Bryan Adams: he will always Shine a Light




Lo ricordi come se fosse ieri: quel momento in cui per la prima volta, mentre avevi la televisione accesa e stavi facendo qualche cosa, MTV – allora su Diffusione Europea e non certo in lingua italiana – passò quel video di un tizio vestito con completo jeans, maglietta da pochi spicci e scarponi neri. Di più: ricordi – e ti vengono ancora i brividi – quel primo arpeggio di pianoforte con cui si apre la canzone.

Questa è la storia di uno di noi…no, quella è un’altra canzone. Ma, qualcosa come 28 anni dopo, sei ancora qui che quell'accordo ti emoziona, che ti fa palpitare mentre ti fa salire un piacevole torpore che ti pervade dentro, quasi come se un tocco angelico ti avesse graziato e una mano fosse stata tesa verso di te per portarti verso luoghi che non solo non conoscevi ma di cui ignoravi proprio l’esistenza. 


Quell'accordo dicevi: sì, proprio quello che ti aveva immediatamente fatto girare verso la TV e a quel punto, prima ancora di realizzarlo, non avresti più avuto scampo. Ti si apriva subito un’immagine che ti sprigionava tranquillità e allo stesso tempo delizia: quel raggio di sole fioco che penetrava dall’alto all’interno della boscaglia spezzando il buio e delicatamente rischiarando le sagome del sottobosco che prendeva vita. No, a quel punto non ti potevi più staccare; eri già completamente assuefatto. And The Best Was Yet to Come. 

Perché, dopo l’introduzione musicale, sarebbe comparsa la voce dell’artista che interpretava quella ballata. Una voce come mai avevi sentito prima: dolce e delicata ma roca ed incisiva al tempo stesso, capace sia di farti sentire in un cuscino di ovatta che di toccarti quel nervo di azione tribolata che è sempre stata parte di te. Ti sentivi come se ti si fosse svegliato qualcosa che mai avevi nemmeno realizzato, come se una parte di te si fosse improvvisamente manifestata e chiedesse forte di uscire pretendendo la scena. Poi, dopo essere rimasto senza fiato per quasi 6 minuti, sarebbe pure apparsa la classica riga trasparente con il logo di MTV ad indicare titolo della canzone, autore e nome dell’album: "Bryan Adams - Everything I Do (I Do it for You) - Waking Up The Neighbours"



Eri un 14enne che stava imparando a suonare la chitarra: solo qualche tempo dopo avresti scoperto analiticamente che quell’accordo era un semplicissimo Re Maggiore ma di certo la poesia non sarebbe venuta meno. Né quella sensazione così difficile da descrivere ma così facile da sentire: una fuga completa dalla realtà comandata da una parte di te che non sapevi di avere; un tiepido torpore che sarebbe diventato altrettanto presto fiamma ardente. 

Perché di lì a capire che si trattava della sigla di Robin Rood, film del 1991, ci era voluto poco; perché poi ad andare a vedere il film – un buon film, non lo neghi – e a scoprire che, alla fine della proiezione, mentre la gente sfollava la sala, di nuovo tu rimanevi attaccato alla tua sedia fino alla fine di quella colonna sonora di chiusura e la magia si era ripresentata, non ci sarebbe voluto molto. 

E allora, in una adolescenza in cui i tuoi amici ti sfangavano con Gun ‘N Roses e Nirvana – i primi ti piacevano pure, i secondi no ma di certo li avevi sempre rispettati -, avevi accumulato qualche risparmiuccio e ti eri via via comprato tutti gli album di quel canadese rossiccio con la faccia butterata la cui voce e musica ti avevano portato in Heaven. 

E ti si era aperto un mondo: avresti passato anni a, senza mezzi termini, idolatrarlo; avresti cominciato a suonare quasi seriamente e a tentare in tutte le maniere di imitarlo pure se proprio al suo talento non ti potevi avvicinare; avresti bagnato migliaia di momenti – belli e brutti – con una sua canzone perché, guarda caso, ce n’era sempre una giusta. L’avresti seguito nel suo Tour So Far So Good per 6 date; avresti comprato magliette e gadget; avresti suonato e cantato dappertutto dove potevi – ti fosse o non ti fosse richiesto - le sue canzoni. 


E poi? E poi la vita, come giusto che sia, avrebbe preso il sopravvento. Dalla fanciullezza alla adolescenza fino ad arrivare all’età completamente adulta in cui la tua mente viaggiava per forza di cose in lidi sempre nuovi e diversi. Forse non avresti più inserito nel tuo fido lettore quei CD sempre comunque gelosamente custoditi più così spesso; forse non più ogni momento speciale della tua vita sarebbe stato segnato da una sua canzone. 

Questo fino al 14-12-2019 quando ti saresti recato a Bologna, grazie ad un regalo meraviglioso della donna che ami, e lo avresti visto all’Unipol Arena. Mentre stavi sugli spalti in una fredda serata bolognese, qualcosa cominciava ad agitarsi: il pubblico che riempiva il palazzetto, la gente che parlava, l’immagine del tuo cantante preferito tratta dal suo ultimo album – Shine a Light – sul maxischermo. Qualcosa si stava nuovamente verificando ma non riuscivi a capire esattamente che cosa. 

Ma non te lo domandavi: eri sospeso in attesa di qualcosa che non sapevi. Poi partiva quel famigerato primo accordo e il calore che forse da un po’ non sentivi tornava prepotente; poi arrivava un uomo di 60 anni sul palco ed anche se eri lontano lo vedevi come se ti stesse ad un metro; poi arrivava una voce che non ha sentito per nulla l’età; poi davanti a tuoi occhi riapparivi tu, 14enne, con lo sguardo perso davanti ad una melodia. Tu che non capivi, tu che non provavi nemmeno a farlo: tu che eri perso ma ti sentivi bene come poche altre volte. Sì, la magia era tornata all’istante, dopo vent’anni abbondanti ed era la tua anima che chiedeva di essere sbrigliata mentre la tua voce usciva e nemmeno te ne rendevi conto. 

Non sai nemmeno come chiudere questo post. E non ti interessa nemmeno, lasci solo andare le dita sulla tastiera e quello che salta fuori andrà bene. Ed è: 

GRAZIE MR. BRYAN ADAMS 

E grazie a TE, che sicuramente leggerai questo post: TI AMO Straight from the Heart e con te mi sento in Heaven e questa è per te 


Bryan Adams: he will always Shine a Light Bryan Adams: he will always Shine a Light Reviewed by radish7 on 20:29 Rating: 5

Nessun commento:

DomKaneki2015 . Powered by Blogger.