Si, l'immagine in apertura non mente, sei di nuovo alle prese col tuo "Hard Disk" da salvare e quindi ti forzi a vedere quello che contiene. Potrebbe però non essere un cosi gran sforzo talvolta: è questo il caso di Arve Rezzle, un corto che devi dire ti ha piacevolmente colpito come un cuscino di gomma piuma.
Innanzitutto perchè hai scoperto qualcosa che non sapevi. In Giappone, a partire dal 2010, è stato istituito una sorta di fondo per giovani animatori, di quelli che idee ne hanno a bizzeffe ma mezzi un po' meno. Chiamato "Young Animator Training Project" e successivamente "Anime Mirai" e "Anime Tamago", prevede che l'Associazione degli Animatori del Sol Levante stanzi dei contributi per le grandi case d'animazione con il proposito di dare un'occasione alle giovani promesse, le quali dovranno presentare un corto di massimo 25 minuti. 4 saranno prescelti annualmente per essere poi commercializzati: toccò ad Arve Rezzle nel 2013 e toccò - e tu sicuramente non lo sapevi - a Death Billiards nello stesso anno.
L'idea ti piace alquanto: un po' perchè è piuttosto facile ne scaturisca qualcosa di buono e sostanzialmente innovativo o fuori standard, un po' perchè questi giovani speranzosi hanno fame di successo - o fame semplicemente - e quindi la cura del loro prodotto è assicurata.
E infatti non sei rimasto deluso giacchè tanti ma tanti sono gli elementi che ti sono piaciuti.
A cominciare dall'ambientazione e dalla trama. In un Giappone megafuturistico - altro che quello dei robottoni - l'organizzazione Alvin assieme al centro Okinotorishima ha promosso una strana tecnologia - Next Life - basata sulla presenza di NLN cioè delle nanomacchine linkate neuralmente agli esseri umani. In questa maniera i fortunati possono attendere ai loro obiettivi, dimenticandosi completamente della cura del loro corpo le cui necessità sono soddisfatte dalla rete tramite una sorta di "Body Pool" - traducibile pressappoco come "Vasca per il corpo" - dove si è immersi. Non solo: per coloro che lo vogliono vi è la possibilità di godere di un mondo virtuale appositamente creato. Cosa che non fa la sorella del protagonista, Shiki, la quale utilizza il sistema solo per poter concentrarsi 24 ore su 24 sugli studi al fine di divenire ricercatrice scientifica il prima possibile e portare avanti il progetto che fu dei genitori di risolvere la problematica della scarsità delle risorse naturali del pianeta e le guerre che ne derivano. Sa molto di Matrix salvo che in questo caso il soggetto può in qualsiasi momento uscire dalla Body Pool: rimanerci troppo a lunga significa - per bocca della stessa Shiki - divenire "strani". Poco si sa del luogo dove tutto questo si svolge: il capo delle operazioni sembra esser tal Oberon molto probabilmente responsabile per la "Early Rapture", una catastrofe del 25 marzo di non si sa che anno che ha generato una perdita di coscienza mondiale. Più di preciso, un danno alla rete ha provocato il distaccamento temporaneo dell'anima dal corpo per migliaia di persone: circa 253000 sono morte, 25000 sono rimaste in stato vegetativo, quelle che hanno avuto fortuna non sanno nemmeno se il corpo in cui sono tornati sia effettivamente il loro.
Dalla base scappa quella/o che ha le sembianze di Shiki e si reca istintivamente a trovare il fratello e protagonista della storia, Remu. Non essendo però sicuro/a di essere Shiki: le sue memorie gli/le dicono infatti che non portava niente per reggere il suo davanzale e nemmeno riesce a capire se il corpo - che fatica muovere - sia mancino o destro. Alla rincorsa viene mandata una bella figliola del centro munita di cani da guardia robotici - che a confronto quelli di Resident Evil sono dei cari e simpatici animaletti - chiamati WarDogs, principali mezzi di ricerca del Governo e controllati wireless. I due uniranno le loro forze per impedire che Shiki sia catturata, concluderanno che Shiki non è Shiki e stringeranno un patto: aiutami a ritrovare l'anima di mia sorella - quella vera - e io ti aiuto a ritrovare il tuo corpo originario.
Sembra poco ma non lo è, serve a darti l'allegria - cit. olimpica. Tante idee messe assieme che potrebbero portare a qualcosa di molto buono; a cominciare dalla presenza di questa rete mondiale e dal fatto che Shiki è una ALFR, cioè una Fata Meccanica - il titolo per esteso è infatti "Arve Rezzle: Mechanized Fairies" . in grado di controllare via rete varie parti elettroniche. C'è molta tecnologia e viene utilizzata nella maniera giusta che già Matrix, per dirne una, insegnò da qualche decennio ormai.
Anche graficamente ci sono alcune scelte che davvero ti piacciono assai. Innanzitutto la colorazione dei personaggi, fatta con delle linee di colore che fanno molto effetto di Photoshop, e che rendono i contorni meno nitidi quasi a far intendere che il confine tra la realtà e Next Life è molto labile e difficilmente intelligibile. Molto interessante pure la scelta di utilizzare degli sfondi completamente bianchi anzichè neri a tratti, specialmente nei momenti in cui i personaggi cercano di ricordare qualcosa: questa trovata rende davvero bene l'idea di star avventurandosi in un luogo - quello delle memorie - piuttosto incerto se paragonato a quello reale, quasi una sorta di disillusione.
Un piccolo paragrafetto lo vuoi pure dedicare alla colonna sonora: 3 minuti di pura sigla con base ritmica hard rock e distorsioni pronunciate su cui si staglia una voce femminile cristallina creando cosi' un contrasto molto interessante ed in linea con il tema stesso del corto, cioè l'estrema differenza tra quello che si percepisce coi propri sensi e quello che realmente è.
Speri davvero che il progetto continui perchè la base è buona; del resto se quattro palle da biliardo portate nella giusta locazione hanno condotto a Death Parade che hai seguito nella stagione 2014, cosa potrebbe fornire una intera rete?
Animescoop: Arve Rezzle, progetto sperimentale davvero interessante
Reviewed by radish7
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18:31
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