Ti capita qualche volta di giocare a qualche RPG Indie Horror - e di metterci pure il dovuto tempo perchè a te piace cercare di godere del gioco appieno - ma poi inspiegabilmente di lasciar passare qualche tempo prima di scrivere la recensione - parolone: diciamo pure di scriverci quattro parole la cui significatività è pari a quella di una formica aggrappata al collo di un elefante - perchè...beh, perchè di tempo non è che ne hai veramente molto. Poi guardi però le immagini che hai prelevato e ti rendi conto che ne vale la pena.
Ecco, questo è quello che accade con Death Proclaimed: Valerie's Letter e con The West Squad. Vale la pena di scriverci qualcosa? Tu pensi di si.
Death Proclaimed: Valerie's Letter è il tipo di gioco indie che ti piace: RPG, Horror e con una bella trama cervellotica. Sviluppato da Jake Springhorn e scaricabile qui, il gioco immerge il giocatore in un'atmosfera cupa e surreale, facendogli muovere confusi passi verso la risoluzione di un mistero. Nelle due ore buone richieste succederà praticamente di tutto ma non vuoi proprio spoilerare quanto invitare a provarlo. Aggiungi pure che il gioco avrebbe un seguito: tuttavia viene richiesta l'installazione di RPG Maker e tu preferisci evitare di appesantire il tuo computer. Almeno per ora.
Se il comparto sonoro fa il suo lavoro - principalmente mediante i rumori degli oggetti con cui si interagisce e delle colonne sonore molto azzeccate - , le ragioni primarie per provare il gioco sono decisamente altre.
La grafica in sè non presenta nulla di diverso da quello che ci si può aspettare da un RPG svolto con i classici tool di RPG making: pixellosa, stilizzata, con colori vivaci che vanno ad alternarsi a scene molto cupe. Tuttavia la scelta dei particolari rappresentati e delle locazioni, soprattutto al fine di decretare l'atmosfera horror, è dannatamente vincente. Mani che spuntano da non si sa dove, teste mozzate e appese a catene, pochi disegni che abbandonano lo stile pixelloso ma fanno sobbalzare dalla sedia: il tutto rappresentato con filtri di vari colori - dal classico rosso sangue, al marrone sbiadito fino ad arrivare alle tinte più nerastre - creano proprio l'atmosfera di orrore misto ad ansia costante che un buon gioco del genere deve avere come requisito minimo. La preziosa aggiunta è data dalla maniera in cui le locazioni vengono concepite: candele disposte a formare figure piuttosto raccapriccianti, strane stanze pervase da inspiegabili nebbie e misteriose cappelle pieni di simboli religiosi proiettano il giocatore in una dimensione davvero irrazionale contribuendo in maniera essenziale al senso di smarrimento e inspiegabilità che da sempre connota la paura. Accanto a questo non sfuggirà agli amanti del genere la presenza di una dimensione sangue-ruggine cosi' tipica di un capolavoro del genere horror quale è Silent Hill.
Se dunque a livello grafico molto è stato mutuato dal gioco di casa Konami, gli omaggi all'altro caposaldo dell'Horror come lo conosci sono invece portati dalla componente RPG. La pressione del consueto tasto X apre un inventario che graficamente è molto essenziale ma che concettualmente davvero sembra ammiccare a Resident Evil, a cominciare dal suono scelto per la selezione dei vari oggetti o per lo spostamento tra gli stessi con frecce direzionali. Sulla sinistra l'avatar del personaggio - attraversato da luci di diverso colore a seconda della situazione di saluto: blu è ok; verde è buono; giallo arancione è pericolo e rosso è prossimità alla morte -; in alto il nome del luogo; a destra un menù a discesa con i vari oggetti utilizzabili e una finestra che li rappresenta graficamente; in fondo una barra con descrizione breve del'oggetto selezionato: si vede chiara l'impostazione del capolavoro di casa Capcom. Il gioco è infatti in tutto e per tutto ascrittibile anche al genere del Survival Horror: scarsi i curativi - che vanno sapientemente razionati -, poche le armi da fuoco e ancora minori i proiettili per utilizzarle - tanto che una pistola scarica sarà utilizzabile come oggetto contundente tramite pressione del tasto SHIFT -, la migliore strategia diventa molto spesso la fuga; non viene data la possibilità di accelerare ma la velocità del proprio personaggio è tale per cui non ve ne è nemmeno bisogno. Come ogni buon RPG, sono presente degli enigmi; la documentazione è abbastanza scarsa in quanto le informazioni rilevanti sulla storia vengono solitamente ottenute grazie ai dialoghi coi vari personaggi.
