Partiamo dalle basi: non hai mai visto Death Note in vita tua. Per questo motivo tutto quello che scriverai saranno le parole di un neofita che viene probabilmente sorpreso dal piacere della scoperta. Non dirai nulla che non si sappia e probabilmente persino sbaglierai: lo farai però basandoti solo sul live action del 2017, cortese regalo di Netflix a patto di abbonarsi.
Alla regola non si scappa: 5 motivi 5 per vedere, non vedere, sentire, non sentire, leggere, non leggere – possibilmente il proprio nome – su Death Note.
1- Il Ritmo e la realizzazione tecnica
Il ritmo è di quelli buoni, capace di tenere attaccato lo spettatore al teleschermo per 1 ora e 42 minuti, non proprio bazzecole. Scoprire le – poche ma letali – regole del Death Note; vedere l’evolversi della trama; apprezzare qualche sana scena splatter; pure godersi qualche scena vagamente comica come quelle in cui l’entità maligna consuma mele che magari toglieranno pure il medico di torno ma non tolgono lui. Tutto nelle dosi giuste e il tempo trascorre abbastanza velocemente, aiutato anche da una realizzazione tecnica di prim’ordine: sapienti utilizzo di luci ed ombre, tinte forti e penetranti, effetti rallenty in grado senz’altro di catturare l’attenzione.
Insomma: è fatto bene.
2- La storia in breve
Che è un altro punto che ti è piaciuto. In qualche maniera il liceale Light – un nome un programma – viene in possesso del Death Note ed istruito da quello che sembra essere lo spirito che vi alberga – tal Ryuk – sulla sua funzionalità in maniera non proprio chiara al 100%. Solo scrivendo il nome della persona che si vuole morta e a patto di averne in mente il volto, si può determinare la sua morte. Light parte con le migliori intenzioni, volendo assumere il ruolo dell’eroe che uccide i cattivi e "creando" l'eroe Kira osannato dalle folle ed in un primo tempo persino ben visto dalle forze dell'ordine. Finisce però poi preso in mezzo alle regole del Death Note – che viene suo malgrado a scoprire caso dopo caso in maniera non esattamente piacevole - , consente l’accesso al libro pure alla nuova fidanzata cheer-leader – Mia, che dimostra peraltro di essere una squilibrata come nemmeno Akame di Akame Ga Kill - , finisce per essere ricercato e alla fine si libera del fardello in modo non proprio ortodosso. Tutt'attorno morti, mezze stragi, un detective dal vago piglio ninja ma di colore, il padre di Light capo della polizia che cerca di trovare questo Kira e non sa ovviamente che la fonte di tutto è proprio il figlio.
3- Il Death Note: come funziona
Non lo sai se nell’anime lo spieghino dettagliatamente ma di sicuro non lo fanno nel live action. Al primo utilizzo si vede una serie di circostanze apparentemente fortuite incastrarsi per uccidere la persona il cui nome viene scritto – stile un Final Destination, per capirsi – senza che Ruyk muova dito; successivamente però si vede il demone in prima persona sparare raggi lucenti contro la ruota panoramica che contiene Light il cui nome era stato inciso da quella simpaticona di Mia.
Che ci sia qualcosa di ulteriore rispetto al demone sembra potersi desumere dal fatto che persino il nome di Ryuk può esservi scritto – ma nessuno è mai riuscito a giungere oltre le prime due lettere - ; e del resto anche lui può usare il libro funesto e lo fa una prima volta per istruire Light uccidendo, cosi perché gli giravano, 12 agenti dell’FBI impiccioni.
4- Ryuk il simpaticone
E il mistero si infittisce nel senso che, se non è chiaro affatto come funzioni il Death Note, nemmeno è molto chiaro Ryuk, il “demone” che vi si accompagna. Sembra più una sorta di spirito rimasto imprigionato nel libro oppure ossessionato dallo stesso al punto di non lasciarlo mai. Si capisce che può usarlo, che può indicarne il portatore successivo, che – forse – in qualche modo contribuisce ad avverarne le predizioni. Di certo solo l’attuale possessore del Death Note può vederlo e sentirlo; la sua immagine non è mai chiaramente mostrata ma sembra un forte estimatore di Hellraiser o qualcosa che si situa a metà tra un Oni Japonnico e Papa Shango di wrestliniana memoria.
Ma ai posteri passerà la sua magistrale interpretazione da mangiatore incallito di mele.
5-I titoli di coda
Li hai apprezzati, con inserimento di bloopers – errori durante le riprese – che attenuano il carattere drammatico della pellicola.
E chiudi qui e no, non hai scritto alcun nome volontariamente.
Il filmone: Death Note, il live action
Reviewed by radish7
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07:00
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