Tematica dell'horror sempre viva a queste frequenze e mixata con quella dei videogiochi. Cosi', dopo aver dedicato ampio spazio a Resident Evil, Silent Hill e aver toccato pure il precursore Alone In the Dark, hai fatto una breve ricerca di quelli che sono i film ispirati a famose trame videoludiche e, tra gli altri, è zompettato fuori questo Forbidden Siren del 2006 a regia di tal Yukihiko Tsutsumi .
Conoscevi già per sentito dire la saga di Forbidden Siren nata nel 2003 su Playstation 2 e completata da altre due uscite - Forbidden Siren 2 e Siren: Blood Curse - ma non l'hai mai giocata in prima persona. Per sopperire ti sei guardato un gameplay sul Tubo ma hai ben presto deciso che, nonostante ci fossero alcuni punti notevoli, non ne avresti fatto un post essenzialmente per la ripetitività del gioco che consiste tutto in una serie di fasi stealth e la cui continuazione si deve solo alla volontà di capirci qualcosa della trama d'insieme dato che il gioco non è lineare e consente al giocatore di scegliere quale personaggio interpretare e in quale momento.
Ma il film si, te lo sei sciroppato; ed ecco allora i consueti 5 motivi 5 per guardarlo, non guardarlo o fare finta di non conoscerlo.
1- La trama
Questo è un film, quindi una sequenza cronologica - a differenza del gioco - ci deve essere. Essenzialmente si parla della famiglia del Dr. Amano - docente dell'Università di Tokio, mica bruscolini - che si reca sull'isola di Yamijima al fine di far cambiare aria al piccolo figlio Hideo, in compagnia della sorella Yuki. L'isola presenta un passato funesto e una sorta di maledizione sembra incombere su di essa: a farne le spese - almeno in apparenza - sarà proprio Yuki.
2- Indizi
Il film è ripreso da un videogioco e la struttura degli indizi e di come sono scoperti dalla protagonista lo rivela ampiamente. Non sono in realtà molti ma, a starci attento, costituiscono un buon esercizio per la mente dello spettatore.
All'inizio, infatti, si leggono le scritte "Dog...Live" su di una parete col sangue. Una canzoncina riecheggerà per la prima mezz'ora cantata a ripetizione da Hideo:
"Solo nello specchio vi è la verità. Gli uomini diventeranno demoni. I cani diventeranno Dei".
Giuri che, dopo un quarto d'ora scarso, e ben prima che l'indovinello venisse scoperto dalla protagonista - che dovrà proprio vederselo scritto su una specie di altare - avevi capito. Per coloro che non si fossero sintonizzati ancora: provate a porre la frase "Dog...Live" davanti ad uno specchio.
Molto interessante poi un'ulteriore frase che dice che "solo coloro che non cambiano vivranno per sempre" e si aggiunge poi che saranno immutabili. In quello stesso altare di cui hai parlato è incisa anche la parola "Reviver" che potrebbe essere in latino - abbastanza storpiato ma, oh, son Japponici - "rivivere": ebbene la parola stavolta è palindroma - vuol dire che, indipendentemente la si legga da destra o da sinistra, è sempre uguale - e questo appunto sembra ammiccare al concetto di immutabilità.
Apprezzi anche la maniera in cui gli indizi vengono stivati: un libro rosso - e alla fine si scoprirà che non era l'unico - con apparentemente le memorie di un abitante dell'isola, una cartella sul computer, scritte sui muri, foto. Il tipico incedere del videogame.
3- Locazioni, storia, ispirazioni
Il film comincia nella maniera migliore, con indicazioni di alcune date in cui si verificarono delle sparizioni piuttosto strane di persone, esattamente come per l'isola di Yamijima. In quest'ultima, nel 1976, tutti gli abitanti morirono tranne uno che fu ritrovato dall'esercito all'interno di una casa mentre, in evidente stato di shock, li avvertiva di non uscire quanto la sirena suona. Il film a quel punto lascia credere che l'arrivo degli Americani avesse portato un morbo incontrastabile: gli abitanti del villaggio, per aver salva la vita, facendo fede sulla leggenda locale che diceva che chi avesse bevuto il sangue e mangiato la carne di una sirena sarebbe vissuto in eterno, fecero esattamente questo sottoponendosi cosi alla maledizione della sirena che, quando canta, li trasforma in una sorta di zombie con problemi di deambulazione ma capaci di correre, di maneggiare armi ed utensili, costantemente alla ricerca di umani ma deboli alla luce.
Ebbene la storia sembra avere un paio di ispirazioni piuttosto forti che riporterebbero l'isola a posti realmente esistenti. Uno di essi sarebbe l'isola di Hashima, un tempo fiorente centro e poi isolata dal mondo a causa del taglio delle linee elettriche sottomarine nel 1976: gli abitanti sparirono senza lasciare traccia e il mistero è ancora irrisolto. Un altro sarebbe invece il piccolo villaggio di pescatori di Hanyuda i cui abitanti stavano morendo di fame e avrebbero proprio divorato una sorta di demone per evitare il peggio; esso avrebbe lanciato un suono simile al canto di una sirena nel momento della sua dipartita. Nel 1976 tale suono sarebbe stato udito di nuovo e il villaggio sarebbe stato sottoposto ad un tremendo terremoto. Il 1976 è proprio una delle date di cui parla l'inizio del film, di qui i collegamenti.
Al di là di questo, le locazioni del film presentano essenzialmente le stesse caratteristiche di quelle del videogioco: nebbiose, scure, con foreste.
4- Il rosso
In una inondazione di colori scialbi, il rosso la fa da padrone. Non solo è il colore delle vesti di una misteriosa fanciulla - che potrebbe essere la stessa sirena, oppure la sacerdotessa del suo culto come era per il videogame - ma in pressochè tutte le scene appare anche nei dettagli più insignificanti come un telefono pubblico, un mouse, tende, addobbi, arredamento. E naturalmente è il colore della misteriosa torre metallica da cui il canto della sirena promana, nonchè quello di cui si tinge l'orizzonte quando esso inizia, laddove nel videogioco era quello dell'acqua.
5- Il finale
Sei ancora incerto sul finale, lo ammetti. Sebbene si scopra che Yuki si era immaginata tutto - compreso il fratellino che in realtà era morto tempo addietro - e che la sparizione degli abitanti sarebbe stata dovuta ad una sorta di psicopatico - unico a sentire il canto della sirena e portato da questo ad uccidere tutti gli abitanti - , qualcosa non quadra.
Yuki trova nel corso del film una parete con delle foto che mostrano gli abitanti dell'isola nel 1976: sono gli stessi di adesso e non sono per nulla invecchiati. Nella scena finale il Dr. Minamida - che avrebbe dovuto prendersi in carico la cura di Hideo o Yuki - confronta il pezzo di agenda trovata da Yuki con una parte che lui stesso conservava: afferma che si tratta del "quarto canto della sirena" e che quindi dovrà uccidere tutti.
Allucinazione di Yuki o realtà insabbiata dal dottore? Allo spettatore la scelta.
Il filmone: Forbidden Siren (2006)
Reviewed by radish7
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