Ok, hai già avuto modo di parlare dei film di Resident Evil, delle animazioni in computer grafica e di alcuni dei videogame. Adesso continui su quest'ultimo percorso, portando a conoscenza dei più - che se poi sono meno meglio ancora - alcune installazioni probabilmente meno conosciute ma non per questo meno valevoli.
In linea generale la produzione videoludica di Resident Evil si divide in alcune parti:
- serie canonica: Resident Evil 1,2,3,4,5,6, Code Veronica e I due Revelations;
- serie Outbreak: Outbreak 1 e 2
- serie survivor: Survivor, Survivor 2 e Dead Aim
- serie Chronicles: Umbrella Chronicles e Darkside Chronicles
- altri: Gaiden, Operation Raccoon City, The Mercenaries 3D
Nel corso di cotanta produzione videoludica, Resident Evil ha sfoggiato diversi generi con meccaniche molto diverse tra loro. Nel tuo cuore rimane ovviamente però il Survival Horror: quel misto di sparatutto - poco - e gioco di ruolo - molto - che ha decretato il successo della saga. A questo genere sono riconducibile tutti i titoli della serie principale - sia pure con alcune differenze notevoli a partire dal numero 4 -, quelli della serie Outbreak - sia pure storie molto veloci che prendono in considerazioni più personaggi - e anche Resident Evil Dead Aim, titolo per Play Station 2 del 2003 che è decisamente meno noto ma davvero piacevole per chi ama l'origine.
Piace innanzitutto per la storia molto diretta ed efficace. Classica diffusione del virus - in questo caso il virus G - su una nave - alzi la mano chi ha creduto che Revelations portasse una novità nell'ambientazione: bene ora potete abbassarle - a causa delle visioni di un fuoriuscito della Umbrella; classici agenti segreti che devono impedire questo losco piano. Questo in soldoni, poi in realtà c'è molto altro. Il cattivone di turno è tal Morpheus - no, non quello di Matrix - che presidia uno stabilimento della Umbrella in un isola non meglio precisata e dirotta una nave al fine di farla giungere in America. I buoni sono Bruce - molto simile a Leon, devi dire - e Fongling - ragazza cinese che tanto ricorda Ada di Resident Evil pur essendo decisamente meno Femme Fatale e più acqua e sapone. Alla fine i nostri prodi riusciranno prima a salvarsi dallo schianto della nave presso l'isola in cui c'è la base controllata dal cattivo e poi anche a impedire la prosecuzione del piano di Morpheus che non la prenderà bene fino a trasformarsi in una creatura mostruosa di dimensioni gigantesche che esploderà assieme all'isola stessa. Bruce e Fong riusciranno a salvarsi su una sorta di scialuppa e, mentre arriveranno i soccorsi, finiranno in gloria baciandosi.
Piacciono i personaggi che sono proprio solo i tre già visti. Ricordano personaggi della serie principale come già detto; persino Morpheus decisamente fa venire alla mente qualcuno. Notevole che - attraverso le note che si potranno recuperare - si scopra che egli era rimasto deluso dalla Umbrella e voleva portare avanti la sua ricerca in Africa - che sarà poi teatro di un successivo Resident Evil.
Piace più di tutto come il titolo è organizzato perchè lo paragoni ai classici e davvero non stona. Andiamo per ordine.
Classicissima grafica poligonale - che per il tempo, è bene ricordarlo, era il massimo - con inquadrature fisse mozzafiato e possibilità - si ringrazia la Play Station 2 - di ruotare la camera al fine di ispezionare i vari luoghi.
Ottima la documentazione che nello stile classico del gioco dovrà essere trovata nella varie stanze e che davvero permetterà di ricostruire la storia, di ottenere degli indizi sulle varie creature che si incontreranno - alcuni dei quali davvero utilissimi per venire a capo dei vari mostri in maniera facile - di comprendere dove sono posti alcuni oggetti chiave per la prosecuzione.
