Animescoop: The Humanoid, il tuo classico lungometraggio anni '80




Ogni tanto ti ricordi pure di questa rubrica anche se il materiale ultimamente è piuttosto scarso. Stavolta però ti capita tra le mani Humanoid - Ai No Wakuse Lazeria, bel cartoncino Japponico del 1986 di 45 minuti, di quelli che nei ruggenti anni di Reagan e Gorbaciov andavano tanto per la maggiore. 

E...meglio fare dopo la pausa. 



Dal punto di vista tecnico è proprio lo standard dell'animazione usa e getta di quegli anni: colori piatti e poco vividi, disegno veloce e utilizzo spesso di immagini fisse per qualche secondo con primi piani dei protagonisti giusto per disegnare qualche tavola di meno, animazioni talvolta abbastanza imbarazzanti. Ci aggiungi giusto un paio di colonne sonore hard-rock-dance-ballata del periodo dei Poison e il bel tocco di titoli iniziali con l'introduzione al contesto modello Star Wars con effetto scomparsa verso la profondità. E' abbastanza palese che il budget fosse limitato e il tempo a disposizione altrettanto scarso. 

Poi però la trama non è nemmeno malaccio e pure abbastanza - forse troppo per 45 minuti in tutto - profondina. 

Pianeta Lazeria: vi convivono, per il momento pacificamente, gli umani - venuti proprio dalla Terra che dista tre mesi di viaggio anche se non si sa a che velocità - e i Megalosiani - provenienti da Megalos, pianeta in guerra -: i primi sono diretti dal Dr Watson con nipote Sheryl al seguito e vantano come loro rappresentanti anche i viaggiatori Aaron - di colore e caffeinomane come pochi - e Eric - giovane fidanzato di Sheryl che ne chiederà persino la mano -; i secondi sono retti dal Governatore Proud in nome della principessa bambina - che appare giusto 2 volte e per il resto si limita coscienziosamente a sorrisoni stupidi - Ignasia e del consigliere anziano Libero - da ogni talento aggiungeresti -. 

Colpisce subito come elementi futuristici - le astronavi ovviamente, tra cui aerei militari a forma di mante; poi però anche le auto che si muovono levitando sul terreno, le abitazioni ipertecnologiche, i cyborg gialli T-27 stranamente somiglianti a Robocop e altrettanto stranamente pippe immani a cui basta sparare un colpo in testa - siano mixati ad abitudini e particolari dei nostri tempi - ruspe esattamente come le nostre; caffè come bevanda preferita; costumi da bagno etc. -; e soprattutto colpisce Antoinette, robot umanoide inventato dal baffuto Prof. Watson e vera protagonista della pellicola che in sostanza salva tutto e tutti, prova sentimenti per Eric e sa di non poterli esprimere, si suicida pure e riceve le preghiere del suo creatore in un finale scritto di inaspettata profondità. 



Ma andiamo per ordine. Il Governatore Proud si rivela il malvagio del film - bastava guardarlo in faccia eh - e conduce degli scavi presso alcune rovine - in mezzo ad una giungla ove si trova una piramide a gradoni che assomiglia a quelle Tolteche - al fine di disotterrare la leggendaria astronave gigante Iksion con cui dichiara di voler riportare la principessa presso il pianeta natio, quando in realtà vuole solo tutto il potere per sè, sto cattivone. Per riattivarla ha bisogno di due chiavi: una gliela cede il saggio nell'aspetto ma rincitrullito mentalmente consigliere Libero; l'altra, che si trova dentro Antoinette, la ottiene dal Dr. Watson minacciando di uccidere la nipote Sheryl: piccolo problema, ripristinare la Iksion potrebbe comportare la rovina dell'ecosistema del pianeta Lazeria anche se, ovviamente, nessuno spiega mai per che motivo. Ad ogni modo, recuperate le chiavi, Proud corre a far partire la astronave gigante ma ci rimette le penne volatilizzandosi proprio - non chiedere perchè, così è - mentre Eric cerca di salvare la situazione ma alla fine lascia fare tutto ad Antoinette che, come già detto, si sacrifica, manda un vorrebbe-essere-bacio ad Eric, si lascia cadere dalla torre da cui, da quel momento in poi, un raggio di luce sfonderà i cieli - non sai diretto verso dove, non viene spiegato e nemmeno perchè -. Parte allora il pistolotto riflessivo conclusivo del Dr. Watson che in sostanza si domanda se anche Antoinette avesse un 'anima perchè l'anima si può manifestare in forme diverse e per lei, dovunque lei sia, prega; in più, con un'equazione che i pubblicitari della Barilla gli invidierebbero, afferma che dove c'è anima c'è amore. 


E' tutto ed in definitiva si tratta di 45 minuti anche passabili con un ritmo adeguato e una trama anche abbastanza piacevole qualora non ci si faccia domande; ora però scusassero, ti prendi un caffè miscela di Lazeria.

Animescoop: The Humanoid, il tuo classico lungometraggio anni '80 Animescoop: The Humanoid, il tuo classico lungometraggio anni '80 Reviewed by radish7 on 07:00 Rating: 5

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