Ready Player One: i decenni precedenti a 360°




Mondo distopico all’interno della realtà virtuale; storia dalla trama semplice e per nulla cervellotica che sembra arrivare direttamente dagli anni ’80; componenti tipiche dei videogame moderni con uno spiccato orientamento verso gli elementi RPGstici dei moderni Open World; comparto grafico di assoluto prim’ordine con uso di tocchi di computer grafica della specie più pregiata ed accattivante; tanti – ma proprio tanti - riferimenti agli anni ’80, ’90 e persino ’70. Questo, in poche ma buone parole, Ready Player One: un mondo pressochè potenzialmente infinito perché tutto quello che conta è l’immaginazione. 

E allora via: ti immergi in alcune – tutte è impossibile a meno di perderci qualche vita - citazioni e riferimenti – testuali, visivi, sonori - di quelle che farebbero contento chiunque sia nato in prossimità degli anni ’80 e forse anche i più giovincelli. Con l’avvertenza che bravo sì Spielberg: ma il film si basa sul romanzo omonimo di Ernest Cline cui vanno riconosciuti i dovuti meriti. 


Musica 

Già il film comincia sulle note di “Jump” di Van Halen, dall’album 1984. Poi continua a piacere con i pezzoni degli anni ’80 tra cui “Everybody Wants to Rule the World” dei Tears For Fears – dall’album “Songs from The Big Chair del 1985 - e “Stayin’ Alive” dei Beee Gees del 1977 dall’indimenticabile “La Febbre del Sabato Sera” ; non ci si fa mancare qualche tocco di Elvis Presley e di Duran Duran, così, tanto per gradire. 

Ovviamente ce ne sono molti altri ma già con questi sei a posto. 



Film e anime 

Di tutto un po’ tra quando si sente e quanto si vede. 

Cominci con un bel “Ritorno al Futuro” direttamente da Zemeckis e il 1985: viene nominato Mc Fly e il protagonista Parsival si delizia in almeno un paio di occasioni – corsa iniziale e poi grande scontro finale – alla guida di una Delorean. 

In quella stessa corsa si vede l’auto di Batman – che viene pure nominato all’inizio in sede di presentazione del fantastico sistema OASIS dicendo che in esso regna l’immaginazione al punto da poter essere chi si vuole e fare quello che si vuole incluso scalare l’Everest col Pipistrello - ; appare pure il classico King Kong - in giro su pellicola dal 1933 -; vengono poi nominati e additati come capolavori sia La Mosca – 1986, regia di David Cronemberg - che Shining – 1980, regia di Stanley Kubrick -, presi da altrettante opere di Stephen King. 

Per arrivare a tempi più recenti, basta notare le sinistre somiglianze di alcuni avatar dei protagonisti con personaggi di altri film. Parsival sembra essere davvero un tizio appena uscito da una band J-Pop odierna, stile FFXV ma con un abbigliamento che ricorda invece l’Hair Metal degli anni ’80; Artemis in tutto e per tutto ricorda Avatar - 2009, regia di James Cameron - ; Aech ha vaghe somiglianze con Barret di Final Fantasy VII; il Curatore potrebbe ricordare pressochè qualunque mago di qualunque GdR, ma si sfida chi voglia a dire che non ricorda Gandalf de il Signore degli Anelli – trilogia di Peter Jackson di inizi anni 2000 -. Non basta? Allora beccatevi gli Stargate dal film omonimo del 1994 di Ronald Emmerich; e per i più esigenti pure Data di Star Trek Next Generation andata in onda tra il 1991 ed il 1997 e il Millenium Falcon di Star Wars – Episodi VII ed VIII – cui peraltro si ispirano in maniera piuttosto netta tanto la grande battaglia finale, quanto Halliday in versione Jedi che, soprattutto, la stessa struttura epica del film ed il contrasto tra le due fazioni – IOI e Resistenza – con tentativi di corruzione inclusi. 



E chiudi il capitolo film con Matrix che viene ampiamente richiamato sia nel contesto generale – anche se la realtà virtuale in questo caso è vista come cosa sostanzialmente positiva ma da limitarsi anziché come vera malattia – che nei fantomatici effetti utilizzati – il classicissimo Bullet Effect -. 

Non mancano i riferimenti agli anime ovviamente. Combatte proprio Gundam – in tutto e per tutto quello di Tominiana memoria salvo notevole abbellimento grazie alla CGI - nell’epico scontro verso la fine; e combatte contro un Metal Godzilla, tanto per dirne un’altra. Né si lesinano quelli di comics americani con Superman – occhiali di Clark Kent che permettono di camuffarsi – al di là del Batman di cui hai avuto già modo di parlare. 

