Full Metal Alchemist live action: alchimia riuscita?



Full Metal Alchemist - 鋼の錬金術師 Hagane no renkinjutsushi ; letteralmente: "L'Alchimista d'acciaio" - è un manga scritto dal prode Hiromu Arakawa nel primo decennio degli anni 2000 che ha poi ricevuto ben due trasposizioni animate prima tra il 2003 e 2004 e poi tra il 2009 ed il 2010. Ma siccome questo non era abbastanza, per la legge dello scambio equivalente, Netflix ti realizza anche un live action nel 2017: ecco, te lo sei visto e vorresti spenderci due parole equivalenti. 

Non parlerai della trama - che è quella del manga grossomodo - quanto piuttosto di quanto consideri un punto a favore e quanto a sfavore: perchè sì, se alcune cose ti sono proprio piaciute a livello di oro, altre sono invece rimaste un po' rame. 

Pronti alla trasmutazione? Si va. 


Spendi subito buonissime parole sul comparto tecnico. Piace la CGI che viene però usata in maniera un po' troppo parsimoniosa: bellissimo lo scontro iniziale, molto belle in particolare le fiamme che si vedono un totale di due volte in tutto, però, accettabili i soldati simil Gollum con un occhio solo: per il resto abbiamo giusto qualche allungamento delle dita di Lust e una bella scena in cui il famelico Gluttony si mostra in tutta la sua sconvolgente voracità. Un po' pochino secondo te. Piace ancora di più l'ambientazione che viene saggiamente ricostruita facendosi un bel viaggetto nella medioevale Volterra che sarà il luogo principale delle riprese; non male davvero la scelta dei titoli di coda con crediti che decidono di mostrare gli attori principali attraverso delle scene in bianco e nero già viste nel film. 

Quello che però ti affascina di Full Metal Alchemist è il contesto e gli spiegoni sui concetti base dell'intera opera. Così l'Alchimia, innanzitutto: non magia ma scienza e basata su tre principi piuttosto semplici che sono spiegati dall'anima armaturata del buon Al: 

-  principio dello scambio equivalente: l'alchimia può solo agire tra oggetti dello stesso valore; 
- principio della conservazione della massa: classico "nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma"; 
- principio naturalistico: se hai a disposizione un certo elemento, quello che ottieni è qualcosa che sia fondato su quell'elemento. E questo l'hai francamente capito pochino visto che la base stessa dell'alchimia medioevale era invece quella di riuscire ad ottenere da elementi di poco valore - es.: ferro - altri di grandissimo valore - es.: oro -. 



Ad ogni modo, le trasformazioni sono dette trasmutazioni e avvengono solitamente soltanto grazie ad un cerchio alchemico che funge da catalizzatore: siccome però il protagonista è più figo, è capace di farle anche senza, cosa che riesce solo agli alchimisti di livello più elevato. E qui si apre un altro punto che ti piace assai: ogni alchimista ha una specializzazione, una sorta di propria "elementalità"; vi sono l'alchimista dell'acciaio - il protagonista - , quello del fuoco , quello della roccia e vari altri. Dal campo di applicazione dell'alchimia nulla è potenzialmente escluso, essendo possibile persino includere il corpo e l'anima umana: tuttavia questo tipo di alchimia è proibita, non tanto e non solo perchè considerata immorale quanto, come avrà modo di scoprire amaramente il protagonista alla fine, perchè pericolosa, potendo permettere a qualche malintenzionato di creare un intero esercito di manichini e sovvertire l'ordine costituito. 

