Il filmone: Draft Day, quando l'intuito porta al successo



Ah, il film sportivi: li ami. Un po' perchè hai praticato qualche sport a random, un po' perchè ancora ne segui alcuni. E soprattutto perchè, molto spesso, raccontano - vero o falso che sia - il retroscena del dietro le quinte, i meccanismi che da dietro muovono lo sport che poi vedi sul campo. 

Ed è questo il caso di Draft Day che racconta le tensioni del giorno del draft - per chi non sa cosa sia: il giorno dell'anno in cui in America nei vari sport vengono scelti gli atleti universitari più meritevoli dalle squadre professionistiche secondo un ordine che tiene conto della classifica dell'anno precedente assegnando cosi le prime scelte alle squadre in teoria più deboli - in un'ora e quaranta di film; tanto dal lato di chi deve essere scelto quanto soprattutto dal lato di chi deve scegliere. E lo fa piuttosto bene, devi dire. 

Per la regia di Ivan Reitman, direttamente dal 2014, 5 motivi 5 per guardare questo film. 

1- Inside per gli addetti ai lavori...

L'hai già detto: la storia racconta le delicate trame dei general manager delle varie squadre del football professionistico nel giorno immediatamente precedente e fino al draft. In particolare la vicenda di Sonny Weawer Junior che ha "ereditato" il suo ruolo dal padre morto appena dieci giorni prima. Telefonate infinite, frizioni con il proprio staff e con il proprietario, difficoltà di rapporto con la madre che non vede di buon occhio la sua nuova relazione, indagini sui possibili giocatori da prendere e giochi di prestigio e di furba strategia per arrivare al risultato voluto: costruire una squadra che possa competere per il titolo in sole 24 ore che possono risultare decisive. E il ritmo del film, nonostante la lunghezza, è quello giusto: non annoia, da la felice impressione che il tempo scorra veloce. Cosi come quello del draft. 

2- ...e vita privata

Ma anche la vita privata del povero Sonny che dieci giorni prima ha perso il padre, che sta per diventare padre a sua volta e non se l'aspettava, che ha la madre contro per la scelta della nuova compagna - solo lei nel mondo visto chi è - che invece dimostra, senza fare niente di particolare, di essere per lui un importante sostegno in 24 ore di assoluta tensione. Senza mai troppo indugiare su questo aspetto chè alla fine il punto rilevante della trama è quello sportivo

3- La resa

Intendi proprio da un punto di vista delle scelte tecniche. Piccoli particolari già più volte visti che risultano estremamente efficaci per rendere le sensazioni del momento. Schermo diviso in due parti per rappresentare le telefonate in maniera da poter osservare l'atteggiamento di entrambe le persone ai due capi; introduzione delle diverse città interessate grazie a panorami seguiti da indicazioni degli stadi e da scritta del nome della città e della squadra. Nulla di particolare ma funziona davvero bene. 


4- Il cast

Forse non di prim'ordine ma con tutta gente che sa il fatto suo. E se Kevin Costner proprio non si discute, ancora meno si discute una stupenda Jennifer Garner che proprio non dimostra i suoi quarant'anni. 

5 - Gli ultimi venti minuti 

Spettacolari. Cresce l'hype anche per il bisogno di prendere delle decisioni molto veloci nei dieci minuti massimi previsti dal sistema per la scelta. E in quei pochi minuti si incontra tutto l'acume tattico del buon Sonny che con cipiglio si prende anche della sonore rivincite andando ad usare delle frasi piuttosto epiche come 

"Dillo con me, bastardo mangiatore di plumcake"

oppure

"Il mondo è diverso da quello di 30 secondi fa"

Bellissimo. 


Consigliato? Ovviamente si. Anche se non dovete partecipare ad un draft. 

Il filmone: Draft Day, quando l'intuito porta al successo Il filmone: Draft Day, quando l'intuito porta al successo Reviewed by radish7 on 07:00 Rating: 5

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