Il filmone: Dragon Head, buonissimo live action per un buonissimo manga



Di film live action ispirati ad anime e manga più o meno conosciuti te ne sciroppi parecchi. Un po' perchè sei curioso di vedere come i Jappi siano in grado di rendere nello splendore della celluloide certi episodi, un po' perchè sei abbastanza un precisino e, se qualcosa ti prende, ti va di entrare in contatto con tutto quello che il brand propone manco si trattasse di una forma di vita aliena. 

Stavolta hai invertito l'ordine dei fattori: hai visto il live action di Dragonhead, manga di Minetaro Mochizuki serializzato a partire dal 1995 e conclusosi nel 2000, prima di aver completato la lettura del fumetto. E...decisamente ne hai da parlare bene. 

Le regole però son sempre quelle: 5 motivi 5 per vedere - si, in questo caso non lasci suspance e lo dici che ne vale la pena - Dragonhead, action movie del 2003 scritto e diretto da Joji Iida. 


1- La realizzazione tecnica

Eri pronto a scriverne piuttosto male dopo i primi 45 minuti. Poi, invece, ti sei ritrovato a fare il contrario una volta terminata la visione. 

Perchè se nella prima parte finisce che, al di là dei suggestivi e comunque ben fatti scenari dentro a quel maledetto tunnel, di titoli di testa dalla grafica piacevole e di interessante scelta di utilizzare effetto carboncino sulle vedute della Tokio pre-apocalittica, si usano dannati e per nulla piacevoli filtri gialli per i flashback dei personaggi e il trucco del personaggio che "abbraccia l'oscurità" è di quelli da tribale mal riuscito durante un rave party andato a ramengo, poi i pochi effetti speciali - fiamme, esplosioni, caduta di lapilli come meteore - e soprattutto la ricostruzione del mondo apocalittico sorprendono a dir poco. A maggior ragione se si consideri che la produzione è del 2003 e che si era proprio agli albori della computer grafica come la si conosce oggi. Un punto a favore. 


2- La storia

Non è merito degli autori del film ovviamente ma del buon Mochizuki al quale spetterebbe una statua di cenere bianca con ornamenti di lapilli rossi. Prima di alzare la mano dalla platea e dire che sa di già visto, si pensi che il fumetto è del 1995; se è vero che il tema apocalittico era ben iniziato sia a livello anime/manga - basti pensare a Ken il Guerriero, per dirne uno - che a livello cinematografico - Blade Runner? Dune? - e che pure quello scolastico era lontano ormai dalle sue origini - chè già negli anni '60 c'era un'infilzata di Majocco che finivano presso le rinomate scuole Japponiche -, lo è altrettanto che la fusione dei due e, soprattutto, la maniera e la prospettiva in cui vengono trattati non ha molti precedenti. 

No, non lo spoileri perchè il live action va visto - o il fumetto letto - .


3- Sociologia, psicologia, scienza

Tutte nella giusta proporzione. Dragonhead è si' la storia di un paio di adolescenti che si trovano a vivere un'avventura null'affatto felice in un mondo post-apocalittico; ma è molto pure un sano viaggio nelle conseguenze che un disastro su scala mondiale possa comportare nelle menti delle persone, nei rapporti tra i - pochi - sopravvissuti e sul nostro pianeta. 

Cosi hai apprezzato per esempio la progressiva scoperta, che diviene chiara solo nell'ultimo frame del film, delle cause dell'apocalisse; ti è piaciuta pure la spiegazione fisica - e non completamente campata per aria anche se non sei un fisico ma qualche leggera nozione ce l'hai - e la sua connessione - ripeti: tutt'altro che impossibile - con le persone. In sostanza - spoiler, evitare se si pianifica di darci un'occhiata - si scopre alla fine che un enorme vulcano ha provocato lo slittamento della crosta terrestre e, come conseguenza, con la redistribuzione dei materiali di cui è composta, persino squilibrato il campo magnetico del pianeta. Già fisicamente questo - si, perchè la stessa mente umana è un insieme di impulsi nervosi che altro non sono che segnali elettrici sia pure viaggianti su supporto organico anzichè inorganico - ha determinato lo squilibrio neurologico dei sopravvissuti: detto in termini semplici, sono diventati instabili mentalmente. 

