Harry Potter e la Pietra Filosofale: la puntualissima recensione 18 anni dopo



No, non avevi mai visto un film che fosse uno di Harry Potter, allegra saga fantasy scaturita dalla penna di J. K. Rowling verso la fine del secolo scorso e poi trasposta su grande schermo per la gioia di grandie piccini a partire dal 2001, anno di uscita del faceto “Harry Potter e la Pietra Filosofale”: bene, sono 152 minuti – dicesi centocinquantadue – di piacevole svago nel fantastico mondo di Hogwarts, dove le scope volano, i Troll compaiono, i cappelli parlano e questo è ancora il meno. 

Pronti? 5 motivi 5 per prendere il binario 9 e ¾ comodamente visibile qui sotto. 


1 – Fantasy 

Il genere non ha bisogno di molte spiegazioni e si basa su alcuni concetti semplici in grado di stuzzicare la fantasia dello spettatore: un mondo immaginario dotato sì di regole – fisiche e sociali -che però siano quanto di più lontano possibile lontane dai canoni della quotidianità e lascino andare invece la fantasia senza limiti e legacci di sorta; ma anche tutto da scoprire mediante esplorazione magari non proprio agevole e spedita in maniera da esaltare le doti di personaggi misteriosi il giusto ma altrettanto facilmente categorizzabili pur se  carismatici e magari dotati di quel tocco di esoterismo grazie ad abilità cui i comuni mortali non possono accedere; infien, un contrasto semplice semplice tra il Bene ed il Male con la finale vittoria dei buoni, ovviamente. 

Il film ha ovviamente tutte queste componenti: Hogwarts, mondo fantastico in cui si vola con scope – per dirne una – e si fanno magie varie – basta pronunciare la formula esatta –, con una organizzazione semplice fatta di maestri e scolari – divisi in gilde: Grifondoro, Serpeverde, Tassorosso e Corvonero - stivati in un’ambiente castelloso e vagamente medievaleggiante ricco di segreti da scoprire – scale che modificano costantemente la loro posizione solo perché “a loro piace mutare”; sotterranei da cui possono emergere dei piacevoli Troll di Terra; saloni maestosi in cui si desina e varie altre cose -; personaggi tutti piuttosto ben caratterizzati e suggestivi, ciascuno col proprio carattere, il proprio stile, le proprie inclinazioni; magie e oggetti magici a profusione; dei buoni e un cattivo – tal Voldemort, pronuncia alla francese - che fa la sua parte in maniera consona, decidendo prima di nascondersi accuratamente e poi di uscire allo scoperto con le classiche minacce da “ti spacco il mondo e tutto quello a cui tieni”; infine vincono i buoni in tutto e per tutto e per buoni si intendono quelli della Gilda cui appartiene Harry ovviamente e chi non è con lui è brutto e cattivo.  

Diresti che c’è tutto effettivamente; e allora via al punto successivo. 



2 – La partita di Quidditch 

Gasamento allo stato puro anche se ne hai capito le regole fin là. 

Perché vedere gente a cavallo di scope che si danna per far passare una prima palla volante e senziente attraverso dei pali, ciascuno con ruolo ben definito, è sempre bello; se poi ci aggiungi che si possono ramazzare come nemmeno i giocatori di rugby, allora ti piace proprio. Bella anche la divisione dei ruoli con il tuo protagonista sugli scudi come “cercatore”, ossia addetto a catturare una seconda palla con tanto di ali che frutta un punteggio esagerato e una vittoria quasi certa e belli pure i costumi che i tuoi prodi indossano. Si favorisce contributo fotografico: 



Infine, chi vince si becca una bella coppa, tipo quella che riportava in bacheca il nome del padre di Harry, a sua volta cercatore di successo che doveva aver in squadra anche il Supervisore generale della parte artistica del film visto che il suo nome vi viene parimenti riportato – R. J. H. King - . 

3 – Cose inanimate ma animate 

La palma la prende per te il Cappello Parlante. Lo vuoi anche tu. Magnifico nello stile, magnifico nell’eloquenza, magnifico nel ragionamento. Il vero personaggione della pellicola. 

