Re Post - Resident Evil Biohazard 4D Executer: la computer grafica del 2000



Hai già trattato di tutti - meno il primo in realtà - i film della saga di Resident Evil ma qualcosa ti era sfuggito: non di sola celluloide vive la saga ma anche di alcuni film in computer grafica sviluppati dalla stessa CAPCOM negli anni tra il 2000 e il presente. 

Il primo di essi vede la luce proprio nel 2000 in terra japponica - anno durante il quale Resident Evil aveva già sfornato le sue prime 3 incarnazione videoludiche - e dura molto poco, circa 17 minuti

A voi: Resident Evil Biohazard 4D Executer. 


La prima cosa che colpisce è la grafica: la stessa dei primi capitoli con poligoni dappertutto e inquadrature fisse che hanno fatto la fortuna del brand. 

La trama è alquanto oscura e difficilmente collocabile nella cronologia dei fatti. Alcuni mercenari al soldo di un "pesce grosso" della Umbrella - non è dato sapere il suo nome - si recano in un deposito al fine di ritrovare la dottoressa Cameron, la quale avrebbe sviluppato le ricerche sul virus. Dopo aver trovato una sorta di Tyrant e averlo ucciso, i protagonisti procedono verso un tunnel sotterraneo che conduce presumibilmente al laboratorio della stessa professoressa. Qui capiranno che essa era mutata nella creatura che hanno prima ucciso: tuttavia non è morta e ricomparirà di nuovo sotto forma del medesimo essere. Sembra infatti che il virus da lei progettato renda capaci di trasferirsi da forme di vita più semplici a forme di vita via via più complesse. Dopo aver perso i compagni - tra cui uno sfortunato Ed che sarà ospitante la creatura - il comandante dei mercenari viene salvato da un uomo che guida un furgone che gli intima - mentre è circondato da zombie - di salire. I due scappano ma si scoprirà che l'uomo alla guida è un altro dei corpi presi dalla dottoressa che alfine farà esplodere il mercenario, giurando che mai quelli della Umbrella ruberanno la sua scoperta e che lei è immortale. 

Come si diceva, il film è difficilmente collocabile nella cronologia della saga. Non appaiono infatti mai - almeno per quel che ne sai - i personaggi indicati e nemmeno mai si nomina la fantomatica professoressa. Niente appigli di alcun genere. 

Al di là di questo, colpisce il poter decisamente ritrovare quasi tutti gli elementi che hanno reso Resident Evil l'esempio, il primo vero Survival Horror. 

Gli ambienti sono infatti tetri e lo spazio è comunque circoscritto, trattandosi di una specie di complesso di magazzini; sono presenti tutti i mostri fino a Resident Evil 3, dai ratti ai corvi, dagli zombie ai cani, dalle api al licker - una delle prime forme assunte dalla professoressa - e al Tyrant - o simile, ultima trasformazione -; già si è detto della grafica poligonale e delle camere fisse. Piace poi particolarmente la visuale che viene adottata dal punto di vista delle varie mutazioni, a cominciare dallo scarafaggio. Cosi come piace molto l'idea della capacità di trasferirsi da forma di vita meno complessa - si comincia dallo scarafaggio - a quella più complessa - si passerà a corvo, cane e quindi umano -: questa la vera novità del film. 



Insomma un film molto breve ma con tutti i crismi della produzione Resident Eviliana. E con un ultima domanda: che fine ha fatto l'immortale professoressa?

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