Ah Castlevania. Un brand videoludico di casa Konami che hai imparato ad apprezzare grazie a quella perla chiamata “Castlevania: Simphony of the Night” uscita per la prima Playstation vent’anni fa. Non hai mai poi avuto modo di riprendere le altre uscite, salvo un paio di runs molto blande – come il whiskey allungato dei peggiori bar di Caracas – sulle due successive uscite per Playstation II.
Ma ti è sempre rimasto nel cuore. I personaggi cosi carismatici pure se non particolarmente caratterizzati; quel maledetto castello di Dracula cosi intricato e cosi pieno di goticità; quella sapiente mistura di platform e gioco di ruolo che caratterizzava i Metroid-Vania – cioè quei giochi di fine anni ’90/inizio anni 2000 che si erano rifatti nella loro struttura a Metroid – e quei infiniti segreti da scoprire girando per stanze piene di mostri e alcune delle quali accessibili solo a patto di risolvere l’enigma o di recuperare determinate abilità od oggetti: non fai fatica a dire che Simphony of The Night è stato uno dei tuoi giochi preferiti di sempre.
Ebbene nell’anno di grazia 2017 Netflix decide di finanziare la produzione di 4 puntate di un anime che vorrebbe narrare la storia di Castlevania: te lo sei sciroppato immediatamente e ci vuoi scrivere giusto qualche parolina.
Armarsi di frusta alchemica – se ce l’avete – che ci si inoltra nel castello di Dracula; con l’avviso che aglio, croci e argento non bastano proprio.
La prima cosa che ti è balzata agli occhi è decisamente il disegno che per te ha un qualcosa che si colloca a metà tra i tratti marvelliani – essenzialmente la “spigolosità” delle forme, l'estrema definizione dei contorni e anche in parte i colori molto accesi – e quelli dell’anime di jojoiana memoria: un mix che, ammetti, magari non ti fa nemmeno impazzire ma decisamente funziona.
Le locazioni sono ricostruite piuttosto fedelmente e riescono nel loro intento di fornire quell'atmosfera di sospensione dalla realtà ma al contempo di estrema crudezza che si vuole da un buon Castlevania. Nebbia, paesaggi quasi “ovattati” e tipici della zona est europea, villaggi e città con continui tratti gotici circondate da sontuose montagne carpaziche vanno a creare un netto e piacevole contrasto con le scene di combattimento, uccisioni, massacri, mostrare in maniera piuttosto diretta e con toni molto accesi.
La trama dovrebbe ripercorrere quella di Castlevania III: Dracula Course. Si parte in Valacchia nel 1455 quando una dolce ragazza di nome Lisa dal Villaggio Cupo e pure dottoressa in fieri si reca, cosi, non avendo nulla di meglio da fare, presso il Castello di Dracula; il vampiro, a quanto pare, sta conducendo la sua esistenza eterna in maniera indifferente, non curandosi minimamente degli uomini e quindi nemmeno nuocendo loro. Sarà proprio Vlad Dracula Tepes a mostrare alla ragazza la sua sala della Scienza mandandola in totale visibilio – ben fatto, Conte -: da li partirà la storia tra i due con Lisa che decisamente, grazie al suo carattere fermo e risoluto, “umanizzerà” il vampiro cercando di abituarlo a vivere come un normale essere umano. E proprio questo le costerà la vita: il sindaco e l’arcivescovo della città di Targoviste, nel 1475, faranno irruzione nel castello e, riconosciuta la donna come strega causa guarigioni semi miracolose della gente del posto, la metteranno al rogo; in tutto questo Dracula non sarà presente in quanto convinto a viaggiare come gli uomini - cioè a piedi – il che lo farà arrivare quando il suo castello sarà ormai distrutto e solo una vecchia anziana gli spiegherà cosa era successo. E non la prenderà proprio bene: darà un ultimatum alla gente della Valacchia, dicendo che entro un anno dovranno sgombrare quella terra o provvederà a farne fuori tutti gli abitanti.
Un bel problema, ovviamente. Cui dovranno porre riparo Trevor Belmont con l’aiuto della misteriosa – perché non te la ricordi dai pochi videogame che hai provato – setta degli Speakers e quello di Alucard Adrian Tepes, figlio di Dracula e Lisa. E qui davvero hai di che gioire con i vari riferimenti.
Innanzitutto Trevor è dotato della tradizionale frusta alchemica come arma principale; come arma secondaria utilizza dei pugnali – una delle possibili armi secondarie di Simphony of The Night - ; porta l’emblema della famiglia Belmont – cosa che gli causerà una bella zuffa, a quanto pare in Valacchia non sono proprio ben visti – e vive una vita da ramingo in quanto la sua famiglia è stata scomunicata dalla Chiesa e le proprietà confiscate: il tutto in quanto accusati di praticare magia nera.
Non molte in realtà le informazioni sugli Spekers. E’ un gruppo di 11 persone comandate dal nonno della protagonista Sylpha Belnades che agisce come specie di predicatori tramandando, in sola forma orale, la storia di Dracula e conservando una profezia per cui un “guerriero addormentato” sarebbe stato il loro paladino nella lotta contro il male. Praticano la magia e Sylpha mostra infatti di conoscere sia magie di elemento fuoco e ghiaccio, sia di attacco che di semplice aiuto.
Ovviamente questo paladino si rivelerà essere Alucard che dal lato suo mostra qualità di combattimento con la sua spada eccezionali oltre che abilità fisiche sovraumane. Bello ad esempio il riferimento ad una delle magie di Castlevania Simphony of the Night che permette di quasi teletrasportarsi lasciando delle immagini residue.
Le stesse locazioni sono piene di riferimenti che hai apprezzato e che vengono sottolineate dal costante tema della scienza vista come superstizione e arte diabolica. Dal vetro talmente sottile che non si è mai visto prima – e che in realtà è plastica ma vallo a spiegare ai contadinotti e ai religiosi -; alle torce dentro al castello che si illuminano da sole – si, ok, questo scientificamente si fa un po’ fatica a spiegarlo; comunque sono le stesse che davano cuori nel gioco - ; ai tubi di acciaio che portano sangue – che sangue non è -; tutto è dannatamente evocativo.
E lo sono certamente le creature del Conte. Si inizia da draghi simil Gargoyle – era uno dei mostri di Simphony – che piovono sul cielo di Targoviste assieme al sangue; pipistrelli e corvi ad accompagnare; e il miniboss di queste prime quattro puntate che è un ciclope dotato di occhio che pietrifica contro cui vanno ad agire bene sia l’acqua sacra che il sale – entrambe armi secondarie di Simphony of The Night. Epico.
Gli ultimi accenni li vuoi fare alle musiche – sempre dannatamente in tema e davvero evocative con quel mix di sacro e rockeggiante – e ai disegni della sigla iniziale basati sul bianco e nero con qualche sporadica presenza di rosso nel momento dell’apparizione del sanguinario Conte Dracula e dei suoi tirapiedi.
In definitiva un anime consigliato con un’unica vera pecca: finisce lasciando la storia all’inizio. E’ però notizia confermata che sia prevista una seconda stagione – probabilmente già nel 2018 – di ben 8 episodi e francamente non vedi l’ora di capire cosa ne sarà dei tuoi prodi, umani e vampiri che siano. Per coloro che volessero fare una prima puntatina nella Valacchia del tempo la direzione da prendere è questa (cercare Castlevania).
Castlevania, l’anime: un promettente inizio
Reviewed by radish7
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07:00
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