Si, è vero. Questa rubrica la stai portando avanti piuttosto poco ultimamente ma, prima che si levino cori accusatori di pelandronismo pari a quello di Adriano nelle sue apparizioni nel campionato italiano di calcio, va detto che molto del materiale che hai la fortuna - più o meno - di visionare finisce ad incrementare i post del tuo secondo blog presso la sezione dedicata .
Ma qualche bel - ??? - film, di quelli che meritano l'inclusione qui, riesci ogni tanto a trovarlo.
"Last Rites" è un film del 2008 per il quale vi sono poche informazioni persino nell'Internetto - il massimo che sei riuscito a trovare è questo trailer qui in lingua teutonica chè hanno tirato giù persino il sito ufficiale e di locandine nemmeno l'ombra - e che per qualche ragione sarebbe poi stato rinominato come "City of the Dead", forse per qualche implicazione legale con l'omonimo film del 1988 che sembrerebbe essere leggermente meglio fatto nonostante i 20 anni di differenza.
Le regole non son cambiate: 5 ragioni 5 per vedere, non vedere-bruciare nel caminetto il film. E un'ulteriore: poche immagini che le parole in questo caso valgono più di mille figure.
1 - La Trama
Che viene giù proprio facile: a seguito di una pioggia di meteore - sulla cui ragione si soprassiede - gli umani vengono trasformati in una sorta di zombie stile Romero dei poveri con della strana bava verde fluorescente dalla bocca il cui morso contagia. Alcuni ragazzi, un uomo dedito ad affari poco leciti, un frontman delle previsioni del tempo in televisione e un paio di poliziotti si ritrovano all'interno di una specie di capannone per compiere degli scambi non proprio leciti e finiscono per dover cercare la via di fuga.
Semplice, no? Non proprio ma lo vediamo poi.
2 - I personaggi
Qui ce ne sarebbe da scrivere a bizzeffe, ma il termine giusto è "stereotipo". Ci sta di tutto, infatti; e nemmeno ti ricordi i nomi - quando sono detti, si intende chè alcuni non sono nemmeno mai pronunciati - a testimonianza di quanto questo film possa essere memorabile.
In sostanza vi sono 4 parti. Prima: i latino - americani comandati da un tizio di nome Ceasar con a seguito il tizio muscoloso senza cervello, la ragazza di proprietà e il fratello. Seconda: la gang di colore formata da quello che dovrebbe essere in partenza il protagonista, la sorellina di abbastanza facili costumi, il capo banda muscoloso convertito alla fede cristiana e il cervello della banda che, proprio con questa sua funzione, finisce per essere quello che sopravvive di più dovendo però arrendersi alla legge per cui quelli che usano la materia grigia devono per qualche ragione prima o poi schiattare. Terza: i poliziotti che si erano recati sul posto per cercare di arrestare queste due gang; il capo - figo come personaggio e quindi il primo a morire per la legge già menzionata - e il novellino che intresca con la tizia del latino americano. Quarta: i comprimari che si trovano li non si sa bene per quale motivo, costituiti dal vecchio trafficante illecito di armi e droga e dall'uomo del tempo televisivo.
Ciascuna parte avrà modo di mostrare tutta la propria somma intelligenza ma di questo parlerai poi.
3 - La sceneggiatura
Che ci dovrebbe essere qualora ci sia una trama ma neanche sempre. Alcune delle scelte prese dai personaggi sono tali da porli sulla scala evolutiva a livello di formica con demenza avanzata.
Il vecchio trafficante pensa bene di munirsi di mitra e di far aprire il portone - il portone eh, mica la porta più stretta - dell'edificio per fare strage degli zombie perchè "se colpiti muoiono anche loro, eh". Peccato che viene abbagliato dalla luce e ha pure la sfiga che in quel momento arriva un bel camioncino della polizia i cui comandi erano stati persi a travolgerlo. Ok, uno di meno.
Caesar, il latino americano con le palle, è in costante screzio con il capo della gang di colore; alla fine gli punta una pistola alla testa e quello se ne esce con "Non ho paura, non è la prima volta che mi puntano una pistola alla testa". Con un colpo di scena talmente inaspettato che a confronto la rivelazione di Darth Vader in Guerre Stellari è cosa monotona, Caesar risponde "Si, ma le altre volte non ti avevano sparato" e boom, meno un altro. Ragioni per farlo? Nessuna, ovviamente.
Il premio va comunque alla sorellina - con minigonna e scollatura di ordinanza chè un po' di bel vedere non lo si nega neanche durante una specie di apocalisse - che pronuncia poche battute ma tutte di effetto: dal "non riesco a dormire perchè ho mal di testa" alla battuta finale del film - si, perchè qui sopravviveranno solo le due donne nonostante la loro parte sia prossima a quella di una molecola di Iridio nell'aria respirabile - "guarda quelle luci" riferito ad uno sciame di meteore che sta amorevolmente cadendo sulla città: adorabile nella sua inettitudine.
Potresti pure continuare ma basta cosi chè la bellezza della sceneggiatura è già provata.
4 - Gli zombie
Essendo che si tratta di un film con questo tema appaiono pure abbastanza poco. Vomitanti qualche strana sostanza verdognola stile pesto ala genovese caramelloso, procedono lenti come da tradizione Romerana e posseggono un grado di intelligenza prossimo a quello di un monolite celtico. Non aprono porte - che, si badi bene, non è che siano chiuse a chiave - ma ciononostante i protagonisti le sbarrano; non vanno giù se non con molteplici colpi di pistola ma crollano dinnanzi a sapienti sprangate; sono per qualche motivo attratti dalla luce ma ci vedono bene al buio.
Nulla di nuovo, insomma; almeno però non sono cosi mal fatti.
5 - Conclusioni
Ecco un punto totalmente nuovo in questa rubrica dovuto principalmente al fatto che hai esaurito gli argomenti a tua disposizione ma s'era detto 5 punti 5 e non vuoi fare la figura di quello che non mantiene le promesse. In definitiva devi anche ammettere che il film - conciliante il sonno come pochi - ti è persino abbastanza piaciuto o meglio non ti è risultato pesante vederlo. Perchè? Da un alto perchè in una buona ora e venti non è che accada molto quindi i tuoi neuroni non si sono impegnati più di tanto; dall'altro perchè comunque l'ultima mezz'ora - dopo una fase di interminabile preambolo - non è nemmeno malissimo con i classici temi del confino in luogo angusto, il tentativo grandefratelliano di conciliare le diverse indole dei protagonisti, la ricerca di una via di fuga. Hai pure visto di peggio ma davvero non è cosa da raccontare.
Si conclude qui una sofferto appuntamento e se vedete delle luci in lontananza verso la città...prima di allarmarvi assicuratevi che non sia Capodanno.
Il filmone: Last Rites (2008)
Reviewed by radish7
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