Hai deciso di installare, nonostante la tua riluttanza, RPG VX Ace: questo perchè avevi l'impressione di perdere per strada molti giochi potenzialmente interessanti. Hai fatto bene? Beh, a giudicare dalle due proposte di questa edizione dici di si.
Senza ulteriormente perderti in parole e lasciando a Mina cantarle, a voi "The Summoning" e "Blank Dream".
The Summoning - "L'invocazione" - è un gioco che ti porta a vivere l'avventura domestica di tre amiche del liceo che non hanno niente di meglio da fare che usare una Ouija Table e finiscono cosi' per evocare, come dice il titolo, qualcosa di spaventoso che prenderà possesso di una loro. Sviluppato da Quizicalgin e scaricabile qui, ha decisamente dei punti di forza ma anche dei punti deboli.
Piace innanzitutto la grafica; a quella standard da RPG si aggiungono infatti anche dei disegni che appaiono nel momento in cui si verificano determinati eventi o in quello dei finali; rimangono molto semplici invece le grafiche del menù su sfondo nero. Piacciono poi alcune idee niente male come ad esempio prevedere una password segreta missabile in game che permetterà, qualora si finisca il gioco, di accedere ad una stanza speciale dove in breve l'autore racconta alcune delle sue scelte e gustosi retroscena dello sviluppo del gioco sotto forma di dialogo con personaggi e oggetti oltrechè la galleria dei disegni e altri contenuti. Non male pure il sonoro che consta prevalentemente di una melodia trasognata che viene però a mutare in una ansiogena quando vi sono le fasi di caccia da parte della ragazza posseduta.
E qui si arriva al gameplay, croce e delizia al tempo stesso del gioco. Delizia in quanto il gioco è ben sviluppato: bene il menù che non colpisce graficamente ma è ben organizzato e senza voci superflue; bene la possibilità di interagire con molti degli oggetti di cui si compongono le - poche, meno di una decina - stanze visitabili; bene pure l'idea che non tutti gli oggetti vengano utilizzati automaticamente richiedendo al giocatore di utilizzare talvolta il cervello. Non è tutto: bene anche la giocabilità con un personaggio dai movimenti fluidi - talvolta persino troppo in alcuni movimenti in diagonale, dando l'idea di scivolare sul sapone - comandabile con le frecce direzionali e con possibilità - che talvolta diventa necessità - di correre con pressione del tasto SHIFT. Accettabile anche la presenza di una scarna documentazione comunque efficace; benissimo - almeno per i tuoi gusti - le classiche scene di fuga stile Ao Oni le quali però rappresentano al contempo il principale punto debole.
Posto che le haunting - termine inglese che significa "scene di caccia", no giusto per far vedere che qualcosa di lingua albionica la sai - sono determinate o dal passaggio di un certo periodo di tempo o dall'aver sbloccato qualche accadimento rilevante, l'idea base per salvarsi è quella di correre cosi veloci che la cacciatrice perda le tracce - e ci può stare, salvo che in realtà basta girare per un po' e col tempo smette la caccia - oppure quella di nascondersi nei - pochi: teloni delle docce, automobile - luoghi che possono offrire riparo. Tuttavia molte volte capiterà che la cacciatrice, non ancora visualizzata nella stanza in cui comincia la caccia, finisca per essere esattamente in entrata della successiva stanza in cui si fugge, venendo cosi' immancabilmente catturati; accadrà pure che, nonostante non sia riuscita a reggere il passo e quindi non possa vedere dove ci si è nascosti, ti trovi comunque determinando una serie di fastidiosi GAME OVER che danno l'impressione di essere governati dalla pura casualità anzichè dalla poca capacità del giocatore. C'è purtroppo pure di peggio: da un lato, qualora si interagisca con un oggetto nelle stanze durante la caccia, la cacciatrice non si ferma ma ti raggiunge determinando il GAME OVER non appena le finestre di dialogo si chiudono; dall'altro talvolta compaiono due cacciatrici ed in quel caso il gioco freeza e l'unica possibilità è quella di chiudere l'applicazione e riavviare. Per questo motivo si consigliano frequenti salvataggi, del resto sempre accessibili dal menù pure se l'idea originale era quello di permetterli solo qualora si raggiungesse il telefono che rimane comunque pienamente visibile.
