Flashgame Ep. 47: una desolazione residentevilliana

Ultimamente scrivi un po' poco di flashgame in parte perchè il tempo è poco, in altra parte perchè trovare qualcosa che realmente ti colpisca dopo tante giocate non è poi così facile. 

Così, nell'epoca dei cloni di Five Night at Freddie's, degli RPG messi in flash e delle peripezie tridimensionali con motore Unity, talvolta un piccolo saltino nel passato ti aiuta. 

E difatti trovi la serie di Desolation, in due comodi appuntamenti tra il 2011 ed il 2012. 


Desolation viene sviluppato da PopBrain nel lontano 2011 e rappresenta davvero tutto quello che un buon flashgame horror del tempo deve essere. Si gioca nei panni di un impiegato di ditta di disinfestazione chiamato per risolvere il problema dei ratti...che in realtà non è proprio di ratti. 

La grafica sarà pure essenziale ma contiene tutto quello che può servire. Breve animazione iniziale con introduzione; disegni cartooneschi, colorati ed accattivanti con anche un paio di cutscenes; crediti finali che raccontano la fine della storia; tutto è fatto molto bene così come - nei limiti di un flashgame - le animazioni dei combattimenti - movimenti degli zombie e uso delle armi -. 

Il gameplay è caratterizzato dal tentativo di fuga con esplorazione di 4 piani di un palazzo. La visuale è in prima persona; nella schermata sono presenti una barra della vita, un'icona a forma di sacca per accesso ad inventario - molto ben reso e facile da utilizzare - , un'icona che individua l'oggetto - uno solo per volta - correntemente equipaggiato, una rosa di frecce tra cui cliccare la direzione da prendere e una piccola mappa del piano in cui ci si trova in alto a destra. Prevalentemente si tratta di recuperare oggetti ed utilizzarli, nel frattempo usando le numerose armi a disposizione - dapprima un mocio rotto; poi coltelli, pistole, fucili e shockgun - per difendersi dagli attacchi degli zombie; ogni arma presenta una diversa efficacia data dal numero di colpi necessari per uccidere lo zombie. Sono poi presenti le munizioni e i medikit. 



La componente horror viene ben sviscerata sia a livello visivo - incluso uno screamer per l'apparizione del primo zombie con conseguente veloce cutscene - che a livello sonoro; contribuiscono poi i cardini del survival come il numero di colpi finiti, l'inventario a slot limitati - che induce talvolta a liberarsi di alcuni oggetti per fare spazio - e l'apparizione randomica di zombie durante qualcuno dei possibili backtracking. 

Non male davvero per un gioco del 2011 il cui unico vero difetto sta in una certa macchinosità nella dinamica di dover sempre equipaggiare un oggetto per volta passando necessariamente per l'inventario. Per coloro che vogliano gettarsi a disinfestare ecco il link.





Passa solo un anno e nel 2012 arriva il secondo episodio, Desolation 2 - The bunker of Fear, per cortese regalo di WebChiper. Stavolta si vestono i panni di un militare che deve fuggire da una sorta di studio di ricerca. 

Graficamente - e non solo in realtà - il gioco è una piccola perla. Abbandonato lo stile cartoonesco, il gioco si riempie di schermate ottimamente disegnate con forti sfumature e forti contrasti di colori ad accentuare l'atmosfera di perdizione apocalittica; costante è la presenza del proprio personaggio - in movimento a seconda dell'azione che sta svolgendo - sulla sinistra formando una visuale di spalle che davvero ricorda quella soluzione che fece di RE4 un must. La stessa introduzione è animata con uso di alcune slide che si susseguono e alcune delle frasi scritte vengono anche pronunciate dal personaggio; solo un piccolo esempio del sonoro che sarà ottimo in ogni sua componente durante tutta l'esperienza. 

Il gameplay è forse piuttosto lento - unica vera possibile critica - ma presenta comunque scelte interessanti. Esaurita una prima veloce fase di esplorazione delle poche stanze presenti, si passa alla risoluzione di alcuni enigmi - non particolarmente difficili - per poter sbloccare aree successive; si può incappare in zombie che vanno uccisi tramite una delle armi a disposizione - coltello, pistola, mitra - tutte stivate in un ottimo menù-inventario a comparsa qualora si clicchi sull'apposita icona nella parte in alto a sx dello schermo. E' presente una mappa sommaria - sempre accessibile da inventario - e documentazione piuttosto insanguinata che permette, almeno per sommi capi, di ricostruire la trama di Resident Evilliana memoria. Presenti pure dei consumabili quali kit di pronto soccorso - che vengono usati automaticamente alla loro raccolta e non possono essere stivati - e caricatori. Non è permesso il salvataggio che consta invece di checkpoints automatici al compimento di una determinata azione. Unico vero difetto del gioco sta forse nella dispersività: poche locazioni ma piene zeppe di punti in grado di catturare l'attenzione del giocatore quando poi davvero molto pochi sono quelli rilevanti. In questa maniera, almeno alla prima run, il gioco può proseguire anche per buoni 30 minuti a continui backtracking nel tentativo di capire cosa si sia missato. 



Giocabilità perfetta in punta e clicca, con giusto la variante della pressione del tasto Q per ricaricare l'arma; cosa che peraltro farà fatica a servire dato che gli incontri sono pochi e, tranne che per il leggermente più complicato boss finale che sembra in tutto e per tutto un Tyrant, tranquillamente risolvibili con 4-5 colpi di coltello tattico. 

La componente horror viene sicuramente portata a livello grafico dalle colorazioni che definiresti espressioniste e anche dalla precisa scelta delle tavole con conseguenti inquadrature che poco lasciano intravedere lungo la direzione che si scelga; il sonoro compie poi la sua parte. 


In sostanza una piccola perla se non fosse per una certa lentezza; per chi ha tempo tuttavia il link è questo.


Concludi qui e se per caso vi trovate in un laboratorio di ricerca e sentire suoni strani...beh, non crediate sia il microoonde. 

Flashgame Ep. 47: una desolazione residentevilliana Flashgame Ep. 47: una desolazione residentevilliana Reviewed by radish7 on 07:00 Rating: 5

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