Welcome to the Game: benvenuti nella parte oscura di Internet





Non scrivi molto di videogiochi che non siano indie nella loro duplice versione di RPG o Flashgames; talvolta ti concedi qualche escursione mesneriana su Tripla A – ad esempio qui  - o su brand cui sei particolarmente legato – come Resident Evil o Silent Hill – ma, per arrivare a sconfinare dal tuo bel giardinetto fatto di Ao Oni wannabes qualcosa deve colpirti proprio tipo gancio di Alì. 

E stavolta devi ammettere che è accaduto con Welcome To The Game, gioco sviluppato da Reflect Studios nel 2016 e che ha recentemente ricevuto un seguito e – forse – una conclusione nel tardo 2017. 


Ci hai giocato? No. Hai semplicemente seguito alcuni gameplay sul Tubo e ne sei rimasto alquanto stordito. Perché? Seguire la redirection qui sotto. 

La puoi persino liquidare con una parola soltanto: il concept. Gioco decisamente volgente all’horror soltanto che stavolta quello di riferimento arriva dai meandri dell’Internetto, in quella parte non indicizzata dai comuni motori di ricerca e pertanto tramite gli stessi non accessibile chiamata Deep Web. Nei panni del protagonista, infatti, bisognerà utilizzare l’A.N.N. (Anonymous Node Network) per scoprire dei codici nascosti nelle varie pagine del Deep Web che, uniti assieme, formeranno il link per accedere alla Red Room, luogo ben poco divertente dove qualcuno viene torturato a morte sulla base delle scelte dei telespettatori paganti. 

Praticamente si passerà quindi la maggior parte del tempo nella propria stanza dinnanzi al proprio computer, per scoprire un mondo virtuale talmente open da non avere nulla da invidiare a quello reale: parliamoci chiaro, l’idea è furba come poche altre e permette di creare uno spazio ampio con pochissime risorse, sicuramente molto meno di quelle che servono per creare un Zelda per Nintendo Switch – esempio preso totalmente a caso ma che rende l’idea -.

In tutto questo colpiscono poi tutte le idee di contorno, tese a rendere l’esperienza il più reale possibile. Così si potrà essere attaccati da hackers e per difendersi si dovranno risolvere dei minigames – che vengono spiegati in sede di tutorial nel primo gioco, non però nel secondo - ; potrà saltare la luce rendendo necessario fare qualche passo per ripristinare la corrente dal pannello generale; si potranno anche ricevere delle visite null'affatto piacevoli – rapitori, poliziotti, assassini – da sviare con veri mezzi tra cui spegnere tutte le luci e rimanere inermi oppure spostare il router wi-fi o ancora hackerare a propria volta reti in maniera da non rendersi tracciabili -; si dovranno – se si vuole avere qualche chance – comprare VPN o programmi per la loro protezione o la loro penetrazione spendendo valuta simile ai bitcoin che si potrà conseguire in maniera davvero lenta e faticosa. 



Questi pericoli, assieme ad altri accorgimenti, costituiscono il vero motore per l'atmosfera horror - con forti tinte survival - del gioco, molto più dei pur assolutamente efficaci e deleteri - per le arterie - screamer. Perchè se è vero che vedere improvvisamente la porta forzata e il faccione dell'assassino, del rapitore o del poliziotto - nella seconda installazione - fa saltare sulla sedia, lo fa comunque solo nella prima occasione; invece il tempo limitato concesso - 30 minuti in tutto - , i tremendi suoni lugubri che si sentono provenire dalla porta o la continua ricerca nella meandri più reconditi della rete con il gusto della scoperta dell'orrido e l'impotenza di fronte a siti che sono on line solo in determinati momenti della giornata costringendo dunque ad una sorta di "backtracking virtuale" costruiscono l'atmosfera ansiogena che emana da ogni singolo frame. Contribuisce poi sicuramente il fatto di aver la continua impressione di non sapere realmente cosa sta accadendo e nemmeno chi il giocatore sta guidando: in prima persona non si può determinare chi sia il proprio personaggio e solo grazie all'ottenimento di uno dei finali speciali l'arcano viene svelato. 

Una piccola notazione deve pure essere fatta per la locazione che viene sapientemente costruita come una casa o una stanza di hotel; la seconda installazione, in effetti, permette una maggiore mobilità, consentendo anche di recarsi nella hall dell'albergo e persino in un vicoletto nel retro dove si potranno sì recuperare dei pacchi acquisiti nel Deep Web ma anche fare un brutto incontro. Rimane la possibilità per il giocatore di nascondersi persino dentro l'armadio per evitare spiacevoli incontri. 

Tutto orrendamente bello? No. Da quel che hai visto il gioco è un tantino lentino a meno che non si sia totalmente appassionati di continue e spesso infruttuose ricerche in rete; e pure se lo si è gli attacchi degli hackers tendono ad essere un attimino troppo frequenti specialmente nella seconda installazione quando diventa all'inizio difficile farvi fronte mancando il tutorial presente nella prima oppure quando si possono passare numerosi minuti per il caricamento di un sito o prima di trovarne uno accessibile. Il realismo spinto va bene ma annoia chi vuole godersi un gioco proprio per trovare qualcosa di diverso dalla realtà quotidiana: il rischio è quello di un ragequit prematuro oppure successivo visto il praticamente ineluttabile Game Over che si accompagna alla visita dei malintenzionati da cui, in sostanza, è molto difficile difendersi per il loro comparire repentino e casuale, ossia disconnesso talvolta dagli indizi sonoro visivi che il gioco offre. 



Anche la trama, vista in spiccioli, non appare particolarmente innovativa o interessante anche se quello che effettivamente attira è il modo in cui la si deve "scoprire". 


Nonostante questi piccoli inconvenienti, un gioco diverso dai soliti, esuberante e a tratti persino esaltante. Per coloro che vogliono provarlo basta recarsi qui e sganciare 5 bei pezzi di carta con il faccione di Giorgione Washington. Oppure qualche bitcoin, a scelta. 

Welcome to the Game: benvenuti nella parte oscura di Internet Welcome to the Game: benvenuti nella parte oscura di Internet Reviewed by radish7 on 07:00 Rating: 5

Nessun commento:

DomKaneki2015 . Powered by Blogger.