Continuano le interviste ai protagonisti della serie e stavolta tocca ad uno dei più amati: Jean, da Trost, numero 6 nella classifica del laureati del 104esimo Corpo di Addestramento. Giusto per precisare.
Manca anche in questo caso qualche pezzo, forse finito nella bocca di qualche titano.
La tumultuosa giovinezza di un giovane uomo con la faccia di uomo cresciuto.
Mentre manteneva sembianze della sua pubertà nella sua fisionomia, Jean Kirstein dava l'impressione di essere un giovane e stabile ragazzo. L'intervista comincia annunciandolo. Si presenta in accordo con le formalità, poi, chiaramente imbarazzato, si gira.
Piacere di conoscerti.
J: Non è che qualcuno mi abbia detto di farlo. Ho deciso di entrare nella Legione Esplorativa da me.
D: Beh, nei documenti che ho qui, si dice che le circostanze dietro la tua decisione di unirti alla Legione Esplorativa furono la morte di Marco Bodt che cadde durante la battaglia. Ti senti di averci detto abbastanza riguardo a lui?
J: Si...lo sapevo che mi avresti domandato di lui.
D: Lo so che non si può fare altrimenti ma credo tu non possa fare a meno di pensare a quella cosa.
J: Dopo l'attacco, finii per pensare a chi sarebbe morto poi...A quel tempo pensai che se fossi stato li avrei potuto salvarli.
D: La ragione dietro al "Adesso, che dovremmo fare?" viene dalle parole di Marco, vero?
J: Quello e inoltre mi sentivo come se non riuscissi ad allontanarmi dai miei rimorsi e dalle mie responsabilità. Anche se ero in una squadra differente...se Marco fosse stato con me, mi domando se sarebbe ancora vivo.
D: E' perchè ti conosceva bene, vero?
J: Si. Quando stavamo per laurearci, l'aver detto "Non sei una persona forte, Jean" lo dimostra molto bene. C'erano parecchie cose...siamo andati incontro a parecchie cose.
D: Comunque il desiderio di Marco era quello di unirsi alla Polizia Militare, vero? Quali sono i dettagli su come la sua morte divenne la ragione per cui tu ti unisti alla Legione Esplorativa?
J: Marco disse che ero una persona che sapeva quello che si doveva fare. All'inizio non prestai molta attenzione a queste parole ma - dopo l'assalto di Trost - capii cosa significavano. Alla fine capii cosa andava fatto. Come se mi sentissi come se potessi provare e riporre la mia fede in Marco.
D: Dall'altro lato, quali sono le cose su cui hai dovuto lavorare?
J: Ce ne sono state tante. Quando ero una recluta ero assolutamente fiducioso di essere eccellente. Se ci penso ora, non ero altro che un moccioso...se avessi fallito anche solo di poco mi sarei perso d'animo immediatamente. Durante quei momenti, chi mi sosteneva era Marco.
D: Cosa ti diceva?
J: Stava solo li in silenzio. Quindi, si, anche se non la smettevo di lamentarmi, rimaneva calmo..
D: Ad esempio?
J: Volevo sempre prendere bei voti durante i test, ero sempre di malumore ogni volta che mi facevo male. Ma Marco sarebbe sempre rimasto lo stesso chiunque avesse dovuto fronteggiare.
D: La tua scelta di parole si adattava alla situazione?
J: No, non proprio. Mi facevo sempre beffe di lui per essere uno studente modello e comunque Marco sorrideva semplicemente. Davvero...mi domando come facesse a fare comunella con uno come me a quei tempi, quando ero solo uno che pensava a se stesso e nessun altro...
D: Non avrebbe mai litigato con te?
J: Beh, prima di tutto, quel ragazzo raramente si offendeva...ma...era un buon ragazzo tanto per cominciare. Troppo buono. Anche se sapeva sempre vedere attraverso tutto, cercava sempre di evitare conflitti. Aveva un cuore gentile ed era rispettoso verso i suoi amici...era quel tipo di persona.
D: Che tipo di relazione avevate?
J: Qualunque fosse, stavamo molto insieme. I nostri voti erano molto simili, quindi stare assieme durante l'addestramento divenne un'occorrenza frequente...
SNK Smartpass AU Ep. 22: Jean da Trost
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