E proprio l'organizzazione politico/militare è altro punto, anche se poco trattato nel live action, che convince. In sostanza esiste un governo centrale per l'intera regione di Anestris - che ha passato una guerra civile di recente ed è divisa in numerose città tra cui sono nominate Reole, Barnes, Aston, la Città dell'Est e quella Centrale - al cui servizio sta un esercito con gli stessi gradi di quello reale; almeno qui vengono nominati Colonnello e Generale - cui risponde il Comando Centrale degli Alchimisti i quali sono divisi in livelli ben precisi - nel live action si accenna tuttavia solo al terzo livello -. I più capaci, attraverso il superamento di un esame, diventano Alchimisti di Stato: il protagonista Ed, manco a dirlo, è il fenomeno dei fenomeni che ha ottenuto il titolo alla tenera età di 12 anni. Non è comunque che basti solo questo: nel corpo degli Alchimisti di Stato bisogna rimanerci conservando le credenziali sulla base del proprio operato - uno degli alchimisti deve ad esempio stilare un report annuale per dimostrare il progresso nella ricerca che sta conducendo -. Anche se non viene detto, avere queste credenziali comporta una vita piuttosto agiata con uno stipendio del tutto consono. 

Anche se l'alchimia è scienza, qualcosa di vagamente magico nell'opera rimane. La stessa Pietra Filosofale - da sempre l'oggetto di ricerca degli alchimisti di tutti i secoli; qui cercata dal protagonista essenzialmente per poter riportare in vita la madre defunta e ridonare un corpo fisico al fratello che l'ha perso a seguito di un esperimento condotto da piccoli e non proprio andato benissimo - ha un che di poco "reale": può essere a sua volta "trasmutata" ma solo a prezzo di anime umane e, a sua volta, permette di donare anima e tutta una serie di poteri - tra cui una sorta di rigenerazione istantanea che rende, solo per un certo numero di volte, immortali, come accade per i villain della storia, gli Homunculus - a oggetti. L'ideale per il protagonista ma pure per il cattivone. 

Proprio gli antagonisti sono uno dei punti dolenti del live action. Non che non siano interessanti; soltanto che davvero ne vorresti sapere di più. Tralasciando il colpo di scena, classico e abbastanza scontato, per cui il buono a capo di tutto e tutti è in realtà il cattivo, gli Homunculus si caratterizzano per essere umani - sensazioni e sentimenti li hanno - costruiti però tramite la Pietra Filosofale che se ne sta bella tranzolla nel loro corpo, donando loro immortalità - e una serie di poteri come facoltà di assumere le sembianze di chiunque o spuntoni allungabili - ma non un numero infinito di volte. E qui le domande sorgono spontanee e senza nemmeno bisogno di trasmutarle: da chi sono stati creati? Perchè hanno a disposizione solamente un numero limitato di vite? Quale è davvero il loro scopo finale visto che non esitano minimamente a far fuori quello che avrebbe dovuto il loro alleato nelle alte sfere? Non si capisce. Come fatichi un po' a capire che sia realmente quell'entità che Ed incontra nel Portale della Verità che peraltro non la rende nemmeno facile appellandosi con una serie di epiteti quali Dio, il Tutto, la Verità, il Mondo e...Ed stesso; rimane comunque un personaggio affascinante così come epica, in definitiva, è la rinuncia del protagonista a raggiungere finalmente il suo risultato a prezzo della anime umane. 



C'è poi qualche incoerenza che pure un profano dell'opera come sei tu fatica a spiegare. In primis Al: è un'anima contenuta in un armatura, del tutto priva di fisicità. Ci sta quindi, come lui stesso spiega, che non mangi, non dorma, non provi dolore: allora perchè afferma di sentire calore quando il pazzoide Alchmista delle Chimere Tucker sta sperimentando su di lui? 

Infine, la lunghezza del live action è un po' esagerata. 2 ore e mezza che sicuramente servivano ma che, alla lunga, un po' ti hanno annoiato. 


In definitiva comunque un buon live action di cui puoi anche raccomandare la visione anche a coloro che non sappiano fare la trasmutazione. Qui il Portale della Verità: se per caso vedete un uroboro...beh sappiate che non è sempre oro quello che luccica.

Full Metal Alchemist live action: alchimia riuscita? Full Metal Alchemist live action: alchimia riuscita? Reviewed by radish7 on 07:00 Rating: 5

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