Due libri piacevoli per due storie interessanti il giusto




No, non hai assolutamente mai recensito - parolone - libri che hai letto, sebbene ogni tanto qualcuno ne possa scappare, più o meno come i lettori del tuo bel bloggettino. Stavolta però te ne sei sparati un paio in rapida successione e vorresti metterci anche già qualche riga con la notevole, notoria e notabile premessa che ne sai di letteratura quanto di astrofisica dei buchi neri. 

A tuo parere - e sottolinei a tuo parere - un buon libro -di quelli che leggeresti-  deve aver alcuni punti fermi: una trama interessante e sufficientemente incalzante, dei personaggi accattivanti, possibilmente un bel mistero da risolvere - del tipo e della materia più varia possibile, non hai pregiudizi - su cui scervellarti e uno stile di scrittura asciutto, essenziale e diretto. Il tutto nelle giuste proporzioni in maniera tale che nessuna delle precedenti componenti sia mero strumento per esaltare prevalentemente un'altra ma piuttosto per fare in modo che tutte traggano forza le une con le altre reciprocamente. 

Avresti a questo punto messo le mani su "La Ragazza del Treno" di Paula Hawkins del 2015, 320 pagine in tutto - che chiamerai d'ora in poi "Libro 1" -e poi su "La Stanza Segreta degli Enigmi" di Fabrizio Santi sempre sulle 300 pagine inclusive di prefazione, ringraziamenti e piccolo accenno storico, del 2019 - d'ora in poi il "Libro 2"-. No, non li vuoi spoilerare se non nella misura in cui sarà necessario: ne vuoi però nominare brevemente quelli che secondo te - e sottolinei secondo te - sono i punti forti e quelli un po' meno forti. 

E allora via.  


Intanto entrambi i libri sono dei thriller, e dovrebbero far thrillare. Lo fanno? Sì, anche se in maniera piuttosto diversa. La tensione narrativa viene infatti costruita nel caso del Libro 1 grazie alle esperienze sensoriali ed ai ragionamenti deduttivi delle tre donne protagoniste, ognuna delle quali si vede concessi degli specifici e separati capitoli; nel Libro 2 si va invece proprio di azione, di mosse compiute dall'impavido personaggio principale con l'aiuto - o senza - dei suoi coprotagonisti. Il libro 1, per la sua scelta, si perde talvolta in descrizioni dei luoghi, mai esagerate ma comunque poco stimolanti e con l'effetto di creare delle pause un po' troppo lunghe dalla trama per il lettore che potrebbe alfine cedere all'istinto di non proseguire; il libro 2, invece, non accenna minimamente a perdersi in descrizioni di luoghi che non siano strettamente necessarie alla trama. La scelta stilistica segue piuttosto fedelmente questa impostazione: in entrambi i casi i capitoli sono piuttosto brevi e il construtto delle singole frasi molto scarno e rapido, ossia si assiste alla presenza di frasi corte - senza tante subordinate ma piuttosto coordinate - con parole semplici e punti di chiusura facilmente raggiungibili. Per ora va tutto sommato bene, anche se il libro 2 vince la partita. 

Tocca poi però alla trama e qui devi distinguere la trama orizzontale da quella verticale un po' come faresti con una serie TV e pazienza se i puristi storceranno il naso o qualche altra parte del corpo. Il libro 1 se la gioca decisamente molto bene soprattutto a livello di costruzione dell'impalcatura: capitoli diversi con la visuale prospettica delle tre donne protagoniste, ciascuna delle quali porta un pezzo a quella che deve essere la forma definitiva che il tangram deve assumere. Di più: con una mossa molto avvincente, l'autrice riporta anche momenti temporali diversi - che non seguono assolutamente l'ordine dello sfogliare le pagine del libro - , costringendo il lettore ad azionare in minimo il cervello. Tutta la trama verticale consiste nei ricordi non proprio piacevoli della prima protagonista, del suo passato forse felice con l'ex marito e in un costante rimpianto per ciò che è stato perso ed è funzionale alla trama orizzontale. Il libro 2 qui invece commette un errore piuttosto grossolano, ma ci arrivi a momenti. 

Perchè dicevi che il terzo particolare che tu - e sottolinei tu - richiedi ad un buon libro è la presenza di un segreto che ti tenga col fiato sospeso. Per il libro 1 è l'identità del killer come per ogni tradizionale investigativo; per il Libro 2, invece, il segreto è proprio inserito nella trama. Esiste un indovinello che viene narrato ed esiste pure il desiderio dei protagonisti di risolverlo - e questa dovrebbe essere trama verticale -: peccato che le pagine realmente dedicate a questo aspetto siano essenzialmente poche e molto frettolose e che tutto si sposti sulla componente thriller della ricerca di chi commetta dei traffici illeciti e possibili omicidi - la trama orizzontale -. Visto che detta così non si capisce niente e che il tuo post non ha in animo di contenere alcun segreto da svelare all'ultimo aggiungi che lo stesso titolo del libro "La Camera dei Segreti" dice di come esista questa fantomatica struttura di giada accessibile solo da chi - e ci sono riusciti in pochi nella storia dell'umanità - risolva l'indovinello che è rintracciabile in alcuni quadri e manoscritti di autori minori con cui il protagonista viene a contatto. Solo che poi, lo ripeti, se ci sono 10 pagine su 300 che riportano il processo mentale attraverso cui si viene a risolvere l'indovinello sono tante e allora il titolo del libro appare quasi come una specie di specchietto per le allodole, un equivalente dei famigerati titoli clickbait che chi frequenta Youtube conosce benissimo: monta l'Hype nella forma e poi te lo smonta nel contenuto. Peccato davvero. Qui vince il Libro 1 che non pretende di fare più di quanto annuncia, nè crea false aspettative, limitandosi a proporre una trama verticale come semplice strumento di quella orizzontale; il Libro 2 recupera però quanto a imprevedibilità del segreto la cui stringata spiegazione è intelligente ed al contempo piacevole, mentre l'identità dell'assassino del Libro 1 diventa man mano piuttosto nitida allorchè si abbia qualche esperienza di letture o serie simili. 

Infine, come ultimo punto, vuoi aggiungere la capacità di creare un contesto fascinoso che ruoti attorno ai protagonisti e all'azione. Vincono entrambi i libri anche se il Libro 2, parlando di viaggi dei personaggi e del contatto con diversi luoghi - da Fiesole a Venezia, da Genova alla Georgia - da maggiore varietà; il Libro 1, tutto ambientato a Londra, si sofferma però abbastanza sapientemente sui quartieri implicati della città e riesce a renderli comunque suggestivi. 


In definitiva due buone letture che vengono via a meno di venti euro:un buon regalo per una persona che sia appassionata di thriller storici o investigativi.
  
Due libri piacevoli per due storie interessanti il giusto Due libri piacevoli per due storie interessanti il giusto Reviewed by radish7 on 07:00 Rating: 5

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