In Sight: Death Billiards, un prequel con tutti gli elementi a posto


Su Death Parade e su quanto ti sia piaciuto non avevi in realtà dedicato alcun post specifico: l'unica apparizione fissa di quest'anime della stagione invernale 2014-2015 era quella sulla Settimana Animistica. Per coloro che vogliono dei riassunti, settimana dopo settimana, ecco qui il link  all'ultimo episodio: basta scorrere le puntate precedenti, non facciamo gli sfaticati, su. 

Quello che non sapevi - chè oh, mica godi ancora del dono dell'omniscenza sulla produzione anime Japponica e il tempo in cui potrai fare la vita del maggiordomo di quel fortunello di Banjo di Daitarn 3 ancora è lontanuccio - è che la serie era stata preceduta da un episodio pilota del 2013 a firma di Yuzuru Tachikawa e prodotto dalla Madhouse. 

Come dire: ok, prendiamoci giusto un annetto di tempo, vediamo come va, e se piace capita pure che ci facciamo una serie. 


E l'hanno fatta e bene aggiungeresti pure. Ecco, l'episodio pilota, denominato "Death Billiards" ha in sè tutto quello che poi hai ritrovato - e anche amato - della serie. Ma andiamo per ordine. 

Intanto l'atmosfera del Quin Decim, il bar dove due personaggi assolutamente a caso con una sola cosa in comune - la peggiore possibile - vengono a ritrovarsi. Già qui si vede questa sorta di teatrino con annessi spettatori alquanto disinteressati - bella forza, son bambole - , una pianista che da lontano sembra viva nonostante non muova un dito e non si senta una nota nell'aere e un bancone dove attendono occhio smorto Decim e la sua valletta stile Sabina Ciuffini. 

Partono poi le - poche - criptiche istruzioni: voi siete qui e vi state giocando la vita. E lo farete proprio come ho detto: giocando e il gioco lo scegliamo in maniera assolutamente casuale - certo - sulla base di una roulette che sa tanto di sala d'azzardo di alto borgo. Avete domande? Non fatele, tanto non siamo autorizzati a rispondervi. Invece vogliamo delle risposte: vi ricordate cosa stavate facendo prima di arrivare qui? Si tratta sempre di cose delle più ordinarie: stavo gustandomi una birra, stavo con la mia ragazza etc. Mai uno che si stesse gettando con una aliante da qualche dirupo o stesse facendo free climbing su qualche vetta dell'Hymalaia. 

Esaurita la breve introduzione si passa al gioco vero e proprio, con tanto di spiegazione delle regole. E la fantasia degli autori in questo caso è stata magnifica; stavolta tocca ad una partita di biliardo con piccola variante: le palle rappresentano le varie parti del corpo e sono collegate con le proprie pulsazioni e la propria pressione sanguigna. Serve per rendere l'esperienza più viva: tragico gioco di parole che naturalmente i protagonisti non possono capire. Queste piccole trovate raggiungono l'effetto sperato: mettono sotto pressione i giocatori e permettono di giudicare i loro comportamenti, perchè si' i due bellimbusti che gestiscono il bar sono li per quello. 

Capita allora che si avvertano delle sensazioni quasi fisiche quando una palla con la propria parte del corpo va in buca: e non è necessariamente suggestione. Succede che si cominci a rivedere la propria vita e, allora, si comincia a capire: si è morti e il gioco non vale la candela. 

Scatta a quel punto il momento delle reazioni umane, altro punto fortissimo di Death Parade. In questo caso il giovane reagisce impaurito di morire qualora perda la partita contro un sorprendentemente skillato anziano - grazie, era stato campione di biliardo - e lo attacca fisicamente; solo che il vecchio, tra le altre cose, è stato pure un praticante di kendo. La disperazione aumenta data l'impossibilità di far fuori l'anziano; allora ci si getta con tutto il corpo e lo si fa schiantare contro uno specchio credendo di averlo ucciso. Si resta paralizzati davanti alla mancanza di reazione degli ospitanti e si finisce freddamente la partita perchè è quello che, apaticamente, vogliono. 

Tocca al momento del giudizio: e, puntualmente, il giudizio sorprende. Secondo i più normali criteri umani, infatti, l'aggressore - apparentemente senza alcun motivo - dovrebbe essere destinato alla perdizione e l'incolpevole aggredito al ciclo della reincarnazione; no, invece accade spesso il contrario. Perchè? Perchè il collegio giudicante non è umano e mai lo è stato, quindi non è secondo criteri umani che esprime la sua sentenza. 

Aggiungiamoci pure che stuzzica il fatto che non si parli di paradiso e inferno secondo la tradizione occidentale ma di qualcosa di diverso, il chè da un tocco esotico; e che rimangano sempre alcuni punti poco chiari - in questo caso le parole proferite dall'anziano a Decim che non vengono udite e che lo stesso Decim si rifiuta di riportare alla compagna - ed il gioco è fatto. 

La serie avrà poi il merito di andare oltre le semplici mura del Bar Decim, introducendo altri personaggi - tra cui la misteriosa Nona - altre tematiche - in primis quella della progressiva tendenza di Decim a divenire umano provando emozioni e la maniera in cui questo viene accolto dagli altri - e sfogando la fantasia dell'autore mediante sempre nuovi giochi e passati dei giudicandi. 

In conclusione una serie molto diversa dalle classiche cui Jappolandia ci ha abituato da qualche anno a questa parte e pure difficile da etichettare; una ventata di novità in un panorama che troppo si stava fossilizzando su scolastici con minigonne a profusione, guerreschi con mecha o personaggi dagli strani o e improbabili poteri o spokon con amicizia e sudore sui parquet.

In Sight: Death Billiards, un prequel con tutti gli elementi a posto In Sight: Death Billiards, un prequel con tutti gli elementi a posto Reviewed by radish7 on 06:57 Rating: 5

Nessun commento:

DomKaneki2015 . Powered by Blogger.