Nuova Zelanda: la terra dei Kiwi



Viaggio agli antipodi - perchè se per qualche motivo dovessi decidere di scavare un buco nel giardino di casa tua e di proseguire passando per il centro del nostro bel pianeta li' andresti a finire - in Nuova Zelanda. Una toccata e fuga dal punto di vista turistico chè oh, mica eri li per farti le vacanze. 

Tra giornate lunghe - dalle 5.30 di mattina alle 10.00 di sera - passate a lavoro, tutto quello che hai potuto vedere si è concentrato in una giornata scarsa: tuttavia ti è piaciuto. 

Senza ulteriormente indulgere ecco a voi: Nuova Zelanda.


Bon, dopo un bel 22 ore di viaggio passate in aereo e una giornata persa - chè li sono avanti di 11 ore, divenute 12 quando eri li perchè proprio in quel periodo scattava la loro ora legale che viene denominata "Energy Saving Hour" cioè "Ora per risparmiare energia" - arrivi presso la sorridente città di Auckland - la capitale - e hai esattamente 5 ore di tempo per prendere un altro volo che ti porta nell'isola del Sud, a Nelson. Come dire: Auckland ci si vede, ed infatti ci tornerai poi. Macchina a noleggio e guida - sicura - notturna a superare una ridente collina e finalmente arrivi a destinazione: Blenheim, piccolo centro - ti dicono 10.000 abitanti - che, devi ammettere, ti piace proprio. 

Circondato da colline piene zeppe di vigne a perdita d'occhio e di conifere - importate dalla California, specie a crescita rapida per favorire l'industria del legno e della carta -, si tratta di un borgo che ha davvero molto di inglese. Ci ficchi qualche foto, no, giusto per gradire. Non che vi sia qualcosa in particolare che merita visione: tuttavia alquanto piacevole e rilassante. Si, rilassante: perchè - cantine a parte in periodo di vendemmia - alla gente piace prendersela abbastanza comoda: colazione la mattina in tranquillità tra le 8 e le 9 e in tranquillità verso il lavoro aiutati dalla mite temperatura di fine estate, inizio autunno. Si perchè siamo nell'emisfero sud ed in sede di estrema semplificazione si può dire che quando qui da noi è estate li' è inverno e viceversa. 

Solo la sera, passeggiando per il centro, vedi qualcosa che ti salta all'occhio: una sorta di sacrario militare, alla memoria dei caduti nelle varie guerre - e vieni a scoprire che nella Prima Guerra Mondiale molti sono i Neozelandesi che partecipano al comando delle truppe Inglesi - circondato da un bel giardino molto curato - chè, oh, la pulizia dei luoghi è una costante apprezzata, essendo multati salatamente nel caso si butti anche un singolo mozzicone di sigaretta a terra - in cui troneggia una bella palma gigante - siamo nell'Emisfero Meridionale, è bene ricordarselo - probabilmente rinfrancata da una notevole fontana.



A questo punto fai un salto temporale lungo due settimane e vai al giorno in cui devi incominciare il viaggio di ritorno. Riesci infatti a farti la strada lungo la costa - invece di sobbarcarti curvoni e colline di conifere - chè tanto per una volta tempo ne hai. E qui si aprono alcuni scenari meravigliosi: colline che si gettano sull'Oceano - che poi sarebbe Mar della Tasmania ma a te sai che ti frega - con acque cristalline, il suono delle onde che si abbatte sul bagnasciuga, robusta vegetazione tropicale, una grotta che da su una delle poche spiagge sabbiose - di norma sono infatti rocciose - del luogo e una bellissima piccola località chiamata Picton con un potenziale di 1000 anime se va bene ed è frequentata ed un porto piuttosto interessante. 

Di Nelson vedi gran poco, solo l'aeroporto che mostra una statua del primo uomo a portare la vite in quei luoghi - e ora si farebbe una grassa risata viste le distese immense presenti - e arrivi cosi ad Auckland. Hai poco tempo ma il piano è abbastanza chiaro: zona portuale, dare un'occhiata. Porto, navi, camminata lungo il molo, ristoranti - tra cui anche l'italianissimo Portofino dove ti fermi e mangi una carbonara più che accettabile - e tanti traghetti che ti potrebbero portare in altre piccole isolette che vorresti vedere salvo che ci impiegheresti una giornata e tu non ce l'hai proprio. Peccato.


Però ad un certo punto la tua attenzione viene catturata da un edificio alto: si tratta della Sky Tower e due passi fin li' li vuoi fare. E' aperta e ci sali fino a 220 metri nel punto di osservazione e poi addirittura nel punto più alto accessibile dall'interno - oltre 300 metri: lasci che le poche foto che metti qui - ne hai un dozzimigliaio - parlare. Costruita nel 1994, alta in totale ben 320 metri, assisti anche allo spettacolo di gente senza cervello che si getta dalla sommità - li chiamano "Jumpings" i locali - tenuti da delle rotaie. Impressionante davvero. 


Se i tuoi due cellulari non ti avessero tradito, avresti anche messo alcune foto di un paio di vulcani che furono fortificati dai Maori a loro tempo, diventando cittadelle autosufficienti e ora riconvertiti a parco naturale e attrazione turistica. Vabbè, sarà per la prossima volta. 

Nuova Zelanda: la terra dei Kiwi Nuova Zelanda: la terra dei Kiwi Reviewed by radish7 on 15:15 Rating: 5

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