13 esimo episodio della rubrica sugli RPG Indie Horror Games per questo appuntamento con Re Post. Originariamente pubblicato il 12-04-2015. Enjoy!
Altro appuntamento con la tua carina rubrichetta riguardante gli RPG Indie - e possibilmente Horror - Games. Stavolta attacchi con decisione la dimensione onirica andando a trattare di due giochini molto ben fatti.
Signori e Signore: Amihailu in Dreamland e Densha.

Dal punto di vista della componente RPG il gioco non delude affatto, concedendoti parecchi enigmi - alcuni dei quali, è bene dirlo, irrisolvibili razionalmente ma da cui ne esci girando e girando continuamente - e mostrando pure di aver un menù - richiamabile come di consueto con tasto X e interagibile con tasto Z - abbastanza ben fatto, essenziale ma efficace. Come in altri RPG sarà fondamentale aver la pazienza di prendere un foglio di carta e di disegnarsi una piccola mappa - che il gioco non fornisce - indicando possibilmente anche alcuni dati recuperati nel corso del gameplay che si riveleranno essenziali - non ti spiace spoilerare ma alcuni codici numerici permetteranno di attivare quella radio che ci trasporta tra le dimensioni. Se questo di per sè è già un punto di interesse, visto che il cervello del giocatore sarà severamente impegnato per tutto il tempo, non male risulta pure la possibilità di scambiare il party: da un lato si introducono altri personaggi - che già quelli che ci sono appaiono e scompaiono a muzzo senza che tu possa capire talvolta che ci fanno nel contesto - dall'altro li si rende indispensabili per compiere alcune quest che porteranno ai vari finali. Che sono 3 e tutti oltremodo incomprensibili.
La grafica è davvero spartana e pixellosa sin dalla pagina introduttiva; il comparto sonoro è scarno ma efficiente, la giocabilità è decisamente buona potendo comandare il proprio giocatore con le frecce direzionali - movimenti molto fluidi - e farlo correre con il consueto tasto SHIFT.
Nient'altro da dire per un gioco che più che raccontato va decisamente provato.

La componente RPG del gioco è decisamente molto ben studiata, facendo leva su un'idea nient'affatto male: utilizzare le targhette che segnano il numero di vagoni in modo da proiettare il personaggio in vari luoghi. Non dovrà sorprenderci che un 25 voltato diventi un 52 e che questo sia il modo per accedere ad alcuni vagoni altrimenti irraggiungibili. Aggiungici che il tuo protagonista è un bambino e per di più giapponese - quindi alto meno di un metro - che per raggiungere queste targhette dovrà portarsi dietro una scala; il che ti indurrà ad andare molto spesso avanti e indietro. Per il resto vi sono enigmi abbastanza semplici, in linea di massima basati sul recupero di alcuni oggetti e sull'interazione - che avverrà comunque in maniera automatica - con altri oggetti. Basta insomma aver l'oggetto giusto nel proprio inventario. Il menù rappresenta un'altra novità molto succosa: al posto delle classiche schermate vi sarà una barra laterale espandibile con il tasto shift molto concisa ma estremamente funzionale e pure piacevole a vedersi. In basso un'altra barra indicherà invece la progressione dei vagoni.
La grafica è semplice ma molto ben fatta, caratterizzandosi poi per alcune scenette molto interessanti in cui più immagini si sovrappongono creando un effetto surreale.
La giocabilità è buona con movimenti tramite le frecce direzionali molto fluidi; non esiste possibilità di correre che sarebbe stata cosa molto gradita specialmente quando il tuo personaggio porta la scala e rallenta in maniera paurosa.
Il comparto sonoro fa la sua parte andando a puntellare i momenti più caratteristici e le azioni più inconsuete - tanto per dire: bisognerà affettare un'anguria -.
Nel complesso un paio di ore che invitano a spremere le meningi fino ad un finale...che va visto.
Chiudi qui questa edizione che hai sonno e vuoi andare a dormire: sperando di riposarti senza dover vivere un RPG in sonno.
Re Post - Indie Rpg 13: Nella terra dei sogni...molto densha
Reviewed by radish7
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20:22
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