamento di cliccate come neanche sui profili degli Youtubers più famosi. Perlomeno alla risoluzione di alcuni enigmi si verrà premiati con delle Medaglie - gli Achievements dei giochi "più seri" - che aumenteranno il proprio punteggio finale il quale non sembra però collegato ai tradizionali fattori del tempo e del numero di clic. Facile invece l'inventario: una bella barra a fondo schermo che stiva gli oggetti raccolti, riportando in bianco e nero quelli giù utilizzati. 


Ultima notazione per il comparto sonoro che si compone di una musichetta abbastanza ansiogena in sottofondo e poi di vari rumori all'interazione con oggetti rilevanti. Contribuisce decisamente all'atmosfera horror che, del resto, non viene visivamente cosi pushata dando più che altro il senso del macabro. 

Da provare sicuramente in quanto ben fatto e relativamente veloce. 



E se quello prima era un gioco macabro, beh a Box Full of Joy, sviluppato da Daniil Ermakov e giocabile qui, rappresenta qualcosa che incute terrore per il solo fatto di essere difficilmente capibile. Giuri: in mezz'ora circa di gameplay ci ha capito gran poco della storia che vagamente dovrebbe comunque riguardare un uomo che ha combinato qualcosa di non esattamente piacevole ad una famiglia che nemmeno sai se sia la sua poi. 

I punti negativi ci sono. In primis un caricamento iniziale che va dall'infinito all'infinito +; poi la lentezza dei personaggi che peraltro hanno un paio di comandi per effettuare una scivolata - che sembra un moonwalking di Jacksoniana memoria - a destra e sinistra che non hai mai avuto modo di usare. 



Ma poi vi sono alcune idee che ti sono davvero piaciute e pure molto. 

A cominciare dalla grafica. Pixel come se non esistesse una domani e un effetto "liquido" a schermo che sembra voler rappresentare lo stato confusionale in cui versa un protagonista che si risveglia ferito in un angolo della strada e poi si presenta al baretto del quartiere come se nulla fosse. Per non farsi mancare nulla può anche trovare delle misteriose iniezioni il cui effetto è quello di rendere colorata la precedente realtà in bianco in nero. Non hai idea di cosa questo significhi: ma ti piace. Come ti piace il fatto che l'interazione con oggetto rilevante oppure il dialogo sia rappresentato con una sorta di zoom sul particolare ottenuto attraverso l'ingrandimento della finestra o l'apertura di una finestra separata; bello poi a tuo parere anche il modo in cui i dialoghi vengono riportati, con un effetto che sembra voler ammiccare - anche a livello sonoro - ai vecchi giochi degli anni '80 e al loro unico font Courier in quanto meno pesante. Che questo sia un riferimento lo si vede già dall'inizio, dove la prefazione appare sotto forma di scritta che si forma come davanti ad un computer della preistoria dell'informatica. 

Sempre la grafica getta il giocatore in un'atmosfera horror con i controfiocchi. Proprio a livello visivo: vi sono macchie si sangue, accoltellamenti, strani oggetti e masse informi a profusione: a meno che non siate tali da non impaurirvi alla vista di un bambino che , per la sua altezza, sta piegato in una stanza normalissima, diciamo che la missione è compiuta. 



Del gameplay non hai molto da dire, in realtà: punta e clicca con presenza di barra in basso che permette sia di utilizzare gli oggetti, sia di far fare determinate azioni - accoltellare - al protagonista. Interessante la presenza di diversi finali - tu nei hai trovati solo due - tutti piuttosto peculiari: non ci si dovrà sorprendere se in uno si potrà muovere il cursore come si trattasse di una vista dall'altro al fine di vedere i dettagli di una gigantesca scena con bambino su altalena, albero con coltello e strana scatola riportante il titolo del gioco; nemmeno si dovrà rimanere colpiti se in un altro si potrà muovere il protagonista a destra e sinistra in un luogo vagamente ricordante un cimitero senza scopo e fine alcuna. 

Un'esperienza diversa, una mezz'ora forse insolita ma provabile. 


Finisce qui l'app...ah, no, ne avevi promessi tre. Ok, ogni promessa è debito. Premessa necessaria ma non sufficiente: non adori i giochi in 3D fatti con il classico motore Unity, croce e delizia degli sviluppatori. Però hai voluto provare The Mansion Tour, sviluppato da Wizard of Topaz e giocabile qui

Perchè? Perchè è un gioco con grafica 3D - abbastanza poligonale ma comunque buona - ma con comandi classici con il mouse anzichè con combinazione di frecce direzionali e mouse solo per la visuale.

Superato il lungo caricamento, ti trovi subito un inizio abbastanza originale: la schermata di un computer ti permette di selezionare tra Nuova Partita, Caricamento Partita Precedente e Opzioni. La pressione sul tasto opzioni ti permette di regolare il sonoro spostando la tua visuale su una tastiera elettrica nel ripiano vicino alla scrivania. Ti attendi che sia solo una sorta di Waiting Room di introduzione: no, invece se già nel gioco come scopri facendo Nuova Partita. 

A quel punto cominci a navigare tra le stanze col solo utilizzo del mouse - vi sono infatti varie frecce sullo schermo che possono essere cliccate per le varie direzioni - e...niente, te ne vai un po' giro. Ci si mette abbastanza a riuscire a recuperare l'indizio - una nota su uno scaffale in cucina - che ti indica cosa devi fare per poter triggare l'evento successivo. Vale la stessa cosa per praticamente tutto il - breve, 15 minuti - gioco. 

Nonostante questa estrema semplicità, il gioco riesce a trasmettere una sensazione di estremo disagio, portata essenzialmente dalla solitudine priva di rumori in cui il personaggio si muove, dalle inquadrature che permettono di vedere solo determinate parti della stanza e dalla presenza di un paio di luoghi - come una stanza rossa, tipo quella per sviluppare foto - angusti. C'è anche uno screamer ma non è semplice scoprirlo. 

Non è che hai molto da dire: pochi sono gli elementi con cui l'interazione è significativa - tanti invece gli scaffali o armadi in cui non si troverà nulla di rilevante - e gli oggetti recuperati saranno usati automaticamente all'interazione col punto rilevante - e non è che ci voglia una Laurea in Ingegneria degli Audiovisivi alla Normale di Pisa per capire che una videocassetta va in un videoregistratore. 

Si tratta però solo del primo tentativo e già l'autore annuncia una continuazione. 

Sorpresa: non chiudi nemmeno qui. Come? 4 giochi? 

No, solo l'indicazione dell'ultimo prodotto di Kai 3114, Horror Place Escape, giocabile qui. A questo sviluppatore hai addirittura dedicato uno speciale e anche questa produzione è simile a quelle di cui ha già parlato. Per i curiosi andare qui

Stavolta chiudi per davvero e se per caso volete trovare la porta di uscita...cercatela.

Flashgames Ep. 35: 3 al prezzo di 2 Flashgames Ep. 35: 3 al prezzo di 2 Reviewed by radish7 on 18:40 Rating: 5

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