Secondo appuntamento con questa minirubrica riguardante gli OAV di quello che è stato il gioco di ruolo che dalla fine degli anni '80 ha, senza possibilità di smentita alcuna, dettato le regole degli RPG: Final Fantasy.
Dopo aver trattato della Leggenda dei Cristalli, stavolta fai un salto nel 2001, anno di release di "The Spirits Within", OAV in CG che avrebbe dovuto stabilire i nuovi dettami dell'animazione giapponese. Intenzione pregevole, ma rimasta alla fine nella mente degli autori - la Square - per una serie di motivi.
Flop colossale al botteghino - circa 150 milioni spesi, 65 incassati -, responsabile del quasi fallimento della Square ma - per quello che ne pensi - piuttosto notevole per i tempi.
Senza ulteriori preamboli, ecco a voi Final Fantasy: The Spirits Within.
Non spenderai parole sul comparto grafico che non tradisce nemmeno per un singolo secondo. Eccezionale è la parola giusta, forse troppo avanti per l'anno 2001 in cui ancora a livello videoludico si restava a bocca aperta per una grafica poligonale che al momento sarebbe considerata tutt'al più scandalosa. Anzi si, una parola la devi spendere: utopico. Nella mente della Square infatti il personaggio principale avrebbe dovuto costituire il primo esempio di "attore virtuale" , capace come tale di lavorare anche ad altre produzioni. Lamentele piovettero da tutto il mondo: gli attori veri - quelli in carne ed ossa - videro questa idea come una minaccia, visto che il collega disegnato "non avrebbe mia preteso un aumento di stipendio, nè mai sarebbe stato indisponibile". L'esperimento si concluderà con un nulla di fatto e sarà bocciato alla occasione subito successiva. Rimane comunque che i soldi spesi - o scialacquati - dalla Square si vedono eccome: davvero sotto il punto di vista grafico e di animazione non sono ammesse critiche di sorta.
I personaggi, si diceva: non sono poi cosi' male. Dalla protagonista - la dottoressa Aki Ross - impegnata ad aiutare nella sua ricerca lo scienziato Dr. Sid - il cui nome, sebbene con una S al posto della tradizionale C iniziale, evoca piacevoli ricordi a chiunque abbia anche solo preso in mano un episodio della saga videoludica - e in tresca con il capitano Gray - comandante di un manipolo di eroi denominati "Deep Eyes" e i cui nomi rispondono a Ryan, Neil e Jane - fino ai membri del Consiglio e al - più o meno - nemico delle loro convinzioni Hein - generale che crede che l'unica via per liberarsi della minaccia che incombe sulla terra siano sapienti bombardamenti che farebbero impallidire persino quelli dell'Enola Gay -, tutti fanno la loro parte a dovere.
E' l'ambientazione - nuova anche se con particolari richiamati - ad interessarti. Siamo nell'anno 2065 e siamo proprio sulla nostra Terra - quindi niente mondi inventati - i cui sopravvissuti combattono da ormai 34 anni contro i Phantom, strane creature immateriali che sarebbero arrivati da un meteorite chiamato Leonide. Quello che è rimasto dell'umanità è contenuto in alcune città barricate - New York, Houston, Tucson - ed è diretto dal Consiglio e dai militari - comandati dal Generale Hein. I Phantom, per qualche strana ragione, riescono a "mangiare" le anime degli esseri umani e possono essere contrastati solo con armi energetiche - laser - oppure - secondo la teoria cara al dottor Sid - con un fascio di energia che abbia le caratteristiche - frequenza - esattamente contraria alla loro. Proprio il contrasto tra chi vuole liberarsene con la forza e gli scienziati - che introducono la teoria di Gaia: ovvero tutte le anime ritorneranno all'anima complessiva del pianeta. Chiaro allacciamento a FFVII - è il punto portante della trama. Si scoprirà che i nemici altro non sono che anime della popolazione di un pianeta che si è autodistrutta e una parte del quale sarà proprio la cometa arrivata nei pressi della Terra; non sono ostili ma impauriti e inferociti dall'accaduto - e che, oh, è colpa dei Terrestri? - e sono ovviamente di diverso tipo - dagli umanoidi di piccola statura ai giganteschi, simili alle balene od elefanti della loro fauna. Quello che vogliono è tornare alla Gaia del loro pianeta - che è presente nel cratere lasciato dalla caduta del meteorite nel Mar Caspio - che sarà risvegliata - bella incazzosa - dall'utilizzo indiscriminato di una super cannone laser - che Hein spingerà fino a surriscaldarlo ed autodistruggersi - per provare a liberarsi di lei. Tutto questo scoprono gli scienziati che verranno in sostanza solo creduti ed aiutati dai Deep Eyes - va da sè che l'amore tra i due protagonisti aiuterà questa collaborazione - e che crederanno pure - a ragione ovviamente; sono i buoni - che si possa risolvere la situazione grazie alla combinazione - dentro la povera Aki - di 8 spiriti. Alla fine vi riusciranno e la Gaia aliena si leverà portandosi dietro tutte le creature nello spazio e liberando cosi la Terra.
Con piacere noti pure i richiami alla serie videoludica che hai anche già citato: Sid - Cid, presente in ogni FF -; il cannone - che richiama davvero molto quello di FFVII di Junon come idea di base - ; il bacio nella navicella spaziale tra Aki e Gray - dai, è Rinoa- Squall di FFVIII - ; il concetto di Gaia - FFVII - ; i Deep Eyes - forza militare alla fine ribelle, praticamente quello che saranno sia Cloud di FFVII che i Seeds di FFVIII per dirne solo due - ; la caduta dei Phantom da un corpo esterno alla Terra - come il Pianto Lunare di FFVIII. Ce ne sono ovviamente pure altri ma il punto è provato: l'OAV ha forti connessioni con la tradizione.
Purtroppo - ed è forse questo il motivo principale del flop - se ne discosta pure fortemente. Chi gioca a Final Fantasy ha imparato ad apprezzare la fuga dalla realtà, in un mondo - che non è mai il nostro - caratterizzato più dalla dimensione mistico/magica che da quella tecnologica - persino FFVI, che è forse il più tecnologico, non dimentica mai la componente magica - in cui qualcosa rimane volutamente senza risposta, in maniera da consentire al giocatore di dare la spiegazione che più piace. L'OAV si dimentica totalmente di queste due direttrici fondamentali, riportandoti nella Terra del futuro, mai trattando di magia e mai lasciandoti qualcosa di non spiegato o vago: è, insomma, troppo realistico per essere una "fantasia".
Rimane qualcosa di cui parlare? Purtroppo si. Magari sfugge agli occhi meno attenti ma - giusto per far notare il grosso quantitativo di soldi di cui questa produzione aveva bisogno - esiste fin dai primi minuti una marchetta spaventosa alla Pepsi Cola. Per carità, si è visto di peggio in altre produzioni: ma davvero questo spezza subito quella dimensione irreale e fantasiosa in cui speravi di catapultarti come con ogni Final Fantasy.
Bon, diresti che prima che arrivi qualche phantom, concludi qui.
Gli OAV di Final Fantasy: The Spirits Within
Reviewed by radish7
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