Ultimamente stai facendo pochi post su quella che è una delle rubriche principali del tuo blog: i videogames. Prima che ti lancino contro qualche schiera di zombie o ti rinchiudano in qualche recondito anfratto senza via d'uscita, dici subito che la ragione è totalmente indipendente dalla tua volontà: se all'inizio stavi recuperando giochi che non avevi mai sentito, adesso la lista si è molto assottigliata e le nuove uscite sono poche.
A questo devi aggiungere che molti richiedono installazione di RPG Game Maker nelle sue varie versioni e a te non piace l'idea chè il tuo fido PC è già sufficientemente sotto sforzo per altre ragioni.
Fate 1+1 ed ecco perchè la rubrica sta un po' boccheggiando.
Ad ogni modo qualcosa ogni tanto esce: in questo episodio faremo le cose in maniera molto veloce. A voi Ayda e Home.
Cose veloci dicevi. Ayda è un gioco della durata stimata di 10 minuti per due finali; hai provato a scandagliarlo un pochettino per vedere se ti eri dimenticato qualcosa - che oh, l'età avanza eh - ma nulla. Sviluppato da Raikuden e scaricabile qui, ti conduce ad una breve avventura presso una casa dove non tutto è andato come previsto e un fratello deve prendere provvedimenti nei confronti della sorella Ayda.
Dal punto di vista del gameplay, sia pure nella sua estrema brevità, il gioco appare curato il giusto. Classico tasto Z per l'interazione - possibile con quasi tutti i particolari della decina di stanze a disposizione sia pure molto pochi quelli rilevanti - e tasto X per il menù il cui primo livello appare nella stessa schermata del gioco e le cui voci sono poche ma corrette. Apprezzabile il fatto che si possa correre con pressione del tasto SHIFT. Soli due finali, sbloccabili compiendo la scelta alla fine, e che si sostanziano però entrambi nella scritta The End e nulla più.
Graficamente è il classico gioco fatto con Tools di RPG making sia pure con una definizione apprezzabile; nessun particolare abbellimento.
La parte più interessante è quella sonora con una musica inquietante e a tratti incalzante che ben riesce a trasmettere il senso di ansietà tipico dell'horror; anche i rumori - specialmente nel momento degli screamers - fanno il loro lavoro egregiamente. Per il resto la componente horror si affida a qualche spruzzata di sangue in alcune stanze.
In definitiva un gioco da pausa pranzo o pausa caffè; hai il forte dubbio che sia soltanto quello che gli amanti dei videogame definiscono "alfa", cioè una semplice introduzione ad un progetto ancora da finire.
Leggermente meno veloce - una ventina di minuti - è Home, in cui si impersona una ragazzina cui viene dato il compito di dare il benvenuto ad alcuni ospiti di quello che sembra un hotel: la cosa non sarà cosi immediata chè, a differenza di quello che ti potresti aspettare, in quell'albergo c'è di tutto incluse edere rampicanti che impediscono gli accessi alla porte. Sviluppato da Soihylmz e scaricabile qui, il gioco, sia pure nella sua brevità, presenta qualche aspetto interessante.
Non certo la componente horror che praticamente non esiste: gli unici aspetti che potrebbero forse incuriosire sono alcune porte che rimarranno sempre inaccessibili, una delle quali "per il meglio", dirà il gioco.
Dal punto di vista grafico è davvero molto ben fatto. Grafica personalizzata - non la classica pixellosa degli RPG fatti con i tool consueti - ed esplosione di tinte tenui e piacevoli lo caratterizzano; molto belli appaiono pure i disegni che sottolineano alcuni dei momenti in cui si riesce a progredire nel gioco. Il tutto con un atmosfera giocosa - acuita da un motivetto allegro che quasi mai sarà interrotto da suoni di interazione - che sembra quasi quella di chi si cali una pasta - no, non all'amatriciana.
Il gameplay è semplice e molto efficace. Classici tasti Z - interazione con oggetti; non molti in realtà - e X - richiamo del menù che appare ben fatto, organizzato su due livelli -; ci si muove con le frecce direzionali e si corre col tasto shift. All'inizio il gioco appare come a scorrimento orizzontale con la possibilità di girare il proprio personaggio anche di spalle o di farlo guardare davanti allo schermo - il che viene utile in dipendenza della posizione dei vari oggetti e contribuisce a dare un'idea fasulla di profondità - per poi mostrare una schermata piuttosto ampia - quasi come un platform -. Poche le locazioni e pochi e tutto sommato piuttosto semplici gli enigmi che consistono nel recuperare un determinato oggetto, eventualmente farlo lavorare a qualcuno dei personaggi e quindi recapitarlo al suo destinatario; non viene richiesto selezionarlo dall'inventario in quanto sarà automaticamente utilizzato. Rimangono abbastanza oscure le ragioni per cui vi sono alcuni oggetti che mai verranno utilizzati ma che faranno parte dell'inventario; cosi come non si capisce per quale motivo vi siano delle piante che permettono il salvataggio se poi lo stesso è liberamente accessibile in qualsiasi momento dal menù.
Non vi altro da dire per un gioco che punta più sulla qualità che sulla quantità e che regala comunque una ventina di minuti piacevoli senza costringere il giocatore a scervellarsi.
Si conclude qui questa rapida escursione. Alla prossima puntata.
Indie Rpg Ep. 32 : cantando l'AIDA e ritrovandosi a casa
Reviewed by radish7
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