Qualche punto da rivedere dunque ma nel complesso un gioco che convince per l'atmosfera che riesce a creare e assicura una quarantina di minuti di piacevole svago horror.
Blank Dream è un gioco che ti conduce all'esplorazione del passato della protagonista Mihiro attraverso la rottura di specchi - che si sa, portano 7 anni ciascuno di disgrazie e la piccola è appena adolescente quindi ne dovrà scontare ancora - ciascuno dei quali rappresenta un momento essenziale della sua esperienza. Creato da Kanawo & Vgperson e scaricabile qui, offre un'ora abbondante di gameplay abbastanza intenso.
Colpisce decisamente la cura riposta nella creazione sia a livello grafico e sonoro che a livello di gameplay.
A livello grafico, infatti, si assiste alla presenza di modelli propri, diversi dai classici deformed dei tool di RPG making; anche la animazioni sono ben studiate a tutto beneficio della mobilità del personaggio che risulta molto fluida anche qualora si scelga di correre con pressione del solito tasto SHIFT. Al di là di questo, le grafiche scelte per il menù, le finestre di dialogo e la mappa in generale sono molto ben congegnate e inerenti al contesto. La presenza di alcune immagini come Jumpscares impreziosisce ulteriormente il tutto.
Piace anche la libreria suoni che consiste di alcuni rumori improvvisi che fanno davvero sobbalzare dalla sedia: improvvise rotture di quadri, vasi, chiusura di porte, passi ansiogeni nelle scene di fuga non solo contribuiscono in maniera determinante all'atmosfera horror ma ben si compenetrano alle musiche consistenti in alcuni dolci motivi che acuiscono la dimensione onirica rendendola quasi nostalgica.
Molto bene pure il gameplay. Ad iniziare dal menù - al solito richiamabile con pressione del tasto X laddove il tasto Z è il tasto azione - scarno ma privo di voci superflue; continuando con gli enigmi che in sostanza sono tutti localizzati secondo le schema per cui ogni area - talvolta ogni singola stanza - contiene tutti gli elementi necessari per la loro risoluzione se si escludono le chiavi da usare in altre locazioni; finendo con le scene di fuga che davvero mettono l'ansia anche per la velocità degli inseguitori, per il suono molto forte dei loro passi e per la perizia con cui bisognerà comandare il proprio personaggio per alcuni passaggi piuttosto angusti dovendo altrimenti rassegnarsi al GAME OVER. Il quale sarà piuttosto frequente anche ad opera di alcune "trappole" sparse che potranno essere evitate talvolta utilizzando le indicazioni - piuttosto sibilline comunque - presenti nelle stanze; altre volte sarà praticamente impossibile discernerle alla prima run. Non presente invece la documentazione - almeno nel senso di documenti stivabili - di cui non si sente comunque la mancanza essendo tutte le informazioni rilevanti lasciate ai messaggi in sovraimpressione oppure alle scene al termine di ogni area costituite da dei flashback preceduti dall'indicazione - poca cosa forse, ma comunque un bel tocco - di data e luogo del loro accadimento. Piace, infine, anche che non vi sia possibilità di salvare accedendo al menù: i punti di salvataggio - sebbene comunque piuttosto numerosi - sono dati dalla delle fiamme blu. Piace un po' meno il fatto che gli oggetti siano automaticamente utilizzati al contatto con punto rilevante se si esclude la possibilità di aumentare o diminuire la luminosità della lanterna, facoltà essenziale che verrà scoperta solo molto avanti nel gioco.
Nel complesso un gioco molto diretto e ben fatto, decisamente raccomandato.
Si conclude cosi questa edizione della rubrica; se per caso avete uno specchio...beh, attenzione.
Indie Rpg Ep. 34: nuove frontiere
Reviewed by radish7
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