Male però non è nemmeno lo Specchio dei Desideri, anzi dei Iredised: al contrario il suo nome, al contrario pure l’iscrizione su di esso posta, che dice in sostanza che lui mostra non la faccia della persona ma i desideri del suo cuore. 

Delle palle del Quidditch ha già parlato e pure le scope hanno la loro da dire. 


4 – Flamel e la Pietra Filosofale 

Questo nome non è prerogativa del solo Harry Potter. Nicolas Flamel viene infatti citato anche in altre pellicole come Batman, Indiana Jones e persino nel Codice Da Vinci. Dovrebbe essere un alchimista realmente esistito, nato in Francia attorno al 1330 e ritenuto esattamente il creatore di un pietra che tramuterebbe qualsiasi vile metallo in oro. Le circostanze della sua morte sono piuttosto misteriose: sarebbe avvenuta intorno al 1418 ma molti ritengono che abbia vissuto per centinaia di anni quindi il libro sfrutta sapientemente questa circostanza. 

5 – Particolari presi qui e lì ed un mago protagonista 

Del film ti è piaciuto senz’altro il contesto fantasy creato; anzi, ti è piaciuto ancora di più come l’autrice – e anche il regista – siano riusciti a prendere particolari comuni ma rivestirli di una candida e fascinosa aura di irrealtà. Alcuni esempi a seguire. 

- il latino e l’inglese antico sono da sempre collegati ad un mondo fantastico in quanto percepito come lontano e mistico ed al contempo sono simbolo di maestosità. Così latino è lo stesso motto di Hogwarts ossia "Draco dormiens nunquam titillandus" che significa “Mai fare il solletico ad un drago che dorme”; in Inglese antico è il cognome “Dumbledore” – che significa “Bumblebee”, ossia “Fuco” – e anche il termine “Muggle” che indica in sostanza un posacenere.

- al contrario, qualcosa di altamente evocativo come il Sangue di Drago, può essere utilizzato persino come detergente per un forno.

- il Treno per Hogwarts è una vecchia locomotiva a vapore inglese del 1937 conosciuta come “Olton Hall”; il binario 9 ¾ farebbe però fatica ad esistere presso la stazione in cui il film è girato – King’s Cross Station – in quanto i binari 9 e 10 – in realtà si tratta infatti dei 4 e 5 - sono in due stabilimenti diversi e senza pertanto muro a separarli. 

- ad inizio film Harry e famiglia - che non lo apprezza poi molto - si recano allo zoo. Qui, inconsapevolmente, Harry parla con un serpente ed il serpente gli fa pure l’occhiolino. Cosa piuttosto difficile in realtà, visto che i serpenti non hanno palpebre. 

- il fischietto che viene utilizzato dalla felina insegnante Madame Hooch ha in realtà pochino di magico: si tratta di una particolare tipologia – il nome sarebbe “Boatswain's Call” – utilizzata dalla marina inglese per darsi segnali da un lato all’altro delle navi ed ora invece usato solo durante le cerimonie. 

E ti sei tenuto il protagonista per ultimo. Ti sta simpatico, eh: tuttavia, ritenuto da tutti un grandissimo mago, non fa mezza magia in tutta la pellicola a differenza della compagna di avventura Hermione. E’ giovane: crescerà.  



In definitiva un bel filmino piacevole. Pure un po’ di più visto che, da quel che leggi, la sua produzione è costata più de Il Signore Degli Anelli: La Compagnia dell’Anello ma di più ha pure guadagnato, ponendosi, al 2002, come il secondo film con i maggiori incassi dopo Titanic. Il binario 9 e ¾ si trova qui: munirsi di invito recapitato possibilmente da gufo bianco, prego. 

Harry Potter e la Pietra Filosofale: la puntualissima recensione 18 anni dopo Harry Potter e la Pietra Filosofale: la puntualissima recensione 18 anni dopo Reviewed by radish7 on 07:00 Rating: 5

Nessun commento:

DomKaneki2015 . Powered by Blogger.