Ghosthunters: cerchi fantasmi e trovi spettri



Ghosthunters è un film del 2016 diretto da Pearry Teo - primo regista di Singapore a dirigere un film di Hollywood, mica ciufoli - della bella durata di 1 ora e 33 minuti; vagamente horror, un po' mistery e anche thriller, sicuramente piuttosto denso di rimandi -o scopiazzature, che dir si voglia - ad altre pellicole. 

Pronti ad entrare in una tetra magione a caccia di fantasmi? No? Non importa, ormai il biglietto è pagato. 

 

1 - Capitalizzare 

Già dal titolo si può capire facile: si tratta di un film che vuole copiare parecchio il ben più noto "Ghostbusters" e del resto la stessa Asylum conserva la sua ottima tradizione di far uscire la propria pellicola qualche giorno prima dell'originale in maniera da confondere un po' le idee allo spettatore. Così Ghosthunters esce il 5 Luglio 2016, giusto 10 giorni prima del remake di Ghostbusters. 

2 - Somiglianze...o copiature? 

E qui la Asylum da il suo meglio. Ma proprio al punto che ti costringe al pratico listino fantasmagorico. 

Ghostbusters. Beh, non solo quanto visto al punto precedente ma anche buona parte delle attrezzature usate dai protagonisti - la macchina acchiappafantasmi col suo liquido ectoplasmatico verde; le armi contro i fantasmi, cannoncini con esattamente la stessa forma di quelle dei Ghostbusters; gli occhiali per visualizzare le entità spirituali vagamente somiglianti ai binocoli di Aegon - e in generale l'idea iniziale, anche se poi la trama si sviluppa in una mistura di idee parzialmente diverse e, devi dire, pure abbastanza suggestive. 

The Ring: il televisore che si accende in statico da solo; soprattutto la versione fantasma della figlia dello scienziato protagonista che si muove strisciando per terra dallo sfondo fino al primo piano con un'espressione facciale e un aspetto non dissimili da quello della protagonista del celebre horror Japponico. 

The Saw: sì, c'è pure lui con la figura del Nightstalker vestito di nero e con una bella maschera antigas - che ricorda vagamente anche il Corvo - munito di voce pesantemente filtrata che conduce esperimenti mortali su una donna ed una bambina in una stanza in decadimento ma piena di tecnologie piuttosto ingegneristicamente ingegniose. Ah, c'è pure una bambola inespressiva insanguinata, giusto per gradire. 

Resident Evil: beh, la magione, o casa dei fantasmi che dir si voglia, ed in generale il senso di costrizione al suo interno ricordano moltissimo l'ambientazione perlomeno della prima installazione di casa Capcom. In più anche lo stesso collegamento degli esperimenti di Harry a uno studio condotto dall'Unità 731 che era un comando militare Japponico incaricato di testare la resistenza del corpo umano al dolore tramite docili prove su prigionieri militari. 

Event Horizon: che c'entra l'horror nello spazio? C'entra per una soluzione tecnica qui adottata: ogniqualvolta una delle protagoniste viene in contatto con gli spettri le passano davanti singoli frame accelerati con immagini horror e splatter esattamente come avveniva nel celebre film di Anderson. 

Assieme a questi "omaggi" vi sono poi tutta una serie di classici dei miliardi di film del genere: soluzioni horror a dir poco stucchevoli ma di sicuro impatto - mostrare la scena in cui si trapana la testa di una persona fa sempre un po' colpo; sfigurare la faccia di uno dei buoni con un puntello rimane sempre abbastanza impresso -, ambienti piuttosto raccapriccianti - ad esempio la stanza mattatoio con cadaveri orrendamente mutilati liberamente penzolanti da ganci appesi al soffitto e croci rovesciate come se non ci fosse un domani - fantasmi che riescono a lurare le vittime imitando le voci dei protagonisti ed in generale musiche ansiogene che si stagliano nel silenzio diffuso all'improvviso e illuminazione scarsa con frequente utilizzo di torce che offrono solo visuale parziale, assicurano un discreto comparto horror sia pur non proprio memorabile


3 - La trama 

Non è nemmeno malaccio alla fine. Alcuni ragazzi - Neil, Amy, Devon e Jessica - vengono coinvolti dal Dott. Harry presso una casa dei fantasmi con lo scopo di studiare le entità ectoplasmatiche ed al contempo di indagare sulla morte della moglie e della figlia dello scienziato. Un po' con l'aiuto della tecnologia del dottore ed un po' con l'uso di arti occulte arriveranno a scoprire quanto vogliono, rimettendoci peraltro quasi tutti la vita. 

