Indie Rpg Ep. 43 : carini dolcetti o scherzetti



Che il tema dell'horror sia particolarmente sentito in determinate date dell'anno non deve proprio sorprendere: Hallowen si presta molto bene con streghe, vampiri e altre amenità e con il suo classico "Dolcetto o Scherzetto". Potresti citare una filmografia piuttosto nutrita ma ti limiti alla serie dal titolo omonimo - "Halloween" per l'appunto - che potresti pure prendere in considerazione per qualche post in futuro giacchè ne sai tanto quanto Pellè di rigori. 

Ci aggiungi uno strano gioco di introspezione psicologica sull'amore ed il gioco è fatto. Sarà dolcetto o scherzetto? Vediamolo. 


Trick or Treat - che è proprio l'inglesico per "Dolcetto o Scherzetto" - è un Rpg Horror molto ben fatto: in circa 2 ore di gioco devi guidare una povera ragazza travestita da cameriera - no, bel costume per Halloween; Japponici sugli scudi con una delle loro manie più ricorrenti - attraverso una magione piuttosto strana. Sviluppato da RaBooks e scaricabile qui, presenta davvero molti spunti di interesse. 

A cominciare dalla grafica nutrita e davvero ben fatta. Sia in gioco grazie alla estrema definizione delle varie schermate senza alcuna pixellosità sia nei contenuti che potresti definire extra - disegni come intermezzi alla varie scene; schede dei vari personaggi sbloccabili nella "Extra Room"; avatar stessi a tutto schermo durante i dialoghi - l'impressione generale è quella di un prodotto ben curato e altrettanto ben confezionato che decisamente si differenzia dalla media degli RPG Horror trovabili. Le colorazioni e i giochi di luci ed ombre rappresentano poi un ulteriore abbellimento che dimostra come il gioco sia stato decisamente ben concepito fin dall'inizio del suo sviluppo; piacciono notevolmente anche le animazioni che caratterizzano il finale. 

Al di là dell'aspetto esteriore, il gameplay si presenta ricco e strutturato, tale da soddisfare anche i palati più fini dei giocatori di RPG. Il menù - accessibile con consueto tasto X - è in realtà molto semplice e classico del tool di RPG sia pure graficamente adattato; privo comunque di voci superflue giacchè anche le stesse statistiche di vita contano eccome, potendo la protagonista perdere vitalità in caso di incontro con dei piccoli mostri - perlopiù soldatini e bambole mentre appaiono ma non sono tali da far male dei fantasmi - e ripristinarla grazie all'utilizzo di una speciale pozione, un solo esemplare della quale è comunque trovabile nell'intero gioco. Nel menù non trovano spazio i salvataggi, possibili solo qualora si trovino nelle varie ambientazioni dei libri fluttuanti. Gli enigmi sono abbastanza vari includendo sia indovinelli nemmeno troppo immediati, sia parti di fuga o a tempo - poche e non difficili - ma concentrandosi soprattutto su criptiche iscrizioni che vanno interpretate al fine di utilizzare l'oggetto giusto in una determinata maniera o di abbinare nella maniera corretta alcuni elementi. La cura riposta in questa creazione si vede anche e soprattutto nella previsioni di una "extra room" come bonus per il giocatore che riesca ad arrivare al termine del'avventura con uno dei tre finali - vanno bene sia il "Good" che il "Normal" che il "Bad" -: diviene possibile capire meglio la storia, consultare libri che portano una galleria di immagini davvero suggestiva oppure le schede dei personaggi o ancora la spiegazioni di tutti i possibili finali o dei GAME OVER. Si, perchè anche la "morte" prima di aver completato il gioco, sia pur raramente, è possibile e in certi casi quasi automatica dovendosi compiere delle scelte senza aver in realtà alcuna indicazione o indizio su quale sia quella corretta. Piace pure la maniera in cui gli oggetti stivati nello spazioso inventario vengono utilizzati: solo talvolta la protagonista dirà che si potrebbe utilizzare un tale oggetto mentre nella maggior parte dei casi bisognerà attivare l'ingegno e aprire il menù; rimane comunque che tutti i punti notevoli sono chiaramente indicati medianti il classico scintillio. 



