Cyborg 009 Call of Justice: Netlix alle prese con un’altra serie storica



Ci risiamo: tra le varie proposte che la piattaforma di streaming digitale a pagamento Netflix porta all’attenzione degli abbonati c’è anche Cyborg 009: Call of Justice, sequel della saga che imperò prima nella metà degli anni ’60 e poi ad inizio anni 2000.

E…dopo la pausa. 


A differenza di quanto visto in Castelvania e in Devilman, stavolta l’anime è completamente svolto in CGI: niente disegni, niente stile particolare ma solida e semplice computer grafica standard. Scelta che alla fine piace al di là di alcune animazioni piuttosto “legnose” – specialmente nei movimenti più semplici, come la camminata, di alcuni dei protagonisti – e con combattimenti in particolare davvero spettacolari; in linea più generale sembra di assistere alla grafica di un gioco della vecchia PS2 anche e soprattutto per le colorazioni intense e molto spesso prive di qualunque sfumatura o gioco di luci che le ammorbidiscano. In mezzo a tutto questo giusto qualche effetto un attimo più ricercato come quello pellicola antica in bianco e nero e disturbo nei flashback. 



Se la realizzazione tecnica va comunque a gusti, la trama invece è coinvolgente il giusto, riprendendo completamente lo spirito della serie originale. 

Vinta l’organizzazione nota come “Fantasma Nero”, i Cyborg e il Prof. Gilmore si sono ritirati placidamente in una fattoria in Texas, giusto perchè stufi di combattere da mezzo secolo e con in animo di poter finalmente vivere una vita “normale”. Sì, credici. 
Non tardano ad arrivare i cattivoni della saga. Si tratta dei “Consacrati, specie di superuomini – o mutanti - che si sono messi in mente che la razza umana sta per estinguersi e vogliono quindi dare una mano: sì, cancellandone tutti i ricordi e in sostanza facendola ripartire da 0 e pazienza se circa il 5% della popolazione mondiale ci lascerà le penne, è evoluzione. Più precisamente nella sua forma “forzata”: gli umani vengono “overclockati”, ossia le loro normali facoltà ampliate. Rimangono comunque parecchio misteriosi lungo tutta la narrazione ma qualche particolare interessante viene fornito. Nascono da genitori umani ma la loro vita è circa 10 volte più lunga rispetto a quella degli umani e non è che siano proprio pochi: circa 1 su 10000000. Sono responsabili di tutte le forme di cultura: filosofia, politica, scienza ed in passato sono stati o venerati come dei oppure uccisi con metodi che li fanno assomigliare a dei vampiri – paletto nel cuore, proiettile d’argento, decapitazione -; del resto la parola “vampire” viene proprio usata in un paio di occasioni. Sia come sia, mostrano dei poteri notevoli: controllano la gravità, il clima – creando trombe d’aria e fulmini – tramite abbassamento dell’entropia, creano illusioni, utilizzano la telecinesi e la telepatia – potendo anche connettersi tra loro a certe condizioni – e persino cancellano i ricordi al punto persino da far dimenticare la capacità di parlare. Da tempi immemori governano il mondo restando nell’ombra e sono praticamente padroni di tutte le strutture politiche, compresa la UNG, equivalente dell’ONU di cui fanno parte i Guardiani, squadra speciale contro il terrorismo istituita dopo i fatti di Dubai – citati nella serie precedente del 2001 – che in sostanza non saprà che pesci pigliare almeno fino al termine della serie. 

Davvero avversari temibili e non sorprende dunque che I Cyborg debbano essere richiamati dal loro ranch in Texas che sarà pure bucolico ma comprende un piano sottoterra con un laboratorio all’avanguardia. La modernizzazione, infatti, è il secondo punto che appare subito agli occhi dello spettatore che effettua la comparazione con l’opera originaria: schermi ad ologrammi, astronavi futuristiche – accanto all’arcinoto Delfino 3 che gode di un notevole restyling grafico -, razzi, stazioni spaziali, nanotecnologie che diffondono virus e una nutrita schiera di mecha che davvero ricordano i Gundam o Robotech. 



Qualche piccola “incongruenza”, forse dovuta al doppiaggio, non la puoi escludere. In particolare: 

- l’Imperatore – il più forte dei Consacrati, con circa 3000 anni alle spalle – afferma che gli umani hanno creato il massimo caos con la Torre di Babele. Ora: per quale motivo allora ha atteso millenni – perchè certo la Torre non è avvenuta l’altro ieri – prima di agire? 

- sempre il gaio Imperatore dice di puntare a privare 009 dei suoi poteri nell’ultimo episodio; peccato che non più tardi di quello prima avesse affermato che non poteva farlo con 001 perchè costui era un cyborg. Ora: 009 che cos’è? 

La domanda potrebbe essere meno peregrina di quanto si pensa e solleva una delle questioni principali della serie. Alla fine Joe – che, in perfetta armonia con lo spirito della serie, è sempre l’eroe che soffre ma alla fine riesce a togliere le castagne dal fuoco con qualche “upgrade” che persino il SSJ è poca cosa – accelera persino fino alla velocità della luce ed oltre finendo per essere in grado di raggiungere un’altra dimensione. Dapprima sembra che i 3000 anni di esperienza dell’Imperatore gli permettano costantemente di anticipare 009; successivamente però, il fatto di aver accelerato molte volte nella propria esistenza, determina che il cyborg abbia “vissuto molte più vite” di chiunque altro. Sembra confuso? Non è nulla. L’idea è che l’acceleratore di Jo possa funzionare finchè la mente umana sia in grado di intelligere l’ambiente che lo stesso comporta: 009 altro non ha fatto che accelerare a tal punto che nessuno – tranne lui -, nemmeno l’Imperatore, possano più farlo. Tutto quello che resta è allora il bianco, il vuoto totale privo di forma e colore: il nulla cosmico che impaurisce tutti compreso l’apparentemente invincibile nemico finale. Che abbia sempre avuto questa facoltà e l’abbia solo “scoperta” o che invece sia frutto di un continuo sviluppo superando i propri limiti è altra questione molto dibattuta ma il risultato finale non cambia.

Altra questione è relativa alla sorte di Joe, 004 – che finisce in una stazione spaziale alla deriva nello spazio – e 002 che se la vede piuttosto brutta contro il finto presidente ONG e vero umano overclockato Piotr. Stando all’immagine finale in cui appaiono tutte le ombre dei cyborg, l’ipotesi più facile è che si siano tutti in qualche maniera salvati anche se sul come non puoi esprimerti; incluso Joe la cui ombra è parimenti presente e che quindi, in un modo non definibile, deve essere riuscito a tornare dalla dimensione bianca. 

Oltre la trama hai apprezzato anche i numerosi riferimenti culturali che vanno dal Diavoletto di Maxwell all’entropia, dalla Torre di Babele alla Nave di Teseo. Anche in questo caso in perfetto stile della serie originaria. E, soprattutto, la bellissima ending, che riporti qui sotto giusto per rendere giustizia al suo autore Monkey Majik, nel suo video originale




Conclusioni? Da vedere senza se, senza ma e senza acceleratori. 

Cyborg 009 Call of Justice: Netlix alle prese con un’altra serie storica Cyborg 009 Call of Justice: Netlix alle prese con un’altra serie storica Reviewed by radish7 on 07:00 Rating: 5

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