Indie Rpg Ep. 44: tra conventi e streghe



Pronti per l'ennesima edizione di RPG Game Horror, una rubrica che ha trovato rinnovato vigore dopo che hai deciso a tradimento di installare RPG VX Ace che ti eri ripromesso più volte di non installare: ecco, più o meno è andata come quando Vialli scriveva allegramente sui muri di Genova che non sarebbe mai andato alla Juve e con l'altra mano firmava un bel contrattino per il suo nuovo appartamento a Torino. 

Comunque il panorama dei giochi RPG Horror è decisamente molto fervido: stavolta tocca fare un giretto in un convento e fare la conoscenza di una povera ragazza che per qualche motivo viene considerata una strega. 


The Convent è un RPG piuttosto breve - siamo sui 20 o 30 minuti se proprio lo si vuole spremere come un'arancia della Piana D'Oro - che risulta però nella sua brevità piuttosto piacevole. Sviluppato da Mikeru e scaricabile qui, vestirai i panni di un ragazzo che per qualche motivo mai chiarito si ritrova a dover visitare un convento dove la preghiera non è più l'attività principale.

Dal punto di vista grafico il gioco convince abbastanza: classica impostazione deformed del tool di RPG Making con una buonissima definizione e priva di pixellosità. Non vi sono particolari abbellimenti - niente disegni a sostegno della trama, in realtà neppure avatar con finestre di dialogo, le parole vengono semplicemente riportate sulla parte bassa bianco su nero - ma piace comunque la schermata iniziale, molto evocativa. 


Anche dal punto di vista del gameplay il gioco appare molto essenziale. Il menù - accessibile con consueto tasto X - è pari pari preso dal tool di RPG Making senza nemmeno sfoltirlo delle voci inutili; piace invece l'idea di vincolare i salvataggi al ritrovamento di un blocco note ad inizio avventura che comunque non può proprio essere missato. Gli enigmi non sono molti ma sono comunque abbastanza vari: combinazioni, ritrovamento di oggetti - che talvolta vengono evidenziati con classico scintillio e tale altra devono essere invece ritrovati dopo una sessione di tasto Z su tutto ciò che può essere rilevante nella stanza in cui ci si trova - fasi a tempo - in cui bisognerà raggiungere un determinato oggetto entro il tempo massimo pena il GAME OVER - e scelte che, qualora sbagliate, pongono prematura fine all'avventura. Fine prematura che può anche arrivare con il Bad Ending che si ha nel momento in cui si affronti l'unica scelta che veramente condiziona la trama. Accanto ad esso abbiamo il Good Ending che allunga l'avventura di circa 10-15 minuti. Quello che veramente piace è però la maniera in cui gli enigmi vengono posti: all'inizio di ogni stanza una nota descrive in maniera criptica quello che non si deve fare e solo l'ingegno del giocatore permette di interpretarla nella maniera corretta. Vi sono infine delle scene stealth e di inseguimento comunque piuttosto semplici: lo sviluppatore è stato decisamente generoso da questo punto di vista. 

Il difetto più grosso è però la presenza di alcuni bugs che ad ogni modo non inficiano il gioco nel senso che non lo fanno mai crashare; e poi camminare sui muri o su tracce di sangue in essi contenuti è un po' il sogno di tutti, dai. 

In definitiva un gioco corto con del potenziale: non male come primo tentativo. 


Di livello decisamente più avanzato anche se non di durata superiore appare Shiro no Shinjiu, sviluppato da kidofrillyskirt e scaricabile qui. Impersonerai stavolta una povera ragazza muta cui è morta la madre e che viene tenuta lontana dal villaggio vicino in quanto considerata una strega. 

Si parte decisamente bene sotto l'aspetto grafico con una schermata iniziale davvero bella da vedere ed evocativa e si continua altrettanto bene con una serie di disegni ben fatti che spaziano dagli semplici sprite dei personaggi durante i dialoghi sino agli intermezzi tra gli stessi e nel caso di interazione con qualche oggetto rilevante dello schermo. Piace molto la scelta di lasciare tutto il gioco in bianco e nero consentendo solo agli sprite dei personaggi, ai disegni e ai dialoghi di portarvi del colore e trasmettendo cosi' l'impressione di una specie di fiaba.

Il gameplay risulta in realtà essere piuttosto lineare e di durata breve quasi senza enigmi e incentrato prevalentemente sulla trama. Il menù è quanto mai essenziale ma privo di voci superflue. La documentazione viene portata mediante delle note che, cosa che davvero piace molto e non è frequente per gli Indie, scorrono su schermo come se si trattasse di titoli di coda. Tutto ruota attorno alla scelta conclusiva che è in grado di determinare i ben 4 finali - uno Good, uno Normal e 2 Bad - di cui il gioco è fornito.



Più che di componente horror si dovrà parlare in questo caso di tristezza che potrà essere alleviata solo dall'ottenimento del finale Good: negli altri casi la situazione della povera ragazza non subirà miglioramenti sostanziali. Tristezza che viene indotta anche decisamente dalle musiche che. al pari della grafica, sono decisamente di altissimo profilo.

In conclusione un gioco che si può descrivere con poche parole ma che non per questo non si dimostra estremamente valido: invitati senz'altro alla prova. 


Si conclude qui anche questa edizione della rubrica e se per caso doveste trovarvi in prossimità di un convento...a voi la scelta. 

Indie Rpg Ep. 44: tra conventi e streghe Indie Rpg Ep. 44: tra conventi e streghe Reviewed by radish7 on 14:05 Rating: 5

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