Hai appena terminato la visione di Mirai Nikki – Future Diary (未来日記 Mirai nikki, letteralmente "Il diario del futuro") anime del 2012 che traspone l’omonimo manga del 2006: 26 episodi + 1 OAV di una trentina di minuti ed il gioco è fatto.
...e che gioco devi dire.
L’idea alla base della trama appare piuttosto originale; il colpo di scena che appare intorno all’Ep. 23 è molto ben accetto – come la povera Gasai Yuno, del resto – e non proprio così facilmente prevedibile; il plot in generale viene svolto in maniera corretta – ammesso che ve ne sia una che non è tale – fornendo indizi ma mai prove, suggerimenti ma mai nulla su cui si possa arrivare alla soluzione.
Tutto ruota attorno alla presenza di una divinità, Deus Ex Machina: un vero e proprio dio del tempo e dello spazio che controlla il cosiddetto Continuum della Causalità dalla sua privilegiata residenza chiamata Cattedrale della Casualità aiutato da un puccia di nome Murmur che, se è vero quanto viene detto, è una aliena. Tutto perfetto salvo un piccolo bug: Deus Ex Machina ci sta lasciando le penne e, per assicurare la continuazione del mondo, occorre trovare un sostituto.
Facile, diresti; senonchè Deus non è che sia il più furbo tra gli dei e si fa abbindolare da John Bacchus, sindaco della città di Sakurami in cui si svolgono i fatti, che inventa una maniera piuttosto originale di scegliere il prossimo dio: un gioco in cui saranno coinvolti 12 personaggi e solo l’ultimo a rimanere in vita assurgerà alla carica. Se sa molto di Highlander o di Hunger Games, beh, si attenda di leggere il seguito: in questo gioco i 12 sono possessori di appositi Diari del Futuro che registrano i cambiamenti degli eventi un po’ in anticipo – si parla di messaggi che arrivano circa 90 giorni prima - oltre ad aver ciascuno la propria abilità particolare. L’idea è quella di stimolare il gioco fornendo delle informazioni – mai complete; ciascun diario ha anche i suoi limiti – ai vari partecipanti e consentendo loro in questa maniera di adattare le proprie mosse sulla base di tali informazioni. La distruzione del diario comporta la sparizione del possessore che perde così il gioco e soprattutto la vita. Per rendere il tutto più interessante i possessori non si conoscono all’inizio: si devono identificare a vicenda e per tale motivo, quando sono riuniti presso la Cattedrale, il loro aspetto viene celato essendo possibile vederne solo una sagoma colorata.
La concezione di tempo in Mirai Nikki è essenzialmente lineare e dominata dai concetti della mancanza di ineluttabilità e di destino – i fatti possono cambiare a seconda delle azioni dei vari possessori dei diari – e di unicità – in ogni momento il futuro è uno e uno soltanto; almeno questo lo spettatore viene indotto a credere fino ad un certo punto dell’anime -. In realtà, intorno agli ultimi 5 episodi, si scoprirà che le linee temporali interessate sono ben 3 diverse: solo due vengono mostrate mentre la prima di esse viene solo descritta. Non vuoi spoilerare, quindi chi non vuole non legga il pratico listone puntato seguente:
LINEA 1: in essa il gioco è stato vinto da Gasai Yuno che ha per ultimo ucciso Yukki con l’intento, una volta divenuta la dea, di riportarlo in vita. In realtà scoprirà che i suoi poteri divini sono limitati a riportare il corpo dell’amato ma senza anima. Soluzione che non è che soddisfa la giovane che pertanto decide di riportare indietro il tempo e finisce in questa maniera per sconfinare nella
LINEA 2: in essa arriva, prima della distribuzioni dei Diari, la Yuno-dea della linea 1 e, per non sapere né leggere né scrivere, uccide i suoi genitori e la se stessa di questa linea. Nella Linea 2 si svolgono i fatti che vengono narrati con un piccolo particolare che però non deve essere trascurato in quanto essenziale: la Murmur che si vede nell'anime è anch'essa quella della Linea 1, mentre quella di questa linea viene sigillata fino agli ultimi 4 episodi: il Deus Ex Machina di questa linea manco se ne accorge. Ad ogni modo finisce anche qui tutto a scatafascio e alfine ci resterà il solo Yukki nuova divinità, bello depresso e coi capelli di 10000 anni, assieme alla Murmur di questa linea: nel finale la Yuno della linea 3 riuscirà a fargli visita, ponendo fine ai dolori del giovane Yukki e concretizzando il lieto fine che non è che hai gradito così tanto
LINEA 3: qui Deus è un attimino più intelligente e non cade nella proposta dell'Undicesimo – John Bacchus – e quindi niente diari, niente gara, niente casini. Ma la Murmur della prima linea rimane sotto forma di portachiavi della Yuno di questa linea e alla fine riesce a trasferirle i suoi ricordi; la piccola avverte che le manca qualcosa – Yukki, che in questa linea se la vive beatamente e senza finire in mezzo ad un sacco di gente che lo vuole morto che del resto, non essendoci gare, nemmeno c’è – e riesce a sfondare lo spazio tempo – do not ask – e a recarsi nella Linea 2. Riunita al suo bello che cosa farà? Creeranno un nuovo mondo? Faranno altri casini? Figli? No, semplicemente se ne vanno a vedere le stelle come da promessa mai mantenuta che si erano fatti.
