Ancora Auguri per la Tua Morte: auguri se ne capisci qualcosa



Eh, avevi detto che eri alla ricerca di buoni film horror e che avevi utilizzato il tuo buon abbonamento Sky ricercando nella sezione “horror”: avevi scelto di scaricarti “Ancora auguri per la tua morte”, gioiosamente mortifero film del 2018 di Christopher Landon, salvo poi postporlo in attesa di download. 

Alla fine lo hai pure visto e…dopo la pausa. 


E allora: leggere attentamente chè qui non sono previsti time loops che ripotino all’inizio del post. 

No horror 

Innanzitutto lo trovi nella sezione horror ma di horror proprio non ha nulla: non è che un paio di scene vagamente cruente nel concetto – tipo la protagonista Tree che si suicida 9 volte o il killer dalla maschera di bambino che accoltella le sue vittime sporadicamente o spara a sangue freddo alla moglie – ma poi persino poco orrifiche nella realizzazione e scelta delle inquadrature possa cambiare le cose. In realtà è un teen comedy movie – ossia una commedia con protagonisti degli universitari – con qualche sprazzo di sentimentalismo che poco ha condividere con altri teen movie realmente horror – tipo questa cosa qui, ad esempio -. 

Una fisica…rivedibile ma non loopabile 

Recitato comunque piuttosto bene – buona in particolare le prestazioni di Jessica Rothe nel ruolo della protagonista Tree -, vorrebbe anche essere intelligente e scientifico, introducendo il tema dei loop temporali: salvo che fa un assoluto casino sui concetti fisici anche nel tentativo di allacciarsi al primo film della saga – Auguri per la Tua Morte, appunto -. In esso Tree finiva per essere catturata in un loop temporale che la costringeva continuamente a risvegliarsi la mattina del suo compleanno e a rivivere il giorno con la consapevolezza di dover finire uccisa; questo fino a che ella non scopre chi la vuole morta – la compagna di stanza Lori, che le vuole far pagare il fatto di essere andata a letto col suo amante professore Butler - e riesce a uccidere la sua assassina prima esserne uccisa. I fatti si ripetono sempre nella stessa maniera con un paio di notevoli punti: Tree, quando ricomincia il loop, ricorda quanto avvenuto in quello precedente; però ogni volta che si risveglia è più debole e troppe morti la potrebbero portare estinguere del tutto. Alla fine comunque ti trovi in una linea temporale in cui Lori è defunta e vissero tutti felici e contenti; il loop è uno e dei più semplici e segue un po’ lo schema della serie di Ritorno al Futuro che del resto verrà pure citata in questa pellicola. 



Le cose si complicano e non poco però con questo sequel. Si scopre che quello che ha dato origine a tutto è apparentemente la tesi di laurea di Ryan - una macchina che dovrebbe essere destinata a rallentare il tempo a livello molecolare, denominata Syssi -, improponibile ragazzo dai lineamenti vagamente orientalieggianti con capigliatura come il cantante dei Motley Crue nei suoi giorni peggiori. Sarà lui ad essere protagonista del primo loop e apparirà in duplice veste: come Ryan1 del giorno di inizio loop e pure come Ryan2, ossia come venuto dal futuro che cerca di uccidere il suo alter ego con tanto di maschera Babyface di ordinanza perché non possono coesistere due se stessi nella stessa linea temporale. E fin qui quasi ok: esattamente come in Ritorno al Futuro, deve evitare di venire a contatto con l’altro se stesso, concetto nemmeno nuovo e visto ad esempio in questo film qui http://secondblogthatmatters.blogspot.com/2017/11/timecrimes-paradossi-temporali-o-forse.html

Salvo i due Ryan sono entrambi presenti e viventi nel momento in cui viene azionata Sissy nel primo loop; quello che accade poi non si capisce bene e lo stesso cinese de noialtri ossigenato introduce il concetto di Multiverso: e qui partono i mal di testa. Dice che esistono almeno 6 dimensioni e che, ad ogni risveglio, Tree potrebbe capitare in una qualunque di esse: utilizza una spiegazione peraltro molto suggestiva, prendendo un foglio, piegandolo in 6 parti, facendo un buco e poi risvolgendolo per dire che quel buco a quel punto può portare in una qualunque delle 6. Il problema è tutto quello che viene dopo. 

Perché se la Tree che conosciamo - chiamiamola Tree 1- finisce in una di quelle dimensioni, non si vede proprio la Tree originaria di quella dimensione – chiamiamola Tree 2 – che quindi deve essere finita in un’altra: questo manda a donne di facili costumi quanto accaduto a Ryan nel primo loop poco prima. Di più: cosa farà Tree2 che anch’essa capirà in fretta di essere finita in una dimensione che non è la sua? E tutte le altre 4 Tree – visto che ci sono 6 dimensioni -? Non lo sappiamo, visto che il film offre solo la prospettiva della Tree1: la risposta potrebbe facilmente essere “farà fuori schermo esattamente quanto necessario perché le cose vadano come il film mostra” e buonanotte a qualsiasi tipo di spiegazione di tutti i loop. 

