Animescoop: crisi in California, motivi…sconosciuti



Era un po’ di tempo che non arricchivi questa rubrica però oh non è che di perle degne di essere ricordate ne trovi ogni giorno. Nemmeno ogni settimana ad essere sincero. 

Poi però capita il solito amico con la solita trovata di cui non ha idea ma che vuole gettare in mezzo alla serata anime la sua scoperta. Ed eco che ti vedi California Crisis: Tsuigeki no juuka [Hibana] – in inglese: California Crisis: Gun Salvo, do not ask – e…dopo la pausa. 


E ci rimani al termine della visione un po’ come uno che va a vedere IT ed esce pensando alle caprette che gli fanno ciao di Heidi uhuhu ti sorridono i monti. 

Qualche aspetto positivo l’hai pure visto. I protagonisti ad esempio, col loro inconfondibile look anni ’80, risultano pure simpatici e sufficientemente interessanti. Il poco più che ventenne ex giocatore di basket liceale Noera che fa il fattorino – o similia – in accordo con la generale atmosfera degli Stati Uniti dell’era Reegan; la piccola – ma grande abbastanza da guidare una moto e non un motorino – adolescente piena di vita Marsha, con un bel sorriso, una bella chioma il cui colore cambia spesso da inquadratura a inquadratura e pronta all’avventura. Una coppia che funziona. 

Ti è poi piaciuto il fatto, e non poteva essere diversamente visto che stiamo parlando del 1986 – che l’anime sia totalmente disegnato senza alcun uso di computer grafica. E’ vero che talvolta i disegni – specie con riguardo alle proporzioni – e le animazioni sono imbarazzanti – notare la continua ripetizione di tavole chè ti è sembrato a tratti di vedere il Devilman originario; i protagonisti attraversano un paesino in cui si susseguono sullo sfondo le insegne di solo due negozi, evidentemente due catene apprezzate in quel luogo e sucare Mac Donald -; tuttavia i colori vivaci, i contorni piuttosto marcati e il tratto in generale ti riportano agli anni ’80 e ti piace.

E hai apprezzato pure la serie di marchette e di pubblicità nemmeno tanto occulte. Ford, 7Up, Gulf, Cola Cola riportano alla mente qualche decennio fa, specialmente perché alcune di quelle marche non sono nemmeno più esistenti o hanno quanto meno cambiato forma e colore al loro logo. 



Poi però arrivano le note dolenti. Anzi, ne basta una: la trama

A riassumere in maniera molto veloce le conclusioni del tuo discorso non ci hai capito una mazza da baseball – nonostante qui si parli di basket - e al finale sei rimasto praticamente interdetto. Ci sono i due protagonisti che, per sbaglio, vengono in possesso di questa “Space Mind”, rubata dalla piccola con in testa l’idea di rivenderla e comprarsi una nuova moto visto che la sua è stata sfasciata. Da li’ parte un viaggio per la Death Valley, in quanto il contatto con la misteriosa sfera proietta la visione di tale luogo a Marsha e Noira. Perché? Boh. Di certo l’Aeronautica Militare egli USA cerca di recuperarla e getta perciò alle calcagna dei protagonisti i suoi uomini migliori rappresentati da un soldato che assomiglia piuttosto poco vagamente a Miles di Mask – la scena dell’inquadratura dei piloti dell’elicottero è proprio copiata paro paro da quella che si vede anche nella opening dell’anime USA del 1985 – e che le prova tutte: minaccia, spara, cerca di corrompere e alfine realizza che i due giovani non hanno la benchè minima idea di cosa è capitato loro tra le mani. A quel punto ti aspetti lo spiegone su questo Space Mind: macchè. La misteriosa sfera finisce per salvare i due protagonisti che stanno per affogare – nella Death Valley eh – sfoderando luci multicolore che se ne vanno verso il cielo; quando viene ritrovata è una semplice palla di vetro forata e cava all’interno. Ti aspetti che i giovini discutano almeno un minimo tra di loro cercando di capire cosa è successo e cosa avevano in mano: no, finisce che osservano il cielo semplicemente, in una posa peraltro da far invidia ai migliori Motley Crue . Finisce, eh: nel senso che partono proprio i titoli di coda.

Ah, nel corso della storia appaiono pure l’indispensabile amico e star del liceo di Noira – che sarebbe pure di stazza nella stessa base a Richmond da cui parte la ricerca della Space Mind e la caccia ai protagonisti ma che finisce per prendersi qualche bibita con loro e poi sparire e a posto cosi, cartellino timbrato – un tizio che sta in una stazione di servizio in entrata della Death Valley e si diverte a fumare e a sparare una perla di saggezza vagamente derivata dai pellirossa – peccato che quello che dice non c’entri nulla col contesto e la storia e che comunque il quoziente intellettivo dei due protagonisti non avrebbe consentito alcuna riflessione in proposito – e soprattutto il gatto di Marsha che è molto più sveglio della sua proprietaria e le salva le chiappe in almeno un paio di occasioni: vero eroe della pellicola. 


In conclusione una visione comunque piacevole per chi ami l’atmosfera anni ’80 americana; 45 minuti che comunque passano abbastanza bene e senza alcun impegno.

Animescoop: crisi in California, motivi…sconosciuti Animescoop: crisi in California, motivi…sconosciuti Reviewed by radish7 on 07:00 Rating: 5

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