Non è trascorso molto tempo dall'ultimo appuntamento coi Flashgames; la precedente edizione era stata dedicata alla casa Londinese Psionic Games che ti aveva convinto in passato per alcune piccole perle: di conseguenza hai voluto andare a scandagliare la loro produzione. E hai fatto decisamente molto bene.
Hai anche cercato di recuperare qualche notizia in più su di loro; non che fremi dalla voglia di vederli in faccia però saresti curioso di sapere se si tratti di un singolo sviluppatore semi professionista - o addirittura professionista vista le bellezza e complessità dei suoi lavori - o se c'è qualcosa di più dietro. La ricerca si è rivelata difficile quanto scoprire la trama dei loro giochi; persino il loro sito - pieno di tutte le loro opere che includono anche basi musicali e modelli dei loro flash liberamente scaricabili - non ne parla. In ogni caso chapeau al loro lavoro.
Oggi vai a vedere due dei loro primi lavori del 2008 che tuttavia davvero non sembrano soffrire il corso del tempo risultando piacevolissimi ora come allora.
Signori e signore. Tombescape e Sea Escape.
Sea Escape è davvero molto semplice ma pieno di buonissime idee e si può considerare come una sorta di "progenitore" dei giochi successivi che adotteranno molte delle sue meccaniche perfezionandole e complicandole nella giusta direzione. Stranamente breve per gli standard di casa Psionic - 20 minuti possono essere sufficienti alla prima run - lo si può giocare gratuitamente qui.
La prima cosa a colpire è. come in ogni gioco Psionic, la grafica. Dopo la semplice ma piacevole schermata introduttiva, il gioco presenta subito una "finta" mappa che, di volta in volta, indicherà al giocatore con freccia dove premere per esplorare l'area successiva. Queste aree sottomarine sono ben congegnate con la possibilità di scorrere a destra e sinistra la schermata al fine di aver uno sguardo d'insieme del luogo; il tocco di classe è rappresentato dall'idea di simulare la visuale che si avrebbe tramite gli occhiali di uno scuba. Il che limita un attimo la visuale e costringe quindi a spostamenti abbastanza frequenti da un lato; dall'altro aumenta enormemente l'immersività dell'esperienza, rendendola più realistica di quando ci si aspetti. Il classico pulsante "I" posto in alto a destra permette di aprire l'inventario che appare chiaro e molto in tema grazie a quella sfumatura di colori subacquei che sarà in sè e per sè poca cosa ma decisamente abbellisce il tutto.
Il gameplay segue le classiche direttrici cui la Psionic ci ha abituato ma in maniera molto semplificata. Lo stesso menù informa degli obiettivi per poter superare il capitolo (i "task") aggiungendovi poi le sidequest ( o missioni secondarie) che non hanno rilevanza al fine del finire il gioco o meno ma permettono di aumentare il punteggio finale. Ancora una volta stupisce l'inventività: accanto alla raccolta di preziosi come possono essere monete o perle - per le quali bisognerà aprire delle conchiglie con apposito coltello - vi sono anche foto di fauna ittica da prendere: quando fatte, appare una schermata che mostra la foto e informa su quanto i biologi marini sono disposti a sborsare per la stessa. Gli enigmi sono in realtà molto semplici consistendo nella maggior parte dei casi nell'utilizzare una torcia per sciogliere in alcuni punti le casse o i container che si trovano in fondo al mare; bisognerà anche però utilizzare un minimo di logica per poter disinnescare una bomba.
Il piacevole sonoro completa l'opera; un po' di tensione viene messa dalla sequenza finale ove si dovrà trovare la via d'uscita da una nave crollata; pur non essendoci tempo limite, l'ansimare del personaggio, come se l'ossigeno a sua disposizione stesse per finire, induce a credere il contrario.
Un gioco veloce ma - come solito della Psionic - molto ben curato e prima ancora pensato: vale la pena farsi un tuffo.
Tutte buone idee che cominciano ad essere sviluppate nella produzione successiva: TombEscape. In questo caso si vestiranno i panni di un archeologo alle prese con l'esplorazione di una tomba e non sarà facile trovarne la via d'uscita. Il gioco conta due incarnazioni: Tombescape 1 sviluppato ancora nel 2008 e Tombescape 2 arrivato a deliziare gli spettatori nel 2010.
La differenza tra i due si vede eccome in effetti. Se il primo gioco infatti è piuttosto breve - una ventina di minuti in tutto - consiste prevalentemente nel risolvere enigmi classici - combinazioni numeriche e spostamenti di oggetti in posizione utile - che vengono presentati in ogni stanza al fine di procedere a quella successiva - una decina di luoghi in tutto - e introduce la collezione di gemme o teschi - non di rado da trovarsi dopo aver usato una pala per spostare dei mucchi di terra -, il secondo appuntamento diviene molto più articolato e avvincente. Mantenute le caratteristiche del precedente, il gameplay si arricchisce con enigmi più vari - che possono andare dall'aprire delle tombe risolvendo degli enigmi scritti su rocce al trovare delle combinazioni da impostare secondo un preciso alfabeto numerico che viene fornito fin dall'inizio nell'inventario - e, soprattutto, presenta delle sidequests - cioè dei giochi secondari che non sono necessari per il completamento dell'avventura ma che portano un punteggio migliore - interessanti e interessantemente sviluppate: a titolo di esempio viene introdotta la foto di animali sconosciuti accompagnata da una schermata che la mostra e fornisce spiegazioni sulla tipologia. La ricerca nella varie schermate diventa più complessa anche grazie alla possibilità di muovere il cursore a destra e sinistra per scorrere la scena; sin dall'inizio, dall'inventario - richiamabile sempre grazie al consueto tasto "I" in cima a destra - è possibile visualizzare la task list che dice cosa si debba cercare e in quale numero. Al fine di rendere il gioco più scorrevole, esiste una barra degli oggetti non missabili - cioè necessari per portare a termine il gioco - in alto da cui con un clic si può selezionare l'oggetto adatto alla bisogna.
La maggiore profondità del gioco si vede anche per la presenza di una storia che viene narrata sia mediante le scritte che appaiono quando si porti il mouse sopra oggetto notevole sia mediante il ritrovamento di note scritte da un precedente esploratore; nell'inventario esiste anche una sezione degli oggetti "chiave" cliccando sui quali si può ottenere una loro descrizione che appare funzionale proprio alla comprensione della trama.
Graficamente il gioco è di grande impatto, come lo era comunque anche il primo Tombescape; sono però aggiunti dei piccoli filmati in game, delle animazioni - ad esempio farfalle che svolazzano per le schermate - e, cosa sempre gradita, un paio di screamer che contribuiscono all'atmosfera horror/azione del titolo. A livello di sonoro appare notevole la musica di fondo che accompagna il giocatore per tutta l'avventura.
In conclusione altri due titoli pieni zeppi di buone idee felicemente realizzate: vale la pena di entrare nella tomba.
Flashgames Ep. 29: ancora Psionic
Reviewed by radish7
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