Ti è un po’ salita la scimmia – versione King Kong – per gli anime horror/mistero. E allora, dopo Higurashi, Umineko – di cui non hai scritto e dovresti essere fustigato per questo – e Another, ti sei andato a recuperare anche Tokko (特公), anime del 2006 di 13 episodi tratto da un manga omonimo del maestro Tohru Fujisawa, uno che aveva giusto nel suo curriculum una cosetta come Great Teacher Onizuka.
E, al termine della visione, hai dei pareri abbastanza contrastanti che vanno tra chi si gasa per un goal in rovesciata del principale attaccante della sua squadra di calcio e chi si deprime perché l’ultima in classifica a zero punti ti pareggia la partita nel recupero dopo i 90 regolamentari con gol di testa del portiere – ogni riferimento è puramente casuale -.
Perchè, in definitiva, la storia, pur non essendo originale, ti è piaciuta parecchio.
In sostanza avviene un incidente presso la città di Machida con cui si crea una voragine all’interno della quale crolla un palazzo: solo 12 sono i sopravvissuti. Cinque anni dopo, al fine di controllare una serie di omicidi inspiegabili, vengono istituite la Prima e la Seconda Divisione dai Servizi Segreti giapponesi con una differenza piuttosto marcata: la Prima – la Tokki – è un semplice ramo della polizia, mentre la seconda – la Tokko – è formata da sopravvissuti della tragedia di Mochida – tranne il loro capo – e combatte contro strane entità responsabili di omicidi, apparendo pure quando ci sia da eliminarne le tracce e potendo prevalere ovviamente sulla Tokki – il che fa abbastanza incavolare il capitano della stessa -. Si scopre così che in tempi remoti un nobile del Sud Italia aveva ordinato a degli Alchimisti – 12 – di utilizzare lo Scrigno di Dirge – nome di un demone persiano -, manufatto in 108 pezzi in grado di aprire il portale per l’inferno: per farlo lo avevano anche fatto consentendo l’arrivo di alcuni demoni che avevano ucciso il nobile stesso ed erano poi stati sigillati dallo stesso gruppo di alchimisti.
Questi demoni hanno caratteristiche ben precise. Innanzitutto vi sono alcuni più forti che fungono da sorgente: costoro sono in grado di comandare i minori e vanno eliminati al fine di evitare che i tirapiedi continuino a riformarsi: sono individuabili tramite delle sorgenti ioniche oppure grazie alla speciale caratteristica di alcuni dei protagonisti. I demoni sono in grado di impossessarsi di umani – all’inizio si presentano come delle sorte di parassiti vagamente simili a millepiedi con faccia umana - , oltre a poter compenetrarsi con i muri e volare – il che li fa definire anche “fantasmi” - e vengono uccisi solo qualora distrutti con armi bianche, volatizzandosi in quel caso in cenere nera più o meno alla stessa maniera degli Ajin. Le “sorgenti” sono classificate secondo l’ordine del loro avvistamento - “12esimo” , “13esimo” - e hanno la caratteristica di contenere in sé uno dei 108 pezzi dello Scrigno di Dirge, caratteristica condivisa con i membri della squadra Tokko.
Questi ultimi, infatti, sono alcuni dei sopravvissuti della tragedia di Mochida e sono “simbionti”, ossia contengono in sé un demone latente che viene risvegliato al momento in cui si trovano sul punto di morte: tuttavia il loro risveglio potrebbe anche comportare la prevalenza del demone, facendo loro perdere il controllo e la loro umanità. Uno dei personaggi principali, peraltro, mostra come sia possibile anche cibarsi dei demoni sconfitti ed in questa maniera assumerne i poteri diventando sempre più forti un po’ secondo la stessa logica di Attack On Titan.
Lo scopo diventa a questo punto chiaro: i demoni cacciano i sopravvissuti per poter recuperare tutti i pezzi dello scrigno di Dirge e riaprire il portale con l’Inferno; i Tokko hanno lo stesso obiettivo ma per un fine diametralmente opposto. La situazione viene poi complicata dalla presenza di alcuni umani che “vendono” questi sopravvissuti ai demoni al fine di ottenerne favori che non vengono mai esplicitati; umani che sono inseriti negli stessi servizi segreti andando quindi ad aggiungere un tocco di “poliziesco” alla trama.
Se la trama ti piace, la sceneggiatura, ossia la maniera in cui viene svolta, ti convince molto meno. Tutti gli episodi risultano molto schematici e ripetitivi: prima si costruisce l’antefatto oppure si getta l’occhio sulla vita privata dei protagonisti – il che permette di caratterizzarli a sufficienza ma non comunque in maniera memorabile anche per il fatto che il loro passato finisce per essere sempre lo stesso, con grossomodo sempre le stesse esperienze, variando soltanto la maniera in cui viene percepito ed affrontato -, poi si accellera molto velocemente la parte action che realmente porta avanti la storia, contenendola di solito negli ultimi 10 minuti – quando va bene – dei circa 20 previsti. A livello generale, poi, qualcosa sembra non essere proprio perfetto: se ti piace la maniera in cui progressivamente si scopre l’arcano dei demoni – con una storia iniziale del nobile ricostruita tramite ricerche su libri e quadri antichi e reperti, come una mano, recuperati dal Dipartimento di Ricerca di Medicina Legale - non apprezzi invece quello che segue, con un finale rushato oltre ogni limite, rivelazioni e inserimenti di nuovi personaggi e nuove svolte del plot solo negli ultimi due episodi e uno scontro col boss finale che dura un minuto scarso. Troppo poco come epilogo di un climax costruito invece in maniera pertinente con la classica posizione della nemesi come quasi imbattibile grazie ad un potere definito “Divina Provvidenza” che, tra le altre cose, gli permette di creare scudi contro i proiettili, di rivolgere indietro gli stessi colpi a lui indirizzati, di creare degli ostacoli invalicabili persino ai Simbionti più forti e persino di guarire istantaneamente da qualsiasi ferita. Tutto sembra rimandare ad una seconda stagione: al momento in cui scrivi, però, non se ne ha traccia alcuna.
Non puoi dire nemmeno di essere soddisfatto della grafica e delle animazioni. Intendiamoci: il disegno ci può stare ma assomiglia maledettamente a quello degli anni ‘90 con il piccolo particolare che l’anime è del decennio successivo. Pochi e molto approssimati sono però i fondali; vi sono seri errori di prospettiva; alcune animazioni – specie quelle dei movimenti repentini dei personaggi – sono francamente piuttosto imbarazzanti.
Poco hai gradito anche il fanservice anche se non frequentissimo comunque del tutto gratuito; non hai avuto particolari sussulti nelle scene splatter – che sono per la maggior parte semplice macchie di sangue -; hai apprezzato però la presenza di alcuni intermezzi ilari e divertenti che contribuiscono a spezzare ritmo talvolta piuttosto fitto. Accattivante hai trovato la opening – molto retrò, simile per composizione e sonorità a quelle di primi anni ‘90 -, mentre durante gli episodi le musiche sono praticamente assenti e la ending appare un po’ poco pertinente.
In definitiva un anime che ti ha un po’ deluso. Per chi voglia recuperare i 108 frammenti dello scrigno di Dirge, la ricerca comincia qui.
Tokko: horror investigativo/poliziesco soprannaturale
Reviewed by radish7
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07:00
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