Z Nation: di nuovo in viaggio nell'America Apocalittica



Ebbene sì: anche questa stagione di Z Nation - la quarta - è terminata e te la sei sciroppata come la glassa sopra la torta di Natale. Quali mirabolanti momenti sono degni di nota?


1- Zona

L'avevano pensata bene i riccastri andando a costruire una specie di paradiso anni '50 - più o meno l'età della loro giovinezza - completamente privo di zombie e in cui l'umanità sarebbe dovuta sopravvivere mentre fuori sarebbe avvenuto il Reset, ossia lo scarico di una amorevole bomba chimica capace di sciogliere tutto quello che rimaneva delle forme viventi, umani non privilegiati compresi. 

Due puntate in uno sfolgorio di maglioncini da golf, casette con prato stile inglese, automobili moderne quanto Elvis Preasley e ore del tè. Ma siccome Warren ha contratto da tempo la sindrome di Ken il Guerriero, va tutto a carte 48 grazie anche all'amorevole aiuto di Murphy e del Dott. Teller; o forse più semplicemente non ha gradito che le abbiano dato una botta di ossigeno ai capelli senza chiederle il permesso chè, si sa, le donne all'acconciatura ci tengono. 


2- Lucy

La figlia di Murphy cresce piuttosto velocemente fino a diventare una adolescente normale...più o meno, tranne per la pelle blu che la fa somigliare a Puffetta. Capace di comunicare con gli Zombie, e in costante rapporto di amore-odio col padre che accusa di non essere mai stato tale, alla fine però per lui si sacrifica andando a morderlo più volte per evitargli di diventare un Z e al contempo invecchiando sino alla morte. La tipica vita dei giovani dell'Apocalisse. 

3- L'arcobaleno nero

Niente, tutta la stagione è una ricerca continua di questo arcobaleno nero che Roberta vede nelle sue visioni. Si scopre poi che la Warren era in realtà stata istruita da Zona nei due anni del suo coma e che quello che il suo subconscio le comunicava era il nome del Progetto degli Stati Uniti per il Quarto Attacco, da utilizzarsi in caso di guerra globale qualora il Terzo - l'Atomica - non fosse bastato ad aver ragione dei nemici Russi; il tutto secondo la logica del "se non posso giocarci io, allora il giocattolo lo rompo". Peccato che il giocattolo sia qui il pianeta. 


4- Che storie

Una delle caratteristiche delle stagioni precedenti era l'introduzione in alcune puntate di storie di piccole comunità o piccoli nuclei con cui i protagonisti vengono a contatto durante il loro viaggio; delle side stories non necessarie per la trama principale ma sicuramente gustose. Stavolta ne ricordi un po' meno, giusto un paio: un tizio che fa del girare gli edifici religiosi per recuperare reliquie il suo scopo nella vita - e che, misteriosamente, pure entrando in contatto con Roberta e Co. non ci lascia le penne e sparisce al termine della puntata e Dio l'abbia in gloria - e una famiglia di spostati dalla droga all'interno di una sorta di parco divertimenti - che invece finisce male ovviamente, salvo però lasciarci momenti di puro ludibrio come la battaglia rap contro la Warren -. Ah, no: riappaiono pure il gatto e la volpe impegnati presso un barbiere che era in origine un bel assassino a Detroit e che ora si fa accompagnare da una sorta di cameriere della Famiglia Adams. Belle cose. 


5- Chi va e chi viene

Piccolo riassunto dei tuoi eroi. Addy sparisce abbastanza presto - dopo le prime due puntate - rapita e non si sa dove sia finita; di Lucy hai detto; Warren, Diecimila, Doc, Murphy se la viaggiano assieme alla nuova entrata e recluta militare rossa, figlia del colonnello che vediamo morire nelle prime puntate: un bel personaggio che, capito che ormai il reset non sembra più fermabile, decide di gettarsi addosso a Diecimila e godersi in maniera tradizionalmente sessuale le ultime ore di esistenza. 


E' tutto per il momento dalla base Northern Light; adesso mi scusassero, devi prenderti cura di uno zombie nell'altra sala.

Z Nation: di nuovo in viaggio nell'America Apocalittica Z Nation: di nuovo in viaggio nell'America Apocalittica Reviewed by radish7 on 07:00 Rating: 5

Nessun commento:

DomKaneki2015 . Powered by Blogger.