Fatal Frame: un film lungo e intensamente non intenso



Qualche tempo fa ti eri occupato di Project Zero, amorevole videogioco che aveva riscosso un buonissimo successo all'inizio di questo secolo tanto da generare tre incarnazioni. Macchina fotografica e fantasmi, il tutto condito da folklore Japponico: queste, in breve, le chiavi del successo del brand.

Vuoi che nell'Isola del Sol Levante non ne approfittino per farci un bel film? No, non vuoi. Infatti lo fanno e allora te lo guardi e lo recensisci pure. 

Le regole son sempre le stesse: 5 punti 5 per decidere se Fatal Frame - Gekijōban Zero, per i Jappoparlanti - sia da vedere, da non vedere o da riflettere in uno specchio. 


1- Il ritmo

Il film dura la bellezza di minuti 105 e non è che puoi dire che sia un colpo al cuore dietro l'altro. Lento ma con quell'adagio che fatica a diventare andante anche nei momenti topici i quali sembrano troppo frettolosamente trattati per lasciare spazio ad un continuo approfondimento degli aspetti psicologici delle protagoniste e alla descrizione del contesto in cui il tutto avviene, ovvero una scuola cattolica femminile di cui vengono descritte abbastanza bene le regole e la routine delle studentesse. 

Accade cosi' che il cellulare con la maledetta foto che è perno di tutto appaia solo dopo 45 minuti; o che il finale duri quasi 20 minuti venendo praticamente fatto per 3 volte quando già tutto l'alone di mistero della trama è stato ampiamente svelato e senza quindi aggiungere nulla di veramente emozionante a quanto già visto. 

2- Le musiche

Deciso punto a favore della produzione. Uno de temi della storia è lo spettacolo che le ragazze diplomande terranno prima della cerimonia ufficiale, il quale prevede la rappresentazione di Ophelia che viene cantata piuttosto bene dalla protagonista. Al di là di quello, molto buone le colonne sonore in ogni momento e anche in generale i suoni sono ben fatti e tempestivi. Specialmente quel continuo sussurro "Liberami dalla Maledizione" che costituisce uno dei punti più inquietanti della vicenda assieme a musiche di organo e carillion e voci talmente acute da sembrare stridule che ben esaltano i momenti di maggiore tensione assumendo i connotati di lamenti sfuggenti e strazianti. 

3- Ms. Maya

Alla fine tra scolarette tutte abbastanza dimenticabili - incluse le protagoniste - e una Madre Superiora che appare poco pure essendo decisamente personaggio chiave della vicenda, il migliore personaggio del film è proprio lei. Ex diplomanda dell'Istituto, considerata svalvolata per la sua maniera di vivere e per il suo abbigliamento che ricorda un po' grossomodo quello di una signora lungo le rive del Tamigi nell'800 e un po' una Barbie, la sa più lunga - o quasi - di tutti e ha un figlio che viene bullizzato e adora le fotografie per essere cresciuto assieme a lei proprio in quello stesso studio fotografico che sviluppo' la foto maledetta. 


4- La Trama

Che non è nemmeno male, salvo che la sceneggiatura non pare proprio cosi' ispirata e la prolunga oltre misura. Eri arrivato con l'idea di vedere qualcosa di simile a Project Zero: te ne sei andato con qualcosa di completamente diverso che hai fatto onestamente abbastanza fatica a reggere fino alla fine. Non spoileri: soffrite e guardatevelo. 

5- Horror

Praticamente inesistente a livello visivo - giusto un abbraccio ad un cadavere quando siamo già ad 1 ora e 25 minuti di film -, si sostanzia solo a livello sonoro - carillion e tichettii di orologio assieme al comparto sonoro di cui hai già parlato - e giusto un po' con dei personaggi che danno però più il senso del grottesco che altro. Pochino davvero per voler esser legato a doppio filo ad uno dei videogiochi horror di maggior successo degli ultimi anni. 


E' tutto per questo appuntamento: se per caso vi capita tra le mani una foto dubbia e state frequentando una scuola cattolica femminile...cambiate scuola.

Fatal Frame: un film lungo e intensamente non intenso Fatal Frame: un film lungo e intensamente non intenso Reviewed by radish7 on 06:50 Rating: 5

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