Ovviamente anche le severe condizioni venutesi a creare a livello psicologico hanno influito; i comportamenti deviati di alcuni hanno chiaramente influenzato i vicini e, da questo punto di vista, non appare per nulla male l'intuizione secondo cui più sono le persone a contatto, più il danno cerebrale si diffonde velocemente. Aggiungiamo a questo pure la mancanza di luce - tema dominante per i primi 45 minuti di film passati in un tunnel, ma pure dopo visto che la cenere del vulcano ha oscurato il sole e impregnato l'atmosfera a tal punto da costringere quell'unico elicottero che si vedrà a volare a bassa quota - e si giustificano comportamenti disperati come l"abbracciare l'oscurità", il suicidio di massa - accompagnato dall'omicidio previo di tutti coloro che dissentono - e l'affermazione della legge del più forte. 

Troppo dolore, troppa sofferenza; due sono le possibili vie d'uscita. Una la pratica un chirurgo che in sostanza lobotomizza i propri due figli rendendoli comunque insensibili e totalmente apatici persino alla morte della madre davanti ai loro occhi; la seconda consiste in uno strano cibo in scatola che provoca lo stesso effetto, rendendo peraltro gli assuntori persino totalmente inerti di fronte ad una pioggia di lapilli che li sta colpendo. 

E proprio su questo si innesta il quesito finale: abbandonarsi agli eventi e riconoscere la propria impotenza di fronte ad un infausta calamità naturale o tentare di sopravvivere? La risposta dei protagonisti, passati per smarrimento, desolazione, speranza, dubbio, paura, sarà molto poco Japponica: andare avanti, sopravvivere e non fare semplicemente finta che nulla sia successo. 


4- Frasi ad effetto

Più di qualcuna, pertinenti al momento ed in grado davvero di immedesimare lo spettatore grazie ad una felice scelta terminologica e costruttiva. Ne citi giusto un paio. 

"Se non posso piangere o ridere, qual'è il punto di tutto questo?"
"Quello che rimane poi è speranza o disperazione. Nessuno può dire quale delle due. E' una domanda per il futuro. Il nostro futuro". 

Boom. 


5- Quesiti

Lo ripeti: non hai il letto il manga per intero e sospetti possa aggiungere qualcosa. Un paio di domande ti sono infatti rimaste e non è comunque cosa brutta. 

La prima riguarda quelle famigerate razioni di "cibo per i sopravvissuti". La domanda la getta lo stesso protagonista che dice "Chi l'ha inventato?" e poi "Che futuro avevano previsto per chi non lo avesse preso?". In effetti sembra parecchio strano che i sopravvissuti che decidono di "far finta che nulla sia accaduto" trovino cibo che permette loro di ottenere esattamente quello scopo andando a offuscare i loro sensi ed il loro intelletto e rendendoli apatici al punto da non provare sentimenti e non temere la morte. Sembra quasi che questo cibo fosse stato previsto da chi aveva allo stesso modo previsto il possibile verificarsi della calamità. Alla stessa maniera, il chirurgo che decide che i suoi figli sarebbero stati lobotomizzati sembra sapere qualcosa prima che gli eventi inizino. Facendo 2+2=5 dici che non si sa chi avesse previsto la situazione ma che quel chirurgo ne era parte.

La seconda questione riguarda il bel finale. Ma non quello coi protagonisti, quello dopo i titoli di coda. L'immagine passa da quello stesso cielo offuscato di cenere causata dai fenomeni tellurico-esplosivi più volte visto, ad uno finalmente celeste chiaro con il sole nuovamente in bella vista. Che voglia indicare che alfine la calamità ha cessato di manifestarsi e di produrre tutti i suoi effetti deleteri? Resta comunque che tutto quello che se ne può desumere è che il pianeta è "sopravvissuto": niente si può dire rispetto all'umanità che per bocca del protagonista aveva lanciato la sfida al tremendo vulcano causa dell'apocalisse. 


Termina qui questo post e, di nuovo, inviti alla visione perchè secondo te ne vale la pena. Il live action lo si trova subtitolato in lingua inglesica presso i seguenti due link: prima parte e seconda parte. 


Il filmone: Dragon Head, buonissimo live action per un buonissimo manga Il filmone: Dragon Head, buonissimo live action per un buonissimo manga Reviewed by radish7 on 07:00 Rating: 5

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