Sei ormai giunto all'episodio n. 23 di questa rubrica e davvero hai visto molteplici soluzioni per quanto riguarda i flashgames. Ma c'è ancora qualcosa che possa piacevolmente sorprenderti.
In linea di massima non ti vanno molto a genio i giochi con visuale in prima persona e grafica tridimensionale: pur essendo ormai lo standard per quanto riguarda la produzione indie - i motivi sono abbastanza semplici: da un lato i motori più recenti non comprendono modelli 3d per il giocatore, quindi lo sviluppatore sarebbe costretto a sobbarcarsi un lavoro che certo non si può pretendere da chi faccia questo solo per passione e senza un ritorno economico; dall'altro questo consente di mantenere una grafica tutto sommato snella ed evitare bisogno di caricamenti che sarebbero visti praticamente come un'eresia in giochi che per definizione non dovrebbero assolutamente porre sotto alcuno sforzo nemmeno il computer medio - quello che non adori è dovere utilizzare la combinazione tastiera - mouse. Non neghi che questo tipo di direzione risulti essere più"immersiva" - o almeno in questa maniera viene giustificata -; tuttavia sei un po' rimasto alla vecchia scuola della sana visuale in terza persona, specialmente quando si parli di giochi in cui bisogna azionare il cervello - gli sparatutto sono altra cosa.
Perchè questa introduzione lunga e apparentemente immotivata? Per dire che molti dei giochi più recenti e osannati li snobbi proprio per questo motivo. Preferisci gustarti gameplay da parte di qualche gamer, a quel punto. Quando la prima persona vi sia e si usi solo il mouse - classico punta e clicca - allora il gioco ottiene il tuo green light.
E' il caso di Hidden che sarà oggi accompagnato da un 'altra piacevole sorpresa chiamata Malstrums Mansion.
Hidden è un punta e clicca in prima persona che presenta qualche spunto davvero interessante. Sviluppato da Lost Spells nel 2007 - ora non più attivi a quanto pare, visto che il loro sito Internet non è più raggiungibile - avrebbe dovuto costituire il primo capitolo di una serie come testimonia anche il fatto che il gruppo di creatori chiedeva eventuali donazioni per poter migliorare il loro prodotto e assicurare una continuazione. Tutto quello che rimane invece - cioè questo capitolo - lo si può giocare qui.
Peccato diresti in quanto i motivi per voler bene a questo flashgame si sprecavano davvero.
Innanzitutto la trama che vedeva il giocatore assumere i panni di un giovane occultista il cui nonno, assieme ad alcuni amici, aveva portato a termine dei rituali non proprio raccomandabili. Di fronte al pericolo che le generazioni precedenti provocano, tocca a quelle future mettere le cose a posto: una idea che davvero non pare nuova.
La resa grafica della stessa è però qualcosa che si può tranquillamente definire allucinante per l'anno in cui questo gioco fece la sua comparsa. Filmati introduttivi disegnati in computer grafica, ambientazioni curatissime nei minimi particolari, schermate di gioco impeccabili. Più che la descrizione a parole mai come in questo caso potrà confortare la visione di una immagine.
L'impostazione RPGistica non è davvero da meno per un flashgame: un menù essenziale sotto forma di libro che contiene le voci per le note, i documenti, i salvataggi - possibili in qualunque momento - e le opzioni; documentazione graficamente eccellente in cui spiccano davvero i colori utilizzati e il particolare carattere scelto; necessità di leggere la stessa al fine di poter venire a capo delle azioni da compiersi per poter progredire nel gioco. Persino ogni singolo oggetto potrà essere esaminato in un riquadro che ne riporta una foto a sinistra e una breve - non molto spesso però di aiuto - descrizione. Solito aiuto per il giocatore costituito dal cambiamento - colore stavolta - del puntatore nel momento in cui si interagisca con particolare notevole; tuttavia la maniera in cui combinare gli oggetti e il luogo preciso dove essi devano essere usati dovranno essere interamente scoperti dallo stesso, contribuendo in parte a frustrarlo - giacchè davvero non è semplice - e in parte a tenerlo incollato allo schermo per una buona ora.