Molto buona la mappa - che dovrà essere trovata per i vari livelli - che, nello stile classico, indicherà quali sono le stanze esplorate, quali sono state sbloccate, quali lo devono ancora essere. Unica pecca il fatto che si assista decisamente ad un passo verso la facilitazione dei giochi - cui la mazzata decisiva la darà la Nintendo Wii - visto che, proprio nella mappa, dei circoletti color arancione indicano di volta in volta dove ci si deve recare: non c'è davvero il rischio - cosi insito nei primi Resident Evil e cosi parte della tematica della sopravvivenza e dell'ansia attanagliante - di perdere infinite mezze ore solo rigirando le varie stanze al fine di trovare l'oggetto che si era saltato e a causa del quale non si riusciva a procedere oltre.
Gli oggetti infatti sono alla fine molto pochi: semplicemente delle chiavi o delle schede che permettono l'accesso alle aree precedentemente inaccessibili. Niente enigmi cervellotici: si procede in maniera molto diretta: completi un'area, guardi la mappa, vedi dove devi andare, trovi l'oggetto per sbloccare la porta successiva e ci vai.
Vi sono poi altre due semplificazioni per chi gioca la modalità easy. Il personaggio giocabile partirà già con due armi a disposizione e con un numero consistente di proiettili. Tanto armi che proiettili saranno relativamente facile da trovare, consentendo di uccidere tutti i mostri incontrati con estrema facilità senza essere in ansia per il loro numero esiguo. Stessa cosa va poi detta per i curativi, tanti - erbe verdi, uniche presenti in questo caso giacchè non si viene mai avvelenati; pastiglie, novità di questa installazione; spray medici - e in grado di riportare tranquillamente la classica barra della salute al massimo indipendentemente dal loro genere. La seconda semplificazione è un inventario piuttosto ampio, diviso per tra categorie- armi, munizioni e curativi - che ti permette di aver tutto quello che serve con te, senza dover ricorrere alle note casse - che infatti non ci sono - e senza dover riservare posto per alcun nastro d'inchiostro che non serve per salvare tanto le macchine da scrivere sono già munite.
Se la varietà per gli oggetti chiave, i curativi e le armi è inferiore ai precedenti capitoli, quella dei mostri presenti è un punto molto forte. Zombie - di almeno tre generi e con velocità di movimento diverse -, hunters, api, strane creature marine costituiranno la dotazione standard; accanto a loro si avranno poi i miniboss di fine livello - perchè la struttura, sebbene questo sia mascherato sapientemente - è proprio a livelli secondo il classico finisci un'area, incontri il miniboss, ti da l'oggetto per accedere a quella successiva e procedi - piuttosto interessanti quali un panzone cieco ma con udito finissimo, una gigantesca creatura marina che sforna pargoletti non proprio raccomandabili, una ape gigante e una creatura vagamente angelica che possiede uno scudo elettrico che la rende virtualmente invulnerabile almeno fino a che non si trovi l'arma giusta. Vanno però giù facile - a maggior ragione perchè, avendo pazienza di ritrovare e leggere tutta la documentazione disponibile, si ottengono informazioni sui loro punti deboli - e non fanno gran che danno.
Infine va citata la vera novità del titolo che già dimostra di strizzare l'occhio allo sparatutto. La mira sarà presa con apposito pulsante che ti proietta in una visuale in prima persona con mirino spostabile. Lungi dall'essere una pecca, questo rappresenta una trovata mica male: basti vedere i faccioni dei mostri vicino al proprio, davvero raccapriccianti e capaci di farti saltare dalla sedia.
Non granchè invece la longevità: dopo aver completato il gioco almeno una volta si potrà rifarlo usando Fongling ma il gameplay sarà esattamente lo stesso del primo run.
In definitiva un gioco poco conosciuto ma a pieno titolo in grado di inserirsi nella famiglia dei Resident Evil; per gli amanti del Survival Horror nella sua accezione più classica soddisfazione garantita.
Il Resident Evil che si conosce di meno: Dead Aim
Reviewed by radish7
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23:11
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