Quando hai giocato perla prima volta uno del flashgame della serie Rusty Lake sei rimasto completamente confuso: più provavi a capire qualcosa di quello che avevi appena, e non proprio facilmente, finito, più non trovavi alcuna spiegazione. Ed allora ti sei un po' informato e hai scoperto che Rusty Lake è un serie di flashgames, alcuni gratuiti e alcuni a pagamento, nonchè il nome della casa sviluppatrice: da lì a trovarne il sito internet è stata una passeggiata sulle rive di un lago. Ed è tutto quello che serve per potersi tuffare in un mondo suggestivo e fantastico caratterizzato da una sfida di quelle che rimangono ben impresse nella memoria.
Pronti a immegersi in un lago di color ruggine? Si va.
La Rusty Lake va elogiata sotto praticamente qualsiasi aspetto: tanto la realizzazione squisitamente tecnica quanto la formulazione di una trama geniale, cervellotica ed intricata.
E sul secondo punto tagli proprio corto chè probabilmente tutti i tuoi buoni propositi di comprenderla sono naufragati dopo il secondo gioco: basti sapere che i fans hanno addirittura creato una wikia apposita e chi voglia e sappia un minimo di albionico può tranquillamente leggere qualche miliardata di teorie ed informazioni li'.
Quanto al primo punto, il gioco ha tutto - ma proprio tutto - quello che il panorama dei flashgame attuali può offrire. Anzi, la serie di giochi: sono sostanzialmente divisi in gratuiti - la serie Cube Escape - e a pagamento - la serie Rusty Lake - ma tutti ambientati nello stesso mondo e tutti legati nella trama complessiva.
Si parte con una schermata di caricamento animata - a seconda della connessione può richiedere anche un minutino buono - che di per sè non sarà molto, ma già mette il giocatore nel mood del gioco e rivela cura in ogni minimo particolare della propria creazione.
A quel punto si spalancano le porte di un punta e clicca di fuga da una - o più: ad esempio in Cube Escape: The Mill è presente una piccola ma suggestiva mappa che indica le diverse stanze accessibili; tali stanze vanno sbloccate man mano che si prosegue e la mappa viene comodamente riportata su un quadro in maniera da essere sempre accessibile; oppure in Cube Escape: Seasons vi sono quattro cubi che permettono di saltare a diversi momenti dell'esistenza del protagonista - stanza in cui la componente grafica lascia a dir poco di stucco: disegni di ogni "parete" con i più vari particolari, animazioni - talvolta - e addirittura la possibilità - per quanto non sia praticamente mai rilevante - di tenere premuto il tasto sinistro del mouse per scrollare verso l'alto la schermata ottenendone uno sguardo più ampio. Al tratto minimalista ma suggestivo e cartonato si uniscono colori sempre azzeccati che vanno a sottolineare costantemente le sensazione che il giocatore può provare: se quelli accesi o tenui e confortevoli si mantengono per buona parte del gioco, sono poi sostituiti piuttosto velocemente da tinte cupe e ansiogene nel momento in cui qualcosa - mai piacevole - accade. Sempre apprezzabile risulta poi il doppiaggio di alcuni dialoghi - con voci ed effetti sonori sempre azzeccati - .
