Fairy Tail: Dragon Cry - un drago di OAV



Ah, Fairy Tail: senza dubbio uno dei tuoi anime preferiti - sì, per scelta non stai seguendo il manga - e sicuramente uno dei battle shonen di riferimento del nuovo millennio. Caratterizzato da un intrigante mondo fantasy tipico dei giochi di ruolo e dalla presenza di magie come metodo di battaglia, quando lo spettatore pensa ad esso in linea di massima i termini che vengono in mente sono: avventura in ambiente fantasy, personaggi, combattimenti magici, ilarità, ideali e sentimenti e...fan service.

Ora: appurato che quell'ultimo elemento c'è eccome - generosi primi piani sui lati B di Lucy, che finisce per fare la ballerina del ventre ed Erza e altrettanto allettanti inquadrature dei notevoli decoltè delle protagoniste e dei fisici dei protagonisti - , in Fairy Tail - Dragon Fly - (劇場版 フェアリーテイル -DRAGON CRY- Gekijōban Fearī Teiru: Doragon Kurai ), lungometraggio di 1 ora e 24 minuti del 2017, ci sono anche gli altri? 

Hai voglia. 



Parti subito dalle parti ilari chè ci metti solo qualche secondo. Ti è bastato vedere Gaijel impegnato con chitarra e look da bluesman strimpellare giusto un paio di giri e già sei caduto dalla sedia; oppure Happy diventare improvvisamente rosso fuoco per la sorpresa di Natsu; o ancora sempre il gattino aver paura di una cagnolino delle sue dimensioni che Natsu allontana solo guardandolo torvo. 

Passando alle cose serie, i combattimenti ci sono e, seconda la logica cara all'anime, non consistono solo in chi picchia più forte: c'è sempre un minimo di strategia sotto, c'è l'idea geniale del protagonista che trova il modo di scoprire i punti deboli del nemico - ad esempio: Lucy che capisce che il tremendo potere di Zash, su cui tornerai tra poco, viene annullato semplicemente con degli occhiali da sole - o di aumentare l'efficacia dei propri attacchi, prima senza o con scarso effetto, grazie a qualche stratagemma. Uno shonen leggermente "tattico": anche questo è Fairy Tail. 

La costruzione del contesto ovviamente ti piace alquanto, perfettamente in linea con la tradizione di Fairy Tail. Stavolta la missione che i membri della gilda devono affrontare - si, è cosa da uomini - viene localizzata nell'isola di Stella, situata a sud Est di Ishgar e in beato isolamento. In essa un esiliato di fiore, Zash, è riuscito ad assurgere ai ranghi di Primo Ministro grazie anche alla sua magia nera che gli permette con lo sguardo di asservire le persone - e si alimenta col sangue di giovani ragazze tra cui le Tigri Bianche che avevano provato ad arrestarlo come mandatarie di Fiore al suo arrivo per poi finire imprigionate -; peccato che il regnate Animus nasconda a sua volta un segreto mica da ridere. Presentato per tutto l'OAV come una persona a se stante, si scopre alla fine essere Sonya, inserviente di Zash, dotata peraltro di un potere simile allo scan che le permette di individuare la presenza di nemici; di più: dentro di lei alberga Animus, uno dei draghi, pressappoco alla stessa maniera in cui Igneel dimorava all'interno di Natsu. Quella era stata la via in cui il drago era riuscito a non morire dopo l'attacco del terribile Acnologia, che scopriamo essere un Dragon Slayer e che vedremo alla fine dell'OAV, ma ci ritorni poi. 

La principale risorsa del regno è lo Stellanium, materiale più duro del diamante ed in grado di assorbire la luce stellare - da cui probabilmente il nome - con il piccolo problema di essere instabile e poter esplodere. Ma il piano di Zash non è questo: lui ha rubato il Dragon Cry, un bastone che contiene tutte le memorie e i sentimenti, non proprio felici, dei draghi, fatto di Ethernon concentrato e capace di esplodere disintegrando il mondo conosciuto se sollecitato con la giusta forma di energia: che, guarda caso, è proprio lo Stellanium. 

Non che Stella sia un regno indifeso: dispone infatti delle 3 Stelle - maghi molto potenti, ciascuno con la propria abilità, in grado di dar filo da torcere ai protagonisti - e di un esercito di Quartum, ossia di Dragon Slayers di quarta generazione - ok, la fantasia nella scelta dei nomi non è mai uno dei punti forti di Fairy Tail - creati artificialmente con la Lacrima di Drago. E da lì partono degli scontri piuttosto piacevoli che culminano in quello contro Animus con un Natsu che assume la forma di un simil-drago definito come E.N., ossia l'entità che distruggerà tutto - no spoiler, please -. 

In chiusura si vede il sempre simpaticissimo Acnologia raccogliere il nastro in cui il bastone si era tramutato; grazie ad esso vedere tutto quello che era successo e poi sgretolarlo sotto gli occhi di un nascosto Zeref. 

Manca qualcosa? Ah si: gli ideali. In perfetto stile Fairy Tail questo OAV batte più volte sull'amicizia tra i membri della gilda come motore che consente loro di ritrovare forza e convinzione in momenti disperati e in più sul dolce sentimento di Sonya che, capito che Animus l'aveva usata, lo ricorda comunque come un padre a cui deve la salvezza dalla morte; lo stesso drago, per quanto apparisse malvagio, termina la sua esistenza felice di aver potuto vedere per la prima volta un sorriso sulla bocca della ragazza. 


In definitiva un OAV che si colloca tra il penultimo - già visto - e l'ultimo arco della storia - per il quale si attende la trasposizione anime e sei molto fiducioso nonostante non vi sia stato ancora alcun annuncio ufficiale perchè Fairy Tail in terra Japponica tira sempre come nemmeno uno che si fa uno spinello - e la cui visione risulta senz'altro piacevole e divertente. Per coloro che volessero fare un giro a Stella, dirigersi qui. 

Fairy Tail: Dragon Cry - un drago di OAV Fairy Tail: Dragon Cry - un drago di OAV Reviewed by radish7 on 07:00 Rating: 5

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