Hoshin Engi: buon anime appena concluso



Hoshin Engi (封神演義 Hōshin engi), conosciuto anche come Soul Hunter, è un anime dalla stagione 2018 composto di 26 episodi, trasposizione di un manga fantasy di Ryu Fujisaki,che già aveva ricevuto una prima rappresentazione animesca in 26 episodi nel 1999. 

L’anime riesce a portare lo spettatore in un mondo alquanto affascinante traendo liberamente spunto da un antico poema cinese chiamato "Fengshen Yanyi" che narra la storia della leggendaria Cina ed in particolare degli ultimi membri degli Yin: l’anime lo fa in chiave modernizzata e squisitamente futuristica connotando l’ambiente fantasy di sapienti tocchi di scienza – sì, qualche concetto c’è eccome – e di un contorno prettamente magico. 


Ed è proprio il contesto quello che veramente colpisce fin da subito

Anche se l’anime è tutt’altro che chiaro in maniera definitiva, il mondo degli umani – la Cina del periodo Yin – appare governato da alcune entità superiori chiamate Sennin: esseri dalla lunga vita, con caratteristiche fisiche superiori – a memoria ti ricordi di una struttura ossea e una colonna scheletrica particolari – ciascuno dei quali utilizza come arma un Paopei ossia un essere senziente dotato di parola con forma animale ma talvolta anche modellato su puri oggetti, con cui può dare sfogo a tutte le proprie capacità. Al di sopra di tutto, come si scoprirà solo nelle ultime due puntate, sta una razza aliena giunta milioni di anni prima sul pianeta Terra e apparentemente benevola tranne che per l’equivoca Jokka capace di prevalere su tutti i consimili e di indirizzare la storia del pianeta verso continui cicli di distruzione e creazione con un periodo di circa 2000 anni ciascuno. La storia che viene narrata è quella dell’ultimo arco, quello presente, in cui 12 dei principali Sennin avevano in una qualche maniera tirato i fili della storia controllando Jokka che era stata sigillata. Ma il malvagio alieno, nonostante fisicamente impossibilitato, era riuscito a trovare la maniera di incidere come spirito anche se ciò costava un enorme sforzo; una delle Sennin – l’affascinante Dokki che aveva preso il corpo della principessa degli Yin – l’aveva aiutata; contro la sua volontà di distruzione si era invece schierato il difensore strenuo degli Yin, ossia Bunchu, uno che agita la frusta come nemmeno il peggior addestratore. 

In mezzo a queste due parti estreme stanno gli altri Sennin, tra cui il protagonista Taikobo, i cui fini non sono proprio del tutto chiari: se ostacolano nettamente Bunchu – e la battaglia contro di lui e la sua schiera prenderà una buona fetta della seconda parte della stagione - . dall’altro si premurano pure di cercare di limitare Dakki. 

Al di là della trama che hai raccontato in soldoni molto poco pesanti e dell’ambientazione, l’anime merita anche per altri particolari. 

Innanzitutto il chara design molto particolare ed originale. Tutti i personaggi presentano una voluta sproporzione nei piedi che li fanno assomigliare a quelli del videogioco Megaman. Superato questo primo impatto, il resto è davvero piacevole e particolarmente interessante appare la loro caratterizzazione, varia e ben svolta. Vi sono conturbanti donne dall’indole malvagia; sfegatati del combattimento a cazzotti; stravaganti bohemien che si rivelano poi fortissimi; vecchiacci potentissimi con un bel teschio allungato; pure trasformisti. La stessa varietà ma con meno caratterizzazione visto il loro ruolo di spalle ce l’hanno i Paopei. 



Ma l'idolo totale è tal Otenkun, capo della fazione avversa al protagonista e alleato di comodo con Bunchu, con delle occhiaie come non si vedevano dai tempi di Moggi, uno stile Dark come nemmeno gli adoratori di Lucifero e orecchini e piercing vari a fare da gioioso complemento. Uno che magari non ispira fiducia ma che non crepa mai – e viene spiegato nelle ultime puntate il perché, trattasi di un collega di Jokka, Ei Ikki o meglio di una parte divisa della sua anima – e manipola praticamente tutti i protagonisti a suo piacimento con in più pure la caratteristica di avere come potere speciale quello di poter creare una dimensione dove piove il suo sangue acido. 

A completare il quadro stanno poi dei paesaggi molto suggestivi e qualche riferimento – almeno credi – liberamente ispirato ad altri manga: ad esempio un simil mecha ti ricorda dannatamente Super Robot 28 in parte ed in altra parte pure un po’ Boss Robot di Mazinga per la sua cicciosità. Il che porta ad un altro punto di forza di un anime che sa mixare in maniera molto sapiente sia i momenti drammatici – o pseudo tali – che quelli invece ilari consentendo così allo spettatore di non doversi impegnare troppo nella visione: perché vedere ad esempio l’entrata in scena di Supu Papa con tanto di frac e baffetto anni ’30 che il Dottor Zivago deve solo accompagnare oppure Fugen – uno dei 12 Sennin eh, quindi fortino e con un Paopei che modifica chimicamente la materia altro che bacchette magiche – essere definito “sfigato” per il suo atteggiamento calmo e apparentemente molto timido, sicuramente strappa un sorriso. 



In definitiva un gran bell’anime per gli amanti del fantasy ma con quel pizzico di originalità rispetto alle soluzioni standard che non guasta mai. Lo consigli? Sì, ed anche nel caso non si sia uno Yin. 


Hoshin Engi: buon anime appena concluso Hoshin Engi: buon anime appena concluso Reviewed by radish7 on 07:00 Rating: 5

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