Il manga – e anche l’OAV "Redial" che chiarisce un attimino la situazione – dà il finale un attimo più comprensibile: Deus accetta i due ragazzi entrambi come nuove divinità e quindi la LINEA 3 è salva e vissero tutti felici e contenti e...stellati.
Al di là della trama e della buona sceneggiatura, tale da mantenere alta l’attenzione dello spettatore pur talvolta dilungandosi ed avviluppandosi un po’ su se stessa, i personaggi sono tutti molto ben caratterizzati: a ciascuno viene conferito il proprio passato per quanto sia sufficiente ai fini della storia, a ciascuno il suo motivo ed i suoi scopi, a ciascuno i propri connotati psicologici che ne determinano la maniera di pensare e di agire. Altra cosa che colpisce è che nessuno è in realtà totalmente buono e nessuno è totalmente malvagio, dipendendo molto dalla prospettiva; se infatti Yuno può sembrare piuttosto cattivella dal punto di vista che la storia predilige – quello di Yukki -, diventa poi invece una povera ragazza che ha subito dei maltrattamenti da parte dei genitori ed è, in sostanza, uscita pazza aggrappandosi al suo sogno d’amore come unica via d’uscita da altra angolatura visuale; se Yukki, il protagonista, sembra un bonaccione – e su di lui ci torni, uh se ci torni – incapace di fare del male, d’altro canto tratta alcune persone come zerbini e altre le ammazza pure sia pure in nome della propria sopravvivenza. Inquietanti e intriganti appaiono la terrorista Nona – al secolo Minene Uryuu – che prima uccide mezza scuola a suon di bombe ma poi aiuta Yukki e per lui sacrifica un braccio, riuscendo a finire sposata col suo caro e con prole a seguito e il sindaco Undicesimo di cui hai già parlato. Per il resto hai bimbocchi maestri di arguzia i cui genitori sono stati involontariamente uccisi da Yukki; maestri di scuola con tendenze suicide; un negoziante con l’indole del supereroe che finisce per essere ridicolo e per rimetterci le penne per primo; investigatori che vogliono diventare divinità per poter salvare il proprio figlioletto malato terminale; direttrici di orfanotrofi – forse l’unico personaggio realmente buono in tutti i sensi - ; infine addestratori di cani e innamorati con passato da bullizzati.
Il protagonista, dicevi: ‘na fisima. Yukki piange di continuo come nemmeno il peggior Shinji di Evangelion e sente su di sé la pressione di qualunque scelta anche se poi, in realtà, si rivela piuttosto intelligente; in compenso annulla qualunque suo punto di forza essendo imbranato peggio del miglior Kirito di fronte alla sua bella e indifeso – utilizza delle freccette e pure male – come nemmeno Vegeta contro Cell perfetto al primo estratto.
Interessante è pure l’idea dei diari che, nella maggior parte dei casi, sono contenuti in supporti informatici – cellulari ed I-Pod; fa eccezione la sola Sesta, capo del culto dell’Occhio Sacro, che utilizza una pergamena – e del resto tutti i titoli dei vari episodi utilizzano il gergo proprio dei cellulari per anticiparne il contenuto.
Se tutto questo, protagonista escluso, ti è piaciuto, ci sono però anche cose un po’ meno positive.
Hai già detto del fatto che talvolta la storia si inviluppa un po’ su se stessa: in parole semplici l’anime poteva essere svolto in qualche episodio di meno e, attorno all’Ep. 20, si rischia forte il drop che sarebbe peraltro alquanto nocivo visto il bel colpo scena subito successivo. Vi sono poi fanservice – anche se non eccessivamente, Yuno non disdegna mostrare le sue graziose forme in abitini succinti e biancheria intima – , qualche marchetta – chiamiamolo omaggio: Street Fighter nell’Ep. 7; poi però in bella vista il laptop Qosmio della Toshiba - e un bel bacio omosessuale di cui avresti fatto volentieri a meno.
In definitiva comunque un buon anime che ti senti di consigliare: ecco l'sms con il luogo dei ritrovo; affrettarsi, tutto potrebbe cambiare repentinamente.
Mirai Nikki: divinità, diari, linee temporali e sangue
Reviewed by radish7
on
07:00
Rating:
Nessun commento: