I videogames di The Blair Witch Project - Blair Witch Volume I: Rustin Parr




Ormai ti sei completamente immerso nelle Black Hills alla ricerca della famigerata Strega di Blair. Così, dopo aver visionato il primo film  e aver dedicato ben 2 post al secondo, torni ai videogames – avevi cominciato a dar caccia alla Strega proprio con il videogame uscito recentemente - visto che ben 3 sono usciti intorno ad inizio del nostro secolo. 

Qui parti con il primo di questa trilogia: Blair Witch Volume 1: Rustin Parr, gioco sviluppato dalla Terminal Reality per Windows, forte di 49000 copie vendute in tutto il mondo, Burketville compresa. Lo scopo che ti prefiggi è quello di ricostruire quanto più possibile la lore della saga: non ti dilungherai pertanto in aspetti tecnici e puramente di gameplay anche se due parole le spenderai.  

Pronti ad entrare nelle Black Hills con un controller in mano? Sì, vanno bene anche mouse e tastiera. 


Il gameplay 

Il videogame in sé e per sé può essere definito come un horror investigativo di ruolo. Nei panni della avvenente Elspeth Holiday - membra di un'organizzazione farlocca nota come Spookhouse di cui fanno parte anche Justine, scienziata, e l'ineffabile The Stranger di cui non si sa proprio nulla - si scandaglieranno la città di Burketsville e i suoi dintorni, si parlerà con vari NPC – non playable characters, personaggi non giocanti, per i meno avvezzi alla terminologia videoludica - , si raccoglieranno informazioni tramite documenti ed esplorazione varia: tutto al fine di scoprire qualcosa di più sulla Strega di Blair col pretesto di essere lì per ritrovare la propria nipotina. 

La grafica è quella tipica di una PlayStation 2. Poligonosa ma non troppo per un gioco del 2000 e con animazioni talvolta un po’ imbarazzanti – perché dai, non è che tutti noi prima di sollevare una valigia da terra ruotiamo di 360° attorno a noi stessi un paio di volte salvo che siamo maniaci del fitness e nemmeno è proprio standard dentro ad una stanza chiusa senza ventilatori stare in piedi mentre i propri vestiti svolazzano come se si fosse in galleria del vento – e qualche glitch di compenetrazione, sfrutta abbastanza chiaramente tutti i crismi che il genere Survival ha maturato fino a quel punto: inquadrature fisse alla RE, caricamenti qui mascherati da un bella foto stile Anni ‘30 del luogo in cui si è entrati o usciti, cutscenes fatte con lo stesso motore del gioco delineate dall'apparizione di bande nere sopra e sotto lo schermo, salvataggio libero, oggetti ritrovabili introdotti da una bella schermata descrittiva e scritta “hai trovato”, combattimenti con pistole e fucili di genere vario ma non troppo, kit medici e tutto il resto. Di vagamente nuovo ci sono alcune statistiche e un bel sensore di prossimità degli spettri, cosa peraltro mutuata comunque da alcuni illustri predecessori come questo qui. Importante e ben organizzato è il menù in cui spicca in particolare il Diario di Bordo della protagonista che consente di leggere in breve di tutte le tappe già svolte al fine di capire quale possa essere la prossima mossa da eseguire.



La componente horror convince anche se davvero molto ripetitiva. Alla suggestione derivante da ambientazioni cupe e spettrali con variazioni atmosferiche frequenti, si aggiunge qualche raro screamer comunque ben eseguito, qualche scena di combattimento-fuga, e, più in generale, un costante senso di inquietudine che deriva anche dagli stessi personaggi e dagli eventi di cui la protagonista viene progressivamente a conoscenza. E' un horror sì visivo- ambientale, ma soprattutto claustrofobico-psicologico. 

Innovare non innova; tuttavia non puoi dire che dispiaccia. 

La storia di Blair... 

Se si ha pazienza di entrare nella Biblioteca di Burketsville e spenderci qualche minuto, si potranno trovare parecchi libri che narrano la storia della città dalla sua fondazione in poi. La riassumi brevemente. 

- Blair viene fondata nel 1634 da parte del Colonnello Blair.

- nel 1785 Ellie Kedward, emigrata irlandese, viene accusata di essere una strega e di lurare i bambini al fine di prenderne il sangue. Viene cacciata: tuttavia tutte le sue supposte vittime finiscono per sparire a loro volta e questo crea il panico presso la popolazione che abbandona la città che rimarrà deserta per oltre 50 anni. 

- nel 1824 Peter Branwall Burkitt fonda la attuale Burketsville. Nel 1825 viene ritrovata annegata una bambina ma nei successivi 50 anni praticamente non accade altro. 

- nel 1886 la giovane Robin Weawer scompare per tornare misteriosamente pochi giorni dopo dalla propria nonna. Una persona del gruppo di ricerca scompare e, anche se non viene precisato del tutto, si dovrebbe trattare di tal Lazarus, ex soldato nordista che aveva sempre manifestato interesse per la bambina, la cui uniforme Elspeth vedrà indissata proprio da Robin ad un certo punto del gioco. I corpi degli altri ricercatori vengono poi ritrovati presso l’ormai nota Coffin Rock: le loro mani sono legate ai piedi, le interiora tirate fuori e sono disposti a pentagono. Impaurito, lo scopritore torna nel villaggio per chiamare aiuto; quando i rinforzi giungono nuovamente a Coffin Rock, i cadaveri sono spariti. 

- nel 1941 avvengono le vicende di Parr, il cui straziante diario viene recuperato dalla protagonista pagina per pagina nel finale, narrando di un'excalation di paure e orrore costellata di visioni che lo attanagliano e gli fanno compiere atti che lui non voleva, distruggendolo totalmente a livello morale. Sarà poi incarcerato.  



…e quella prima di Blair

Tramite uno dei personaggi che la protagonista troverà nella sua avventura – ci torni dopo – si potrà, in un misto di leggenda, capire quali sono le vere origini del luogo ove sorge Blair. 

Il vero maligno in quei luoghi non è infatti la Strega ma un’entità nota come Hec Aitomix, un demone originario che avrebbe esatto come dono un bambino della tribù originaria giusto per squartarlo presso Coffin Rock, berne il sangue e renderlo immortale e costantemente sanguinante – difatti sarà chiamato “The Bleeding Boy” -; in questa maniera la “presa” del demone su quei luoghi sarebbe sempre rimasta forte. La tribù sarebbe poi svanita e l'unico ricordo sarebbe stato l'avviso lasciato nell'entrata della foresta da parte di un sacerdote sciamano, tal Othegwenhda.

L’unica maniera per liberarsi di Hec Aitomix è quella di conoscerne il vero nome e usare degli speciali Twana imbevuti del suo stesso potere con cui aprire uno speciale portale, -“path”, anche su questo concetto torni dopo - una speciale dimensione, che in tempi antichi fu usata proprio dal popolo primigenio per intrappolarlo: la prima volta infatti l'ameno demone ci mise 1000 anni ad uscirne. 

La Trama e la lore 

Che sono poi il motivo per cui ti sei propinato queste ore di visione del gameplay su Youtube alla disperata ricerca di informazioni nuove sulla saga. E ne hai avute, non c’è che dire. 

Come da titolo, lo scopo di Elspeth è quello di capire se le parole di Rustin Parr circa un suo possibile controllo da parte di una Strega - che l'avrebbe condotto a uccidere ben 7 bambini, metà della popolazione giovane di Burketsville dei tempi, tra il 1940 ed il 1941 - possano essere fondare, investigando la presenza di un'entità soprannaturale. Il suo macabro rituale consisteva nel rapirli a due a due e poi seviziarne uno mentre l’altro veniva posto di spalle a fissare una parete. Solo uno dei bambini riuscì a sfuggigli: Kyle Brody, che peraltro dall'esperienza ricava mutilazioni e uno shock tale che finisce per sempre in un manicomio dove non parla, non mangia, non beve. 



Nel corso della sua avventura fondamentale sarà l’incontro con l’Indiano Asgaya che sembra saperne davvero molto di quello che sta succedendo pur rimanendo sempre molto ma molto ermetico. In particolare donerà alla protagonista un Giun-Ur, ossia una sorta di stick man anche detto Twana che permette sia di ritrovare la via del ritorno di fronte alle continue mutazioni della foresta, sia di individuare quanto di malvagio ci attornia – i mostri sono di pochissimi tipi, boss finale e miniboss a forma di scorpione gigante a parte: zombie che parlano al contrario, lupi, ragni composti di rami-; di più: da la possibilità di trovare i "portali" che aprono i vari “path” ossia i percorsi che portano in dimensioni e tempi alternativi degli stessi luoghi in cui ci si trova. Uno di essi, manco a dirlo, si trova proprio nella casa di Parr ed Elspeth potrà addirittura, nel finale, raggiungerla nel 1941 e recuperarne pagina per pagina il diario; interessante la spiegazione che il gioco fornisce parlando di “diverse dimensioni” in cui presente passato e futuro coesistono e l’unica differenza è quella di luogo. 

Altro incontro piuttosto provvidenziale sarà quello con un tale "Hunter" la cui identità sarà rivelata solo nel finale: si tratta di Johnathan Prye,cacciatore di streghe al tempo di Ellie che comparirà non appena Elsperth ne troverà il diario presso Coffin Rock. Grazie a lui, nei 50 anni successivi alla cacciata della Kedward, non vi fu nessuna manifestazione della strega - che si sarebbe ritirata a vivere presso Trappy East Creek -. Infine, ci sarà spazio anche per Robin Weaver con addosso la divisa di Lazarus. 

Forte è la simbologia composta di Stick Man, gufo - che stavolta, a differenza del secondo film, è simbolo di saggezza e aiuta Elspeth a trovare la via d'uscita dalla foresta - e alfabeto runico - i cui simboli appaiono, oltre che tradizionalmente nella casa di Parr, anche nelle porte delle case di Burketsville la notte e in altri luoghi -. Particolare risonanza viene dato al nome: si dice che conoscere il vero nome di qualcuno permetta di controllare tale persona/entità.

Il finale 

Sì, hai deciso che lo spoileri. Hec Aitomix sta utilizzando Kyle Brody per lurare a sè presso Coffin Rock Mary Brown, ragazzina alla quale sono state previste cose infauste. Per spezzare questo legame Elspeth deve trovare Robin Weawer, unica che probabilmente conosce il vero nome di Hec e quindi lo può controllare; poi, smascherato il prete della comunità che era sostanzialmente dalla parte di Parr e di Hec, grazie all'aiuto dei twana di Asgaya, viaggiare nei vari paths per liberare il Bleeding Boy e successivamente, con l'aiuto di Prye, per imprigionare nuovamente Hec. Fine della storia e vissero tutti felici e contenti. 


In definitiva un videogames che ti è piaciuto non tanto per le sue meccaniche - si ricorda sempre che è degli anni '2000 - ma per la lore e per la storia intrigante e ricca di sorprese; per coloro che volessero dare un'occhiata seguire il gufo bianco qui. Da Coffin Rock è tutto, arrivederci al prossimo appuntamento con la Strega di Blair.

I videogames di The Blair Witch Project - Blair Witch Volume I: Rustin Parr I videogames di The Blair Witch Project - Blair Witch Volume I: Rustin Parr Reviewed by radish7 on 07:00 Rating: 5

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