Videogame 

La stessa trama del film ruota tutta intorno al mondo dei videogame chè, del resto, il buon James Halliday – fissato per la cultura pop, motivo per cui lo ringrazi sentitamente - assieme al collega ed ex amico Monroe – relazione tra i due che non può non ricordare quella di Steve Jobs, che viene pure del resto citato, e Steve Wozniak – avrebbero pure fondato la Gregarius Corp e inventato la versione ultramoderna di SAO con immersione nel mondo virtuale: OASIS. Per la prima volta on line già nel 2020 e al tempo attuale – 2045 – praticamente luogo dove tutti passano tutto il loro tempo a parte dormire, mangiare ed andare in bagno; questo include ogni forma di socializzazione e del resto – è bene ripeterlo - in OASIS si può fare tutto ed essere qualunque cosa si voglia: basta immaginarlo. Al sistema si accede mediante un apposito visore accompagnato da guanti oppure mediante una tuta completa che permette di avvertire maggiormente tutte le sensazioni di quel mondo. 

Ecco: succede che nel 2040 muore proprio Halliday – che nel frattempo si era separato dal socio – e decide che la sua successione passerà attraverso un bel giochino in tre steps: vincere una gara di corsa e poi risolvere 2 indovinelli. Al superamento di ciascuno di essi si potrà conseguire una chiave; le tre chiavi porteranno a trovare l’Ester Egg più nascosto che darà diritto al possesso di tutte le quote del geniaccio di Columbus Ohio – città che, tra parentesi, è ora la più in espansione al mondo e ha attraversato dei bei momenti con rivolte per la larghezza della banda di connessione e persino dello sciroppo di mais -. Il giochino presenta – come ovvio – severi tratti da Rpg: lo scopo è acquisire monete che innalzano il livello e permettono di acquisire migliore equipaggiamento – armi, mezzi di trasporto - o migliori “artefatti” – questo il nome degli items, ciascuno dei quali con particolari caratteristiche, attribuzioni, livelli -. La morte determina la perdita di tutto quanto accumulato fino ad allora e l’assorbimento delle monete che escono dal proprio corpo – sul modello di Sonic per Sega – da parte dell’uccisore anche se poi si respawna da zero. 



In questo contesto si inserisce la lotta tra i buoni – la Resistenza – e i cattivoni – la IOI, ossia Innovative Online Industries -; questi ultimi sono capeggiati dall’ex stagista di Hallaway – Sorrento - e sono la seconda compagnia al mondo con obiettivo di diventare la prima succedendo al creatore di OASIS; per arrivare allo scopo organizza Centri Fedeltà – praticamente campi di lavoro forzato in OASIS per ripagare i debiti della vita reale – e si serve dei migliori cacciatori chiamati Sixers non disdegnando pure l’assunzione di sicari come I-Rok, uno a cui i Klingon farebbero un baffo. Fra molto ma molto Star Wars, come trama a grandi linee. 

Passando finalmente ai riferimenti: 

- ATARI 2600: una delle prime console giochi mai create, partita nel 1977 e venduta fino addirittura al 1991. Prima ad utilizzare cartucce per i giochi, vanta qualcosa come 30 milioni di copie vendute. 

- Mario Cart: no, dai, non occorrono spiegazioni per questa citazione al famosissimo idraulico italiano di Nintendo. 

-Space Invaders: videogioco Japponico del 1978, uno dei principali responsabili dell’epoca d’oro degli Arcade. 

- Robotron: 2084: gioco sparatutto a schermata fissa sviluppato da Jarvis e DeMar ad inizio anni ‘80 e grande successo Arcade al tempo. 

- Adventure: videogioco per ATARI2600 del 1979 sviluppato da Warren Robinett; primo in assoluto ad inserire un Ester Egg. 

- Doom: nome del pianeta principale per il recupero delle monete, di seguito covo della Resistenza; chiaramente ispirato all’omonimo videogioco creato nel 1993 e considerato come uno dei più influenti sparatutto in prima persona della storia dei videogiochi. 

- Asteroids: arcade di astronavi in grafica vettoriale sviluppato da ATARI nel 1979. 

- Minecraft: appare il logo in una delle prime inquadrature del film. Occorre veramente spiegare? 

Conclusioni 

Un gran bel film, semplice da seguire, con una realizzazione tecnica di prim’ordine e con tanta nostalgia aggiunta. Per chi voglia dare un’occhiata ecco il link.

Ready Player One: i decenni precedenti a 360° Ready Player One: i decenni precedenti a 360° Reviewed by radish7 on 07:00 Rating: 5

Nessun commento:

DomKaneki2015 . Powered by Blogger.