Altro particolare non proprio poco rilevante è il fatto che Tree1 – e si può pensare che valga anche per i suoi alter ego delle altre dimensioni – si trova in situazione almeno in parte diversa da quella della sua dimensione di partenza: stavolta non è lei la vittima designata del killer – bensì la compagna di stanza Lori che era la sua boia nel primo film -, il killer non è lo stesso – stavolta il professor Butler che vuole uccidere Lori - e nemmeno la vittima – che stavolta è Lori -: però, per qualche motivo mai spiegato, la facoltà di far scattare il loop rimane legata alla stessa Tree. Se non muore, il loop non si riattiva: ecco perché deve o fare in maniera di diventare bersaglio del – nuovo killer – oppure, in maniere decisamente artistiche, suicidarsi. 

E lo fa eh: Tree1 si suicida almeno 8 volte prima di riuscire a venire a capo della situazione e, apparentemente ed in attesa di un terzo film, sistemarla: questo significa pure che attua una specie di rimescolamento delle carte per altrettante volte e altrettante volte finisce in una delle 6 dimensioni che non è detto sia sempre la stessa – e difatti vi sono delle piccole differenze in ogni caso -. Praticamente un mazzo di carte che non solo viene mescolato in maniera che le posizioni delle singole carte – i fatti e i protagonisti – cambino ma in cui persino talune carte scompaiono e ricompaiono – esempio chiave quello della madre di Tree che in alcune dimensioni è viva e vegeta, mentre in quella originaria del primo film era morta -. Infine, Tree può persino scegliere in quanto la famigerata macchina del tempo ha perlomeno due algoritmi validi e funzionanti: ora, se Tree 1 e Tree 2 facessero scelte incompatibili, ossia volessero finire nella stessa dimensione, che accadrebbe? Bella domanda e zero risposta, nemmeno in loop. 

Come se ne viene a capo? Non se ne viene proprio: troppe variabili e troppa poca fisica di quella buona. In generale diresti che tutti i loop attraversati da Tree si svolgano sulla stessa linea temporale a parte quello finale in cui l’amato Carter non sta con la compagna di stanza Amelie – che l’ha pure tradito e per quello la demoniaca Tree la renderà cavia per gli esperimenti della multinazionale DAMPA che nel frattempo ha continuato gli studi del cinese Ryan -. 

Alla fine, l’unica cosa chiara è la schermata iniziale della Universal che stavolta viene splittata volutamente in 3 parti in armonia con il multiverso che il film presenterà; alla stessa maniera, la prima parte dei crediti iniziali viene rappresentata come derivante da diverse angolature prospettiche dalla macchina del tempo. Bei tocchi grafici, almeno questo è certo. 


Varie ed eventuali 

Gradisci il fatto che il film sia ricco di citazioni, dalle più culturali alle più filmistiche. Hai già accennato a Ritorno al Futuro II e viene menzionato pure Inception, giusto per complicare l’assunto sull’improbabile fisica del film. Ulteriore riferimento si trova nell’ora in cui Sissy viene attivata per la prima volta: le 12.01. Esiste un film del 1993 dal titolo omonimo in cui un uomo rivive costantemente lo stesso giorno anche lui cercando di prevenire un omicidio. 

La macchina rallentatrice del tempo – un “reattore quantico refrigerato”, qualsiasi cosa questo possa significare - viene denominata “Sissy”, che sarebbe diminutivo di Sisifo; si tratta di un personaggio della mitologia greca che, come la protagonista, fu in grado di eludere le grinfie della morte e per questo punito per contrappasso col dover spingere per l’eternità sulla sommità di un monte un masso solo per poi vederlo ricadere a valle e dover ripetere all’infinito. Che è più o meno quello che accade a Tree, salvo che lei può rompere il ciclo – e lo fa infatti in entrambe le pellicole – e che, qualora non vi riuscisse, rischierebbe di morire definitivamente visto che accusa sempre i danni della precedente morte. 


E sei arrivato alla di un post che nemmeno sapevi se avresti mai completato. E allora: leggere attentamente chè qui non sono previsti time loops che ripotino all’inizio del post. 

Ancora Auguri per la Tua Morte: auguri se ne capisci qualcosa Ancora Auguri per la Tua Morte: auguri se ne capisci qualcosa Reviewed by radish7 on 07:00 Rating: 5

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