Il filmone - The Host, allarme mostro in Korea




Avevi voglia di vederti un bel trashone di quelli che da tempo non riesci più a beccare. Cose così, insomma. Purtroppo hai realizzato troppo tardi che stavolta sotto mano ti è capitata un'opera di Bong Joon-Ho, uno che poi porterà nelle sale dei cinema di tre quarti di mondo anche questa cosetta qui. 

Così finisce che ti capita The Host, un film horror/drammatico che si lascia guardare molto bene; ti son bastati i primi 10 minuti per capirlo e non te la sei più sentita di stoppare la riproduzione. 

Per coloro che non credano in cotante parole, ecco, come di consueto, 5 motivi 5 per schiacciare il tasto play sulla propria console di riproduzione audio-video. 


La trama: basata su una storia vera 

La trama del film è tutt'altro che indimenticabile: famiglia di "svitati" o socialmente ai margini che gestisce un chiosco nei pressi del fiume Han a Seoul. Purtroppo per loro proprio in quel luogo comparirà un mostro mutante che finirà per rapire, tra le altre, anche la più piccolina della famiglia: parte a questo punto la sua ricerca che i parenti - nonno, padre un po' svitato, zio laureato e zia campionessa e medaglia di bronzo nel tiro con l'arco - dovranno affrontare da soli contro le stesse forze dell'ordine coreane e americane che li inseguono in quanto possibili portatori del virus mutageno dopo che uno di loro è stato colpito dal sangue del mostro. 

Manca però il preambolo, svolto nei 5 minuti iniziali: nel 2000 un medico coreano fu costretto da parte di un superiore americano a gettare litri e litri di formaldeide nel fiume Han; nel 2002 tale medico affermerà di aver visto qualcosa di gigante nel fiume e si getterà dal ponte dicendo ai presenti "ci vediamo all'inferno"; nel 2006 infine si svolgono i fatti della pellicola alla presenza dell'orrenda mutazione. Ebbene: il fatto del 2000 successe davvero: il civile americano Mr. McFarland fece esattamente quanto descritto nel film per lo sdegno della pubblica opinione coreana che esigette fosse condannato dalle autorità coreane. Lo fu, in effetti; peccato che l'America mai acconsentì all'estradizione di Mc Farland e la sentenza fu pronunciata dalla corte coreana solo in contumacia, cosa che aizzò la popolazione che lamentava di come le proprie istituzioni non fossero nemmeno in grado di far rispettare la propria legge sul proprio territorio. Nel 2005 finalmente l'autore del gesto fu riconosciuto colpevole e condannato di presenza ma non scontò mai alcuna pena. 
Ah, nessuna traccia di mostro mutante sulle rive del fiume Han fino ad ora: almeno quello. 

2- La realizzazione tecnica 

Non ci puoi proprio scherzare su. A colpire è innanzitutto la CGI usata per il mostro mutante: al di là del suo concept - sinceramente indescrivibile a parole, meglio una immagine; per esso sono stati spesi buona parte dei 10 milioncini di dollari di budget totale - viene realizzato e soprattutto animato perfettamente mostrando movimenti e interazione coi personaggi in carne ed ossa totalmente naturali. Non diresti davvero che è in CGI. 

Le inquadrature e le luci utilizzate sono anch'esse di prim'ordine; completa il buon lavoro la scelta delle locazioni - in particolare l'impianto fognario che è quello reale della città - . 



Poco conta che qualche volta vengano usati mezzi che non sembrano proprio l'ultimo portato della tecnologia. Ad esempio, per simulare gli effetti dello splash sulle acque ogni qualvolta il mostrone si tuffava, vengono gettati barili di metallo nel fiume. E funziona. 

Il film è fatto piuttosto bene anche da questo punto di vista insomma. 

3- Il cast 

E vuoi che non sia all'altezza pure quello. Citi solo due nomi, giusto perchè li ritroverai anche in quel mezzo capolavoro che è Snowpiercer circa un decennio dopo (2006 questo film; 2013 Snowpiercer): Ah-Sung Ko and Kong-Ho Song, padre e figlia in quel treno in viaggio per le lande ghiacciate. 



4- Mille generi 

Al di là della trama così lineare, il film solleva parecchi temi che riesce a trattare nella maniera migliore passando velocemente di scena in scena da un thriller ad un film d'azione, da una riflessione politico -sociale ad una commedia. 

Così si può constatare una nemmeno troppo velata critica all'operato americano in Corea del Sud accompagnata però ad una riflessione triste sulla società coreana caratterizzata da vincoli familiari molto forti ma da altrettanto forti impulsi verso il danaro - scena dell'amico che lura uno dei protagonisti solo per consegnarlo alle autorità e intascarne la taglia - e la corruzione - tentativo maldestro di pagare un poliziotto da parte del nonno oppure di utilizzare dei malviventi per fuggire dall'ospedale dove la famiglia viene tenuta in quarantena - e che sconta piaghe quali la disoccupazione - situazione dello zio laureato a pieni voti ma senza lavoro - e, più in generale, la divisione. 

Alla fine non riesce facile dare un categoria precisa al film ed è anche per questo motivo che le sue due ore di proiezione piacciono. 

5- Campione di incassi 

Stando a quanto visto sopra, non risulta difficile credere che il film sia a tutt'oggi il campione di incassi in madrepatria: almeno il 20% della popolazione coreana (circa 13 milioni di biglietti venduti) è infatti andata a vederlo al cinema. 


E concludi qui anche se avresti molto altro da dire. Se per caso intendente gettare qualche liquido in un fiume della vostra città...pensateci su due volte. 

Il filmone - The Host, allarme mostro in Korea Il filmone - The Host, allarme mostro in Korea Reviewed by radish7 on 07:00 Rating: 5

Nessun commento:

DomKaneki2015 . Powered by Blogger.