Re Post - Bevagna: un piccolo borgo, una grande storia



Ok, sei in ferie e allora prendi l'occasione per farti un viaggetto di piacere anzichè lavorare. Tra le varie mete che avevi in mente salta fuori il consiglio di alcuni amici che propongono Bevagna, città di cui ignoravi bellamente l'esistenza. Ok, si va tutti assieme, ti fidi.

Scopri cosi' un piccolo borgo di circa 5000 anime con una storia però impressionante, bene ancora visibile ai giorni nostri. 

Nota a margine: quella che segue non vuole essere una guida alla visita della città. Ammucchierai infatti informazioni che hai potuto reperire in loco, anche grazie alla presenza di un paio di competenti guide. 

Pronti? No? Non importa si va. 


Bavagna è già nota ai tempi dei Romani e costituisce almeno fino al primo secolo dopo Cristo un centro nevralgico: ci passa la Via Flaminia - principale arteria di comunicazione per i commerci verso il Nord Europa - almeno finchè i Romani decidono di cambiare rotta e spostare il tutto verso Spoleto. La città, nel suo apogeo, conta 30000 abitanti; tanto per dire, nello stesso periodo, Parigi - parimenti considerata una grande città - ne ha 9000. Non sorprende allora che Bevagna possieda un anfiteatro - capace di ospitare fino a 30000 persone, gli unici altri che possiamo trovare di quella capienza sono a Roma e Napoli - e le terme. Non hai in animo di descrivere punto per punto il tutto, bastino le foto. 

Con la decisione dei Romani la città, tagliata fuori dalla principale rotta commerciale, subisce un lento ma inesorabile declino. Con una tecnica cara a più luoghi, durante il medioevo l'anfiteatro non serve più: allora viene trasformato in una serie di case - al piano superiore - e botteghe al piano inferiore. Bevagna è comunque sede di mercanti parecchio ricchi come testimonia la casa medioevale. Tra le curiosità della visita emerge che la cera risulta essere considerata un elemento puro e pertanto spettante di diritto alla Chiesa: avere tra la propria mercanzia una candela significa poter impressionare i compratori. Nel medioevo poi si dormiva da seduti; non vi erano vetri a proteggere le entrate, pertanto si utilizzava un focolare che veniva posto in prossimità del letto il quale era poi circondato da tele che evitassero la dispersione del calore. Tuttavia meno dispersione del calore significava anche meno ossigeno: la posizione seduta era quella che consentiva di consumarne meno. In sostanza in quella maniera si evitavano asfissia e morte per assideramento; non sorprende quindi la lunghezza risibile del letto. Quello che rimane dell'anfiteatro è in realtà soltanto un arco al cui termine vieni introdotto ad un meccanismo azionato dall'acqua che viene originariamente progettato per alzare e abbassare i tendoni nel teatro e che nulla ha da invidiare - dal punto di vista tecnico - alle nostre attuali turbine. 

Nel medioevo Bavagna conoscerà poi la religione - si veda la compresenza di stili romanico e gotico nelle varie chiese sparse per la città; quella di conventi per le monache benedettine e quella del Chiostro, già convento dominicano, ora convertito ad hotel - e in epoca più recente sarà realizzato anche un teatro - piccolo ma ben fatto - al fine di consentire lo svago alle famiglie ricco borghesi del luogo.

Sempre in epoca medioevale la città è divisa in 4 parti corrispondenti alle diverse gilde - chiamate Gaide - ciascuna con almeno due mestieri rilevanti. Una di esse si occupa di fare la carta - attraverso l'uso degli stracci - e di forgiare campane in bronzo. Ancora oggi è possibile visitare la vecchia cartiera e se si è fortunati - cosa che ti è capitata - persino vedere il macchinario in azione e trovare qualche gentile guida ad illustrare tutto il procedimento. Nel tuo giro esplorativo per tutti i vicoletti della città hai anche potuto vedere una cereria - solo dal di fuori, però - e scattare una foto ad alcune macchine antiche. 

Va ricordato che ogni anno - nell'ultima settimana di giugno - Bevagna ritorna al medioevo: niente luci elettriche, l'intero interno delle mura viene preparato come al tempo, tutti si vestono in tono per quasi 10 giorni. In quel periodo una commissione di esperti di storia medievale arriva a giudicare i prodotti medioevali - come le campane e la carta di cui hai detto - sia dal punto di vista del risultato finale, sia da quello della procedura utilizzata - c'è competizione tra le varie gaide per ottenere dei premi; in sostanza si controlla che non ci si aiuti con mezzi troppo moderni. Per chi sia interessato e ne abbia la possibilità, è bene prenotare già per fine gennaio inizio febbraio se non si vogliono correre rischi. 

Infine la simpatia e cordialità della gente del luogo vanno sicuramente nominate; un paio di foto giusto per far capire cosa intendi. 




Andate a Bevagna, arte storia e ...bene se magna.

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