Ben ritrovati presso la rubrica dei giochi flashgames più interessanti che il web ha da proporre. Siamo giunti ormai ad una edizione piuttosto avanzata e davvero trovare qualcosa che possa essere originale diventa difficile. In un primo momento la rubrica aveva cadenza molto fitta - quasi settimanale - ma, finito il recupero di tutta una serie di giochi, il ritmo si allenterà un pochino.
Ma le buone sorprese non sono comunque finite.
Senza indugiare oltre chè qualcuno magari ti insegue e hai poco tempo, a voi: Pain in Hell's Creek e Axilem Rehash.
Pain in Hell's Creek è un flashgame davvero molto semplice e caratterizzato da una divisione tra l'interagibilità e la storia. Per la maggior parte del tempo infatti si sentirà la storia raccontata da un anziano che capita presso la stessa casupola - che si trova proprio ad Hell's Creek che in italiano suona più o meno come "Picco dell'Inferno" al che già si capisce che non si tratta di racconti di Candy Candy e Pimpa - dove si sono sollazzati alcuni giovani in cerca di emozioni forti e libertà. Una sorta di racconti dell'orrore davanti al fuoco del campo estivo, insomma.
Colpisce innanzitutto la grafica del gioco, cosi' semplice ma cosi incisiva al tempo stesso. Cartonata, stilizzata e a tratti pixellosa, riesce ad essere comunque molto evocativa grazie principalmente ai colori molto accesi e ai contrasti tra gli stessi e le parti più scure che costituiscono il gameplay vero e proprio.
Gameplay in realtà molto semplice: punta e clicca in cui conterà - e molto - cliccare nel punto giusto dello schermo. Questa infatti è la cosa che trovi originale per un flashgame e che ti piace parecchio: tutte le scene interagibili - in cui si impersonerà il killer di cui a racconto del vecchio, una sorta di Jeff The Killer misto a Jason e con un bell'abbigliamento da taglialegna canadese - potranno essere concluse infatti in maniere differenti, dalla più cruenta - con l'uccisione di tutte le persone coinvolte nel racconto - alla meno - cioè al totale fallimento qualora si clicchi sul punto sbagliato e si permetta alle potenziali vittime di fuggire. La narrazione avrà cosi il duplice scopo di indicare nel preambolo della storia quale sia il risultato da ottenere e gli eventi cosi' come si sono svolti in seguito alla giocata. Una schermata all'inizio di ogni racconto indicherà il luogo e il tempo della narrazione. Un gioco che si può riprovare più volte, insomma; anche se va detto che i risultati ottenuti non influiranno comunque sul finale.
La componente horror non appare particolarmente efficace: ci si affida infatti semplicemente alla parte visiva, laddove i suoni e le musiche sono piuttosto poco evocativi.
Un gioco veloce ma con una caratteristica inaspettata; per i curiosi ecco il link a cui provarlo.
La seconda proposta di questa edizione sa di già visto ma di quel tipo di già visto che fa sempre piacere ritrovare: Axilem Rehash altro non è che un gioco sviluppato da Self Defiant che segue perfettamente lo schema già caro e di successo ottenuto grazie alla serie degli Asylum che già avevi avuto modo di trattare.
Giocabile qui , stavolta il paranormale che ti tiene chiuso dentro una spettrale magione è nientemeno che...un orsacchiotto.
Il gioco riprende tutti i temi cari alle precedenti incarnazioni senza in realtà aggiungere alcunchè di nuovo.
Bella grafica con una serie di disegni/foto che rappresentano le varie schermate e sonoro inquietante grazie ad un costante e disturbante rumore di sottofondo: questo è il meno.
Ancora una volta il classico inventario con barra in basso; la classica raccolta di sfere purpuree da scambiare col tetro venditore in maniera da ottenere tre fondamentali oggetti: un orologio che blocca il tempo - e quindi ti fa guadagnare punti, dato che il punteggio finale dipende in buona misura proprio dalla velocità con cui si sconfigge il pauroso orsacchiotto finale -, una mappa - con tanto di possibilità di prendere note sui punti rilevanti e addirittura con editor per i colori; in più conterrà degli indizi al fine di risolvere i null'affatto facili enigmi - e una comodissima sfera per il teletrasporto - l'oggetto più costoso, tanto che questa pratica abilità la si acquisirà soltanto dopo aver messo piede per la prima volta almeno in quasi tutte le stanze -; la consueta dose di enigmi - parte mediante ritrovamento degli oggetti nelle schermate e parte numerici e logici.
Unica novità, gli "achievements": parola che non apparirà certo nuova ai giocatori dell'ultima generazione. Per i non familiari con la terminologia si tratta di premi ottenuti al raggiungimento di un determinato obiettivo - si può trattare di parte della storia principale e quindi di premi obbligatori o di premi connessi allo svolgimento di missioni secondarie e quindi facoltativamente collezionabili - : maggiore il loro numero, maggiore il punteggio finale che viene ottenuto. In questo caso, non essendoci sidequests - se infatti si arrivi al boss finale senza aver completato tutto il gioco questi semplicemente ci rimanderà indietro in un punto lontano della mappa - sono tutti obbligatori.
Come al solito, 40 minuti - almeno per il primo tentativo - molto ben spesi grazie ad un altro appuntamento imprescindibile per chi ami il genere targato Self Defiant.
E' tutto per questa edizione e...attenti ai luoghi poco raccomandabili.
Flashgames Ep. 24: dolore e achievements
Reviewed by radish7
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