Ben fatta pure la componente sonora che si compone di alcuni temi piacevoli e di una libreria suoni abbastanza varia ed in grado di incutere la giusta ansia al momento giusto: pestare delle macchie di sangue o fissare uno specchio non è mai stato cosi' pauroso. 

La componente horror si sostanzia principalmente in una serie di screamer - nemmeno troppo paurosi ma decisamente improvvisi - accompagnati da suoni adeguati; per il resto le stesse ambientazioni presentano qualche aspetto abbastanza macabro anche se decisamente i piccoli fantasmini che girano per la hall - per dirne una - più che incutere terrore ispirano tenerezza. Almeno quando scopri che sono innocui. L'avviso ad inizio gioco di scene cruente non sembra sia proprio da prendere cosi alla lettera, insomma. 

Difetti? Uno solo forse: talvolta il gioco crasha e, dopo alcuni casi, hai capito che ciò sembra accadere quando, alla fine di una finestra di dialogo, troppo velocemente si apre il menù. Non che te ne intendi di programmazione, sia chiaro: però questa è un'indicazione che potrebbe risultare utile per migliorare un'opera altrimenti perfetta a che raccomandi assolutamente. 



Con Cootie Patootie scendi decisamente più nel macabro che nell'horror vero e proprio. Sviluppato da AestheticGamer e scaricabile qui , il gioco narra la storia di uno strano essere, a metà tra una donna e una bambolina, che vuole entrare nel Tunnel dell'Amore al fine di poter provare questo sentimento per la prima volta. L'autore dichiara di averlo realizzato in sole 22 ore: ciò nonostante vi sono degli spunti davvero molto interessanti. 

Innanzitutto per la grafica: totalmente disegnata, non quella del classico strumento di RPG making e capace comunque di ammaliare nonostante la stilizzazione grazie a un caotico succedersi di colorazioni che variano dal vivido più intenso sino allo scuro senza speranze. Con un font che vuole rappresentare il più possibile una scrittura di pugno ordinata ma elementare quale quella di un bambino che abbia appena imparato a maneggiare una penna. 

Il tutto viene accoppiato alla presenza di una voce falsettosa - presente anche nella maggior parte dei pochi dialoghi - che vuole ricordare quella di un bambino e dare l'idea di una creatura ingenua e candida e che utilizza una serie di storpiature delle parole che ti aspetteresti da un ragazzo di 5 anni oltre a una sigla iniziale che sembra quasi una filastrocca di quelle utilizzate per imparare l'alfabeto. 

Il termine che meglio descrive l'effetto creato da queste due componenti è "Bambinesco", esattamente quello che è il protagonista. 

Il gameplay è in realtà molto scarno: un solo enigma - e dubiti che rispondere in una delle varie maniere possibili cambi in realtà qualcosa - e un paio di scene di inseguimento non particolarmente ardue; nessun menù - si raccoglie un solo oggetto in tutto il gioco e lo si utilizza nella stessa schermata - e nessun salvataggio - in realtà sono compiuti automaticamente al termine di ogni scenario che, per qualche ragione che fatichi a capire, riporta sempre alla schermata iniziale - . Il punto di maggiore interesse è che la disposizione degli scenari cambia continuamente: entrare in una porta e poi uscirne non conduce nella stessa stanza da cui si era arrivati. 



La componente "horror" - sarebbe meglio dire macabra - viene portata a livello visivo grazie ai giochi di luce nelle varie stanze e poi anche a livello sonoro con un impressionante abbassarsi della voce del protagonista mentre canta la sua cantilena nella fasi finali. Segno che non proprio tutto procede come dovrebbe. 

Interessante - e sconvolgente - il finale che ti chiede se vuoi rimanere a giocare ancora un po' con il protagonista solo per portarti ad un amaro dead end. Al di là del complesso "bambinesco" di cui si è parlato, il gioco vuole però portare degli insegnamenti ben precisi, l'ultimo dei quali è costituito dalla frase per cui "non si può amare se prima non si ama se stessi". 

In conclusione un gioco interessante e differente dai consueti RPG Horror che vale la mezz'ora spesa per completarlo. 


Si conclude qui questa edizioni e...giochetto o scherzetto?

Indie Rpg Ep. 43 : carini dolcetti o scherzetti Indie Rpg Ep. 43 : carini dolcetti o scherzetti Reviewed by radish7 on 20:04 Rating: 5

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