Indie Rpg Ep. 46: rapiti in una notte malvagia



Se sei un personaggio degli RPG Indie Horror non ti dovrà mai sorprendere il finire in luoghi di cui non sai una mazza, fatti apposta per renderti la vita difficile - e la morte facile - e circondati da uno strano alone di mistero che vorresti tanto nemmeno scoprire dato che l'unica cosa che hai in mente è trovare la via di andartene: tuttavia il sadico sviluppatore, volente o nolente - o molto spesso dolente - ti costringerà ad esplorarli e di conseguenza molto spesso a venire a parte di cose di cui potevi abbondantemente fare a meno. 

Che è poi quello che succede nei due giochi di oggi. Signori e Signore a voi: Kidnapped e An Evil Night


Kidnapped - anche conosciuto, anche se non sai perchè, come Maniac House - è un gioco che hai amato ed odiato allo stesso tempo. Sviluppato da DarkGamer e scaricabile qui, il gioco narra delle peripezie di tre ragazzini che entrano in una villa alquanto pericolosa al fine di trovare il loro amico scomparso. E lo troveranno, eh. 

L'hai odiato, dicevi: essenzialmente per tre motivi. Innanzitutto l'introduzione è davvero troppo lunga e con poche fasi di gioco: interminabili dialoghi, fasi comandate dal computer che non ti permettono nemmeno di capire che stia succedendo e ti inducono al quit di noia. Per fortuna non lo fai; tuttavia, appena finalmente arrivi alla magione, ti aspetta un'altra interminabile parte non giocabile: quella dei tutorial. Che per servire servono pure, eh: i comandi sono infatti molto diversi da quelli classici, andandosi ad utilizzare C come tasto azione, X per il menù e Z per il cambio di personaggio. Parti finalmente col gioco che risulta di una lentezza spaventosa: non si può correre e la documentazione reperita, qualora consista di più pagine, non è possibile mandarla avanti col tasto azione: devi aspettare che il gioco proceda da sè. Il che potrebbe essere frutto di scelta precisa: lentezza per non permettere al giocatore di aver la sensazione di poter cavarsela velocemente e per fargli pesare ancora più l'atmosfera da "qualcosa di incombente" che facilmente si può assaporare. 



Però il gioco ti è piaciuto e anche molto. Se la grafica non ha guizzi notevoli - semplice, del tool di RPG Making, priva di qualsiasi abbellimento e con documenti a tutto schermo che sembrano quelli dei flashgame di metà anni '90 - , il gameplay contiene delle soluzioni ottime. Innanzitutto l'idea di aver ben tre personaggi giocabili, tutti necessari: il gioco avvisa infatti che ciascuno di essi ha delle capacità specifiche per cui lo sfondare una porta o il suonare un piano potrà essere eseguito solo da uno di essi. Piacciono moltissimo tutti i vari enigmi: combinazioni, ricerca degli oggetti - non sempre segnalati con uno scintillio - , codici. 

Accanto a questo l'atmosfera che vive più sul sonoro che sul visivo: rumori talvolta riportati da giochi a te cari - i passi sono quelli di Resident Evil - o che si stagliano su fondali neri per separare le varie fasi del gioco e che davvero creano una tensione da tagliarsi con un grissino - ma bello grosso però. 

In definitiva un gioco curato e che merita il paio di ore necessarie per giocarlo sia pure presentando un solo finale. 


Assolutamente piccolo capolavoro è invece An Evil Night che in un'ora e mezza circa riesce a portarti ad esplorare un lago abbastanza pericoloso e a scoprire un segreto che in parte tale rimane anche dopo la conclusione. Sviluppato da SPM, il titolo è giocabile qui

Innanzitutto la grafica è qualcosa di assolutamente fantasmagorico per un RPG Indie: alla piacevolissima grafica del gioco - pixellosa si ma con una definizione encomiabile - si accompagnano gli abbellimenti mediante disegni - tutti davvero molto buoni sia dal punto di vista stilistico che da quello creativo ed evocativo - che si inseriscono allorchè vi sono parti narrate. Non te lo aspettavi vedendo l'inizio del gioco: ed è davvero una bella sorpresa. 



Che il gioco sia molto curato lo si vede poi anche nella componente RPG e nel gameplay. All'inizio vi è una schermata che spiega i comandi da utilizzare; il menù è personalizzato e su livelli: la prima pressione del consueto tasto X porterà l'apertura di una semplice barra con icone - passando sopra le quali appare la didascalia - che permette di scegliere tra oggetti, salvare, caricare e terminare. La documentazione non ha particolare veste grafica - tranne in un caso - ma è molto densa e precisa. Non vi sono enigmi particolarmente complicati; piuttosto vi sono alcune scene - anche queste comunque molto agevoli - di inseguimento. 

Altro punto fortissimo sono i suoni - in particolare le colonne sonore della varie zone - e la presenza di ben 5 finali diversi che richiederà un po' di pazienza riuscire a sbloccare. 

Come chiosa ricorderesti anche che l'autore dichiara che l'ispirazione arriva dalla Creepypasta di Dering Woods, graziosa località del Kent - Inghilterra - in cui si afferma si possano sentire alberi urlare e collegata suo malgrado ad un paio di incidenti che hanno ahimè comportato la morte di più persone senza che i fatti siano mai stati perfettamente ricostruiti. 

Un giochino breve magari, ma assolutamente sorprendente. 


E' tutto per questo appuntamento e se per caso vi trovate all'entrata di un bosco...cambiate strada.

Indie Rpg Ep. 46: rapiti in una notte malvagia Indie Rpg Ep. 46: rapiti in una notte malvagia Reviewed by radish7 on 15:29 Rating: 5

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