Ovviamente qualche piccola pecca c'è - in particolare proprio la bellezza grafica, che ne costituisce il principale vanto, comporta la necessità di qualche schermata di caricamento - tuttavia non pare essere tale da inficiare un flashgame davvero godibile e - lo ripeti - sorprendente per l'anno in cui era stato creato. Peccato davvero il progetto non sia stato continuato.
Se con la prima proposta siamo tornati un buon decennio indietro, con la seconda retrocediamo ancora. Malstrums Mansion è infatti un gioco originariamente progettato dall'Ace Team Software addirittura verso la fine degli anni '80 e poi mai completato. Il team deciderà di prendersi una pausa dalla programmazione della loro opera principale - Zenoclash - nel 2008 e finirà quindi questa piccola perla in versione flash, dato che i mezzi di 2 decenni dopo consentivano ben altro a livello di computer oramai.
Sorprendente: questa la parola che meglio descrive questo flashgames.
Grafica volutamente da fine anni '80, bianco e nero, quadro di controllo e frame all'interno dello schermo; se questo non bastasse a provarlo, gustosa è la introduzione al gioco che raffigura un computer - con un sistema operativo che possiamo forse assimilare al Windows '95 - in cui viene data la possibilità di cliccare su tutti i comandi della schermata: in particolare il doppio clic sull'eseguibile del gioco permette di accedervi. Non senza prima aver però letto la nota introduttiva: all'accesso verrà infatti richiesta una password che altro non è che una parola contenuta in un determinato punto della stessa. Davvero interessante.
Davvero notevole nella sua peculiarità appare poi la componente RPG. La schermata di gioco viene essenzialmente divisa in 3 aree: la barra di sinistra dove sono indicate le vie percorribili e le tre azioni che in ogni situazione si potranno compiere - esaminare, usare, prendere -; la parte centrale che contiene l'ambientazione interagibile con i suoi vari elementi; la barra di destra che costituisce l'inventario, dove gli oggetti raccolti sono indicati semplicemente per nome. E' sicuramente molto retrò ma non è male davvero, in quanto costringe il giocatore ad usare il cervello: bisognerà prima cliccare su esamina, poi sull'oggetto dello schermo, quindi leggere l'indizio o la descrizione dati nella barra sotto, quindi decidere quale azione intraprendere, quindi cliccare sull'azione - prendi o usa - quindi sull'eventuale oggetto dell'inventario e infine su quello della schermata di gioco. Niente viene fatto automaticamente: nè l'azione da compiersi, nè l'oggetto da usare, nè quello su cui interagire. Espressione questa della sfida che i videogames più vecchi - con tutte le loro limitazioni tecniche - erano in grado di fornire e che quelli di nuova generazione invece - allo scopo di attrarre una fetta maggiore di pubblico - tendono a scansare. E' vero, non vi è molto di più: tuttavia questo basta. Aggiungiamoci pure che compiere l'azione sbagliata significa poter morire e dover ricominciare tutto da capo in quanto non vi sono salvataggi.
La componente horror viene portata sia a livello grafico - dimostrazione che pure con semplicissime pixellate in bianco e nero si può fare un lavoro accettabile - grazie alle ambientazioni e a quello che in esse è presente; sia a livello sonoro dove di nuovo il gioco sorprende per la ricca biblioteca di rumori, inaspettata per un gioco tanto datato.
In conclusione una avventura horror di altri tempi, e non solo per l'ambientazione.
E' tutto per questa puntata: se per caso passate vicino a qualche magione abbandonata...accelerate.
Flashgames Ep. 23: una strana magione e qualcosa di nascosto
Reviewed by radish7
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23:15
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