Indie RPG Ep.68: un Mario non della Nintendo



Era da un po’ che non scrivevi più di Indie Rpg games. Un po’ il poco tempo a disposizione, un po’ il fatto che cerchi di farlo solo quando ne vale davvero la pena. 

Queste due condizioni sono però state rispettate con “Mario: The Music Box”, fangame creato da Ari Games nel lontanissimo 2016 cui hai messo mano soltanto nella pausa natalizia scorsa. 

E…ce n’è da dire. 



Giusto per anticipare le conclusioni del discorso: del gioco ti ha convinto pressochè tutto e davvero ti meravigli come la Nintendo non abbia avanzato alcuna rimembranza sull’utilizzo del suo idraulico italiano preferito; meglio per i giocatori che possono godersi questo gran fan game gratuitamente. 

La grafica è sicuramente quella del classico tool di creazione RPG – RPG VX maker – in game ma viene abbellita con tutta una serie di features ulteriori che non si possono non apprezzare. Già la schermata iniziale presenta un disegno molto accattivante e un’animazione più che consona, preannunciando tra l'altro la presenza di una gallery da sbloccare man mano che si procede nel gioco; successivamente ai classici avatar a tutto schermo – che vengono persino personalizzati a seconda delle diverse espressioni di chi parla, delineando quindi una cura molto buona per i dettagli – si aggiungono disegni a sottolineare i momenti focali e persino brevi tratti animati. Anche l’impostazione visuale del menù – oltre che essere molto intuitiva – è da apprezzare. 

Non delude nemmeno il sonoro, distinto in dolci musiche accattivanti da carillion e una libreria suoni molto vasta che va anche a ricomprendere – particolare che un italiano sicuramente apprezza – il classico “Mamma Mia!” di Mariana memoria. 



E vieni a questo punto al gameplay che sicuramente è adeguato. Innanzitutto spendi una parola sulla presenza di un tutorial iniziale anticipato dalla scelte di abilitare o meno il sonoro nei dialoghi - scelta che sarà decisiva non potendo più essere cambiata -. In armonia con i giochi della serie “ufficiale”, si tratta di esplorare vari luoghi – alcuni dei quali non immediatamente accessibili – impersonando Mario o il fratello Luigi – solo sporadicamente anche un altro personaggio per un brevissimo tratto – al fine di recuperare quanto sia necessario a proseguire l’avventura: molto lineare e senza alcuna sidequest particolare. Gli oggetti vengono stivati in un apposito inventario per essere poi utilizzati al momento opportuno in via prevalentemente automatica; se una critica si vuole muovere, si può dire che sono sempre indicati da uno scintillio e che, pur essendo le mappe interagibili in vari particolari, alla fine questi non sono vincolanti per la prosecuzione. In altre parole: un po’ poco per la moltitudine di particolari che vengono mostrati; ad di là degli oggetti, saranno recuperabili soltanto dei file prontamente convertiti in note in apposito diario al fine di meglio comprendere la storia. Esistono delle piccole sfide concepite alla maniera dei Quick Time Event: si dovrà premere ripetutamente il pulsante azione – la barra spaziatrice oppure il pulsante C – fino a riempire una barra per liberarsi dalla presa dei nemici e la stessa dinamica verrà poi utilizzata anche per aprire porte che si chiudono improvvisamente prima di essere raggiunti da presenze non proprio amichevoli. Esistono poi scelte da compiere sia a livello di dialoghi sia a livello di gameplay vero e proprio: dove nascondersi, quando uscire dal proprio nascondiglio, intraprendere una strada anziché un’altra; tutte possono determinare il GAME OVER – che capiterà abbastanza spesso, quindi si consiglia di salvare frequentemente dato che la possibilità viene sempre fornita dal menù – oppure determinare il finale ottenuto – il gioco in un paio di occasioni avvisa di come la propria scelta vada a determinare il proprio ending. I finali sono ben 4 e tutti decisamente molto ben pensati, ponendosi come completamento sensato dell’esperienza più o meno felice a seconda della prospettiva. 

La cura riposta nel gioco corrisponde all’esperienza personale e al percorso di vita tribolato ma alfine felice della sua creatrice: la Ari Games consiste infatti, per sua stessa dichiarazione, di una coppia marito-moglie che vogliono “ammazzare un po’ il tempo". Piace moltissimo il fatto che essi abbiano un proprio sito internet dove parlano della loro opera e di come si è formata, presentano i personaggi ed, ovviamente, includono il download del gioco. Che ha avuto un tale successo da essere ormai disponibile in moltissime lingue, tra cui anche il nostro amato italiota e da prevedere pure una demo sequel in cui il giocatore può scegliere se seguire la “Via Insana” o la “Via Sana” a seconda del finale ottenuto nella prima installazione. 



Cosa manca? Ah, si la parte horror. Viene fornita grazie all’atmosfera di continua tensione, di continuo avvertire qualcosa di incombente che deriva sia dalle scelte grafiche – la classica magione ovviamente oscura in cui solo una lanterna va ad illuminare la via: i disegni raccapriccianti dei protagonisti posseduti e delle uccisioni più volente – sia dal sonoro – con uso continuo di suoni che aumentano di volume improvvisamente, anche nelle fasi in cui in realtà nulla accade – , sia in linea più generale da una trama che mette la giusta dose di inquietudine crescente man mano che si rivela. 


E qui concludi il tuo post raccomandando caldamente la prova. Hai sicuramente dimenticato qualcosa e lasci al lettore sottolinearlo nel diario qui sotto. 
 
Indie RPG Ep.68: un Mario non della Nintendo Indie RPG Ep.68: un Mario non della Nintendo Reviewed by radish7 on 07:00 Rating: 5

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