Un ultima notazione veloce va in senso negativo: sono presenti alcuni bug - prevalentemente mancanza di alcuni files - che comportano che il gioco si chiuda inaspettatamente e debba essere riavviato. Nel successivo riavvio solitamente la situazione non si presenta più: consigliato perciò salvare piuttosto spesso, cosa che si può fare praticamente sempre attraverso il menù, salvo i casi in cui si stia combattendo contro un boss o qualche altra particolare situazione. Non che questo aspetto denigri comunque un ottimo RPG Indie Horror che inviti a provare decisamente anche perchè - altra comunanza con Resident Evil e Silent Hill - presenta il crisma della rigiocabilità al termine della prima partita.
Comparato al precedente, The West Squad è un gioco molto più semplice ma non per questo meno godibile. Sviluppato da Melsephant e scaricabile qui, il giocatore dovrà cercare di ricostruire gli accadimenti in una scuola che hanno portato alla morte di un alunna.
Dal punto di vista grafico appare senz'altro piacevole, caratterizzandosi per una classica grafica RPG - tuttavia piuttosto curata - inframezzata da alcuni disegni specialmente durante la introduzione iniziale e quando vi sono dialoghi particolarmente importanti; i colori appaiono piuttosto vivi, il che un po' contrasta con il tema proposto. Molto interessante è la cura proposta proprio per le finestre di dialogo con avatars dei personaggi molto ben disegnati e non confinati al classico riquadro ma liberi di prendersi il loro spazio all'interno dello schermo di gioco.
Praticamente non presente a livello visivo e sonoro - vi è sempre una colonna sonora in sottofondo che ispira più malinconia che paura -, la componente horror del gioco sta tutta nella trama e nel suo svilupparsi.
La componente RPG appare scarna ed essenziale ma ben concepita; pressione del consueto tasto X per richiamare un sobrio menù dal quale è possibile poi accedere allo zainetto - backpack - che funge da inventario. Non saranno molti gli oggetti recuperati ma ci sarà richiesto di selezionarli quando serva: il gioco non procede in maniera automatica a usarli alla semplice interazione col particolare rilevante dello schermo. Le locazioni sono molto ridotte consistendo in una decina di schermate al massimo; tuttavia l'esplorazione non sarà particolarmente semplice, dovendosi fare dei continui backtrack e molto spesso dovendo parlare più volte con lo stesso personaggio al fine di poter recuperare l'oggetto, ottenere l'informazione necessaria per trovarlo o semplicemente attivare l'evento successivo.
Il punto forte del gioco è la presenza di alcuni particolari nascosti che decreteranno il finale ottenuto; tre finali sono a disposizione, ma ottenere quello "vero" passerà attraverso uno spasmodico click in varie aree al fine di ritrovare un oggetto per il quale il gioco in realtà non fornisce particolari informazioni. Va aggiunto che esiste una sorta di side quest che consiste nel cercare i cestini - si, proprio cosi' - la cui risultanza però non è particolarmente chiara.
Un gioco veloce - 25-30 minuti - ma carino al punto giusto: questa la perfetta definizione.
Concludi qui questo appuntamento chè sei riuscito a svelare sia cosa è successo in una casa misteriosa che in una scuola: prossima meta una caverna. Fiaccole richieste.
Indie Rpg Ep.25: essere dichiarati morti e non saperlo
Reviewed by radish7
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