A memoria non ti ricordi molti anime sul gioco d'azzardo; o meglio: qualche parte all'interno di altre anime in cui il protagonista se la scommetteva l'hai anche vista ma un intero anime basato sul mondo delle scommesse, lecite quanto aver un porto d'armi e comandare un Gundam, beh quello no.
Ed è quello che hai trovato con Gyakkyō Burai Kaiji - 逆境無頼カイジ , Gyakkyō Burai Kaiji: Ultimate Survivor - , amorevole storia in 26 episodi del 2007 presa da un manga del 1996 di tal Noboyuki Fukumoto in cui il protagonista Kaiji se la giocherà fino in fondo mettendo in palio financo parti del suo corpo, nella maniera più grottesca e cruenta possibile.
Ma se una dose non abbondante ma abbastanza presente di sangue è uno dei motivi per cui l'anime ti è piaciuto...beh ce ne sono molti di più. Pronti a scommettere? Si va.
La prima cosa che ti colpisce è alla fine il disegno che a prima vista potrebbe sembrare pure insostenibile per un appassionato di anime ma che invece ha un senso ben preciso. Forme volutamente spigolose che cozzano con quanto le circonda a causa di un contorno nero spesso più o meno due dita che Mazinga levati; colori piuttosto "fauvisti" senza minimo tentativo di sfumatura; particolari anatomici intenzionalmente esagerati fino a dar l'impressione del caricaturale; giusto qualche tocco di CGI spiccia per qualche inquadratura degli ambienti: tutto questo è Kaiji e tutto questo serve decisamente per rendere in maniera visiva lo stato d'animo del protagonista in costante tensione, dubbio, paura. Ne risulta un misto di grottesco e ansiogeno che a confronto l'Uomo Tigre sembra uno shojo.
Grottesco che pervade tutta la serie e che persino finisce per essere acuito dalle due sigle iniziale e finale che, a conti fatti, sono quelle che meno ti aspetteresti. Perchè se un punkettone può dare l'idea di velocità, disorganizzazione e costante vita al limite, una dolce melodia western di chiusura che vorrebbe probabilmente comunicare il senso di malinconica assenza di speranza e di rassegnazione non ce la vedi proprio in tema. E probabilmente non lo è ma, di nuovo, volutamente.
Al di là degli aspetti tecnici, l'anime si snocciola in 26 episodi che contengono 2/3 archi, corrispondenti ai diversi giochi d'azzardo in cui il protagonista si trova coinvolto: saranno pochi e pure semplici ma esiste sempre nello spettatore la curiosità della progressiva scoperta e le analisi matematiche e psicologiche dei loro risvolti sono un altro punto fortissimo della produzione. Con una costante attenzione alle somme che si possono guadagnare o perdere - che, per il buon Kaiji, indebitato fino all'osso, sono, o almeno dovrebbero essere, componente essenziale della strategia - l'anime spiega in maniera piuttosto diffusa quali sono le regole, le probabilità di vittoria e sconfitta a seconda delle situazioni, le componenti psicologiche implicate nelle scelte sempre drammatiche che devono o non devono essere compiute. Lo fa prendendosi tutto il proprio tempo ed indugiando su lunghe elucubrazioni mentali del protagonista i cui pensieri vengono esplicitati talvolta da una provvida voce fuori campo. Sarà così piuttosto affascinante scoprire che in un semplice carta-sasso-forbice c'è molto di più di quello che si creda; oppure che nel gioco della Carta I - dove I sta per "Imperatore" secondo l'italica dizione e nell'originale è E per "Emperor" -, apparentemente semplice quanto a regole, esiste poi tutto un substrato di considerazioni che lo rendono dannatamente intrigante e pericoloso. Accanto ad essi, giusto per gradire, esistono una lotteria un bel po' truccata e della sana attività fisica nella forma di una camminata su travi d'acciaio da altezze variabili ma che possono arrivare sino ai 170 metri circa: e no, non ci sono materassi sotto ad attutire l'eventuale caduta. Logica, teoria del gioco, matematica si combinano con capacità di negoziazione, spirito di osservazione, eloquenza per fornire un quadro quanto mai ampio di tutto quello che un gioco d'azzardo, in cui la posta in gioco non è proprio piccola potendo consistere anche di parti del proprio corpo, in realtà comporta.
A tutto questo si agganciano una serie di spiegoni e riflessioni di carattere sociale, morale, e un'analisi del comportamento dell'essere umano di fronti a varie situazioni: sopravvivenza, tradimento, mancanza di denaro, debiti, sensi di colpa e persino valore della vita umana. L'anime è molto ma molto più profondo di quanto possa sembrare a prima vista e innesca concetti ben ficcanti sullo sfondo della generale corsa verso il tentativo di redenzione da una vita sostanzialmente vuota, grama e da perdenti.
Menzione particolare la vuoi riservare ai personaggi ed in particolare al vero cattivone finale. Hyoudou Kazutaka è un vecchiaccio che ha messo da parte giusto qualche soldino - potrebbe comprare il Milan, tanto per aver un'idea - ma questo non gli basta: strozzino come pochi non per necessità quanto per passione, cerca il thrilling, l'emozione pericolosa - per gli altri - che lo fa sentire vivo - e tira persino fuori che grazie a questo il suo cervello viene pervaso da Beta Endorfina che è poi il segreto della giovinezza - e lo diverte. E proprio non fa mancare nulla: gode come pochi altri nel vedere gente cadere da 24 piani di altezza, nel tranciarsi dita, rimuoversi orecchi o inchinarsi su una bella piattaforma rovente con la stessa temperatura dell'interno del sole; ci spara pure dei pistolotti educativi sul fatto che se lui è il padrone del mondo il motivo sta nell'aver saputo fare della fortuna - si, proprio quella guarda - una componente costante della sua quotidiana esistenza. Odioso in parole, opere ed omissioni: un villain di gran classe. Dall'altra parte della barricata sta Kaiji, squattrinato ed indebitato sbarcalunario con delle capacità ed un ingegno però ben precise ma mancante - questa la morale della storia - dell'esperienza necessaria ad aver la meglio dell'antagonista: ok, quattro dita ed un orecchio di meno magari lo aiuteranno.
Altra cosa che devi dire ti è piaciuta è il finale. Se nella tua mente stava cominciando a passare l'idea della finale redenzione e rivincita - e ciò non ti piaceva - beh, per fortuna ti sbagliavi alquanto; non spoileri ma dici solo che per fortuna non è convenzionale.
Giusto perchè non è che puoi parlarne solo bene, l'unico vero difetto sta nel fatto che talvolta gli spiegoni moralistico/trionfalistici, sia pure accentuati da una sapiente regia dei disegni, sono decisamente troppo lunghi dato anche il fatto che l'azione e la strategia sono il vero motore dell'anime.
Consigliato ovviamente; qui il link per la visione che fornisci senza chiedere nulla in cambio. E scommetti che tornerai perchè di quest'anime esiste una seconda stagione del 2011 e il protagonista c'ha ancora due gambe e un braccio intonsi.
In Sight: Kaiji Ultimate Survivor, un azzardo anche solo parlarne
Reviewed by radish7
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07:00
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