Il gameplay si muove sui tradizionali canoni del punta e clicca di fuga da ambiente ma con quel qualcosa in più dato dalla tremenda sfida degli enigmi proposti. Anzi: prima di tentarne la soluzione bisogna proprio individuarli sia visivamente che logicamente: qui il cursore non cambia forma a contatto con il punto rilevante dello schermo costringendo il giocatore a spendere una buona prima parte dell'esperienza cliccando un po' dovunque, sia su punti che sembrano facilmente aver qualcosa da dire, sia su altri - e non sono pochi - che apparentemente parrebbero privi di importanza. Una volta fatto questo, si dovrà poi comprendere sia come e dove utilizzare gli oggetti raccolti - stivati in un pratico inventario sulla dx che può anche essere espanso per aver due colonne qualora pieno, così da evitare degli scomodi scorrimenti verso l'alto ed il basso - sia a cosa si possano riferire i numerosissimi indizi visivi - quadri, note, dipinti etc. - di cui la stanza è cosparsa. Proprio l'alto numero degli stessi rende essenziale una memoria - o l'ausilio di un pezzo di carta - acuta; alla spiccata capacità di osservazione e di memoria si deve poi unire una capacità di combinazione logica dei vari componenti che magari non richiederà di essere laureati a pieni voti al MIT ma comunque costituirà una sfida piuttosto ragguardevole: molto gradito il fatto che il proprio browser possa ricordare i progressi compiuti, così da non dover riprendere da capo alla successiva connessione. Solo poi si passerà alla soluzione degli enigmi, che meritano una menzione a parte per la loro varietà: alle classiche combinazioni, password numeriche e non, alle sezioni a tempo, se ne aggiungono infatti molti che non avevi probabilmente ancora visto. Ad esempio in Cube Escape: Arles ci si troverà a colorare un quadro con paletta e tinte - trovati precedentemente - secondo dei simboli il cui colore di corrispondenza va previamente individuato osservando la stanza e poi a determinare a quali numeri corrispondono determinati oggetti avendo a disposizione una bilancia a piatti per valutare il loro peso reciproco; oppure in Cube Escape Theater si dovranno muovere delle tessere per trascinamento in maniera da riporre una di esse sopra un segno; infine, in Cube Escape: The Cave, si dovrà muovere un supporto per trascinamento in maniera da far cadere gocce da stalattiti che vadano a formare il giusto ordine di strati di fango differenziati per coloro secondo uno schema disegnato a fianco; si taglieranno con una forbice precedentemente raccolta ragnatele per impedire ad un ragno di raggiungere delle lucciole e slacceranno corde in maniera che non residuino intersezioni.
L'atmosfera complessiva è grottesca e lascia confusi più che genuinamente splatter e horror, pur non mancando immagini e piccole scene animate che mostrano, senza tanto tirare i remi in barca, uccisioni, sangue, torture. In questo senso contribuiscono molto sia la rappresentazione grafica degli ambienti, sia i suoni, sia la voluta contraddizione che gli stessi presentano con un senso "imcombente" di qualcosa di non piacevole che stia per accadere. Fa molto Twin Peaks, introducendo anche nei momenti in cui tutto sembra felice - un compleanno, una serata a teatro - dei piccoli particolari che lasciano sbigottiti per poi lasciarli isolati sino al cambiamento delle cose nel finale: la stessa voce che si potrà sentire al telefono sembra essere registrata al contrario, proprio come nelle Logge dell'opera del prode Lynch.
Altro particolare notevole sta nelle informazioni recuperabili che, se non certo rendono la trama completamente intellegibile, di sicuro ne determinano a loro volta l'atmosfera complessiva: note, diari, fotografie, quadri, brevi schermate introduttive nei capitoli caratterizzati da più sezioni - ad esempio in Cube Escape: Case 23 - guidano il giocatore sia nella risoluzione degli enigmi che nel tentativo, quantomai arduo, di capire cosa stia succedendo, lanciando brevi raggi di luce a fendere la nebbia intensa della sua esperienza.
Una serie, non ancora conclusa, che merita davvero di spendere tutto il tempo - non poco - necessario a completarne i vari capitoli; non ti può sorprendere davvero che gli sviluppatori, lanciata una raccolta fondi per la creazione del loro "Paradox: A Rusty Lake Film and Game" abbiano raggiunto la cifra richiesta di 15000 $ in solo 9 ore. E adesso attendi questa nuova produzione, sempre pronto a perderti nei meandri del lago arrugginito.
Flashgames Ep.51 : strane storie in un lago arrugginito
Reviewed by radish7
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