Questo in breve: dal punto di vista della trama il film va anche visto. 

4 - Tra tecnologia e occulto 

Il film si prodiga a descrivere tutta la tecnologia per la caccia ai fantasmi e questa parte, per quanto completamente campata per aria, viene inserita a tratti lungo la narrazione risultando pure ben sviscerata grazie e continue scoperte e quindi persino piacevole. 

Il Dott. Harry aveva creato una macchina acchiappafantasmi, detta EVP - acronimo di non si sa che cosa, ma faceva figo averne uno - che sostanzialmente converte lo spettro elettromagnatico del poltergeist in ectoplasma sfruttando le equazioni di Maxwell: si applica una carica di segno opposto ed uguale intensità in una camera di contenimento - detta depolarizzatore - e questo genera materia ectoplasmatica tangibile. I fantasmi, infatti, al pari degli essere umani, sono forme di energia elettromagnetica; ognuno ha un proprio "DNA", una propria composizione, che viene ritrovata nel momento in cui si riesce a tradurre il suo aspetto energetico in ectoplasma stando bene attenti a non sottoporre quest'ultimo ad eventi atmosferici in quanto si deteriora; in più adorano starsene in un area circoscritta, motivo per cui, per fortuna, non ci si imbatte in uno di loro semplicemente facendo una passeggiata mattutina nelle strade della propria città. 

Se già così è squisitamente incapibile, si aggiunge pure che l'ectoplasma, una volta creato, si accompagna pure a dei suoni che i nostri ovviamente riescono a decodificare mediante apposita apparecchiatura a codice binario che fin a quel momento neppure loro sapevano di avere: sono in sostanza i ricordi dei fantasmi. 



Manca ancora qualcosa, però, dai: allora ci mettiamo dentro pure che una delle protagoniste - Devon - si interessa di occulto e quindi sempre nell'allegra magione, si scopre pure l'esistenza di un Grimorio di Salomone del - udite udite - XVIIesimo secolo che contiene le forme da disegnare col sale per contenere i fantasmi ed evitare che scappino per farsi, chennesai, un giro al centro commerciale. Detto e fatto: forme col sale realizzate ed ovviamente Devon muore. La connessione? Nessuna. 

E mica basta. Alla fine i tuoi realizzano pure che esiste un vero e proprio "mondo degli spiriti" parallelo al nostro e Amy, l'unica che non ci rimetterà le penne, riesce pure a saltarvi dentro talvolta quando viene attivato il "demonizzatore" che ovviamente non viene spiegato cosa sia. Onde evitare di rimanervi intrappolati, occorre non dormire: ovviamente nemmeno in questo caso viene spiegato il perchè, ma la cosa non sembra poi malaccio. 

Fantasiosamente incomprensibile ma stranamente suggestivo, diresti. 

5 - Il personaggione 

Alla fine devi citarlo oppure negli annali non resterà traccia di lui. 

Lui, un poliziotto di colore solerte e ligio al dovere che si trova nei pressi della casa e fa immediatamente rapporto capendo che qualcosa non va; lui, a cui il comando dice di rimanere lì e controllare; lui, che tenta pure di entrare ma finisce schiacciato da un portone; lui, che dura in scena 2 minuti in tutto e non rileva minimamente per la trama.  Non sai proprio perchè sia comparso in questa pellicola ma è lui e si meritava citazione. 


In definitiva un film anche piacevole nella sua inconsistenza ed incoerenza con un comparto tecnico persino accettabile. Per chi voglia visitare la casa del nightstalker dirigersi qui. Ora te ne vai a dormire ma con un polarizzatore sul comodino, si sa mai. 


Ghosthunters: cerchi fantasmi e trovi spettri Ghosthunters: cerchi fantasmi e trovi spettri Reviewed by radish7 on 